c'è un intruso!

c'è un intruso!
come fregare il cacciatore

domenica 31 ottobre 2010

Le collanine fanno volare la fantasia, come gli amanti



le sole che mi siano rimaste dopo i saccheggi delle amiche



fatte con pietre naturali, ma non preziosissime, un filo da pesca sottile e un uncinetto.
Qualcuna è fitta, altre rade, sono elastiche e diventano bracciali; tutte accettano pendenti o piccoli charms. Nate molti anni fa in un week end di pioggia alla capanna, mi han salvata dalla noia; semplici da fare, la soddisfazione tanta.
Le foto son poco chiare (cliccate per ingrandire!) e la modella (una gruccia che ho comperato a Buenos Aires) ha la faccia un pochino attonita e triste…non me ne ero mai accorta...
Farle è semplice, un gioco da bambine, giuro.
Mi dispiace non si veda bene la sciarpona nera con i suoi orsetti che fan da frangia.
Son proprio una fotografa della domenica!

mercoledì 20 ottobre 2010

prova di un golfino


Avevo visto una giacca molto semplice su un Rakam Speciale del settembre 2008, questo qui.
Avevo già una bella quantità di lana (Loden Filatura Gatto), corrispondevano i campioni, era semplicissimo, una vera pacchia per una come me e l'ho realizzato, lo sto portando in questi giorni e mi piace moltissimo: caldo e confortevole, svelto da indossare, insomma ho deciso di farne un altro però piu "golfino", anche questo Gatto ma una semplice merino ottocapi.


Però nonostante abbia coinvolto il marito nei conti di riproporzione, forse sarà corto… Uff, eccolo qui, adesso non vedo l'ora di finirlo: al massimo lo allungherò, avendo la forma di un semplice rettangolo non dovrebbe essere difficile...

giovedì 14 ottobre 2010

IL CAVALIERE, LA MORTE E IL DIAVOLO


Il titolo si riferisce ovviamente alla nota incisione (1514) di Albrecht Durer, che ha ispirato anche il penultimo bel romanzo di Leonardo Sciascia "Il cavaliere e la morte" (Adelphi, 1988).
Sì, ma nell'orrida immagine dov'è il diavolo? Probabilmente ha scattato la foto, o probabilmente è nascosto dietro e spinge i due all'osceno abbraccio osculatorio, o probabilmente persiste nel suo capolavoro, che è quello di convincerci che non esiste.

AVVERTENZA
Tenere la fotografia lontano dalla vista di bambini innocenti, puerpere in lattazione, anziani cardiopatici o comunque impressionabili e animali da affezione, tartarughe e scarafaggi compresi.

venerdì 8 ottobre 2010

L'ORRORE AI TEMPI DI BERLUSCONI



Ci sono persone che invecchiano bene, tanto che difficilmente te ne accorgi, specie se riescono a culturalizzare il fascino e con questo mettono in secondo piano le ingiurie del tempo. Altre entrano in disfacimento già in tenera età e a nulla valgono trucchi e interventi di chirurgia plastica.
Prendiamo ad esempio Michela Vittoria Brambilla, nata a Calolziocorte il 26 ottobre 1967 e attuale ministro del Turismo e coordinatrice dei Team (squadre) della Libertà, ex Miss Romagna e Miss Eleganza Emilia 1986 e modella per calze Omsa. Ospite a "Ballarò" martedì 5 ottobre, è stata accuratamente inquadrata in primo piano da impietosissime telecamere sulle riprese delle quali non è possibile intervenire come con Photoshop sulle fotografie: e si sono visti cedimenti guanciali, stiramenti labiali, grigiori epiteliali, rughe canyonali e pieghe abissali; ma il massimo dell'orrore si è manifestato quando passandosi vezzosamente una mano tra i capelli ha rivelato delle orecchie ad attacco basso, puntute e divergenti. E' stato in quel momento che si è capito che Michela Vittoria Brambilla non è un essere umano ma una banshee, cioè una sorta di spirito urlante dei miti irlandesi, come quello rappresentato nell'immagine in alto, il cui grido ha la capacità di uccidere all'istante. "Si narra che le banshee si aggirino durante la notte nei pressi delle abitazioni dove è presente un moribondo, e strizzano i sudari di colui che è destinato a morire. Sebbene le Banshee siano descritte belle da qualcuno e orribili da altri, tutti convengono che c'è qualcosa di terrificante nel guardarle" (cit. da Wikipedia).
Daniela Garnero, in arte Santanchè, nata a Cuneo il 7 aprile 1961, socia del Billionaire insieme a Marcello Lippi (!), Paolo Brosio (!!), Flavio Briatore (!!!) e Lele Mora (!!!!) - e stendiamo un velo (islamico) pietoso sul resto - è stata invece ospite ad "Annozero" giovedì 7 ottobre. Qui si è avuto modo di constatare come il faticoso e barocco lavoro dell'ex coniuge si stia irrimediabilmente disgregando: in particolare il naso alla Michael Jackson, frutto di disgraziati e accaniti interventi rinoplastici, è ormai irrimediabilmente destinato a declino e caduta. Si è potuto notare impietosamente che le cartilagini triangolari (quelle alari sono oramai fottute) si stanno staccando dall'osso, conferendo al naso quella simpatica configurazione a becco tipica dei ghoul e delle lamie. I primi sono una specie di vampiro arabo e turco, maschio o femmina: "l'occupazione principale dei ghoul consiste nel battere le campagne, far abortire le donne incinte, succhiare il sangue dei giovani, divorare i cadaveri, urlare nel vento, aggirarsi fra i ruderi, gettare il malocchio, provocare sventure"(cit. da Dictionnaire infernal di Collin de Plancy). Le lamie invece sono figure in parte umane e in parte animalesche, rapitrici di bambini e seduttrici di giovani uomini che adescano per poi nutrirsi del loro sangue e della loro carne. Pare un ritratto perfetto della soggetta in questione.

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P.S. A scanso di equivoci e per non essere tacciato di "razzismo estetico e antifemminista" ci tengo a precisare che le mie critiche altro fine non hanno che quello di porre un modesto margine all'autostima insopportabile di persone che si ritengono (e qualcuno ahimè ritiene) "strafighe" irresistibili.

domenica 3 ottobre 2010

THE PRETTY PETER CONNECTION


Supponiamo che siate un S.I. (Soggetto Ignoto) e vogliate - per motivi che non ci interessano - effettuare un'operazione di modifica estetica (tipo sparargli in bocca per correggere un accentuato prognatismo) a un tizio che abita, mettiamo, al quinto piano di un condominio. Per prima cosa vi procurate un'arma al mercato nero e acquisite un po' di confidenza con la stessa, anche per verificarne l'efficienza; poi raccogliete informazioni sulle abitudini del tizio, sorvegliandolo discretamente: orari, percorsi, compagnie. Infine decidete come volete procedere all'operazione: l'idea sarebbe quella di suonare il campanello e, una volta aperta la porta, passare velocemente alla fase esecutiva. Problema: il soggetto è costantemente scortato da due poliziotti, probabilmente perché questa questione del prognatismo (materiale o simbolico) dà fastidio a parecchi altri: i due accompagnano a casa il tizio e, mentre uno rimane in macchina, l'altro sale insieme a lui con l'ascensore e si accerta che entri in casa e richiuda la porta dietro di sé, poi torna al pianterreno e se ne va con l'altro poliziotto. Bene, quello che sembrava un problema può essere invece un aiuto: se riusciste a suonare il campanello pochi istanti dopo che il poliziotto se ne è andato, probabilmente il tizio aprirebbe subito pensando che si sia dimenticato qualcosa o che debba comunicare qualcosa; mal che vada, avreste il soggetto subito dietro la porta, forse con l'occhio incollato al visore. Premere il grilletto e via.
Si tratta quindi di riuscire ad appostarsi il più vicino possibile alla porta per seguire i movimenti e controllare i tempi: arrivo dell'ascensore, uscita del tizio e del poliziotto, apertura della porta di casa, chiusura della porta, ingresso del poliziotto nell'ascensore, discesa, richiamo al piano dell'ascensore vuoto, campanello, bang bang. I posti più vicini alla porta sono il pianerottolo delle scale tra il quarto e il quinto piano e quello tra il quinto e il sesto. Siccome siete un po' coglione, non avete letto e studiato il "Manuale del piccolo killer" e siete uno sfaticato che non vuole fare mezza rampa di scale in più, optate per il pianerottolo tra il quarto e il quinto piano.
Così, quando il poliziotto, invece di riprendere l'ascensore, colto dal desiderio di fumare scende le scale a piedi (a proposito, che fine ha fatto la sigaretta accesa?) ve lo ritrovate davanti e - sfiga! - la vostra arma si inceppa. Però siete abilissimo a schivare i tre colpi che vi spara addosso da circa 4 metri (teorema di Pitagora) di distanza (uno contro il battiscopa, uno contro il corrimano della ringhiera e uno contro una finestra), a fare di volata quattro piani e mezzo, a scavalcare una siepe alta due metri e larga mezzo senza far cadere neanche una fogliolina e a dileguarvi nel buio.
Poi vi risvegliate e maledite la peperonata mangiata a cena.

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Le immagini sono tratte da Il braccio violento della legge (The French Connection) di William Friedkin, 1971. Lo sparatore è il poliziotto Jimmy "Popeye" Doyle (in italiano "Papà"), interpretato dall'immenso Gene Hackman e il morto è Pierre Nicoli, interpretato da Marcel Bozzuffi. Almeno questi film avevano un senso...