c'è un intruso!

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come fregare il cacciatore

venerdì 18 marzo 2011

I cantanti e la canzone

La locandina riprodotta qui a fianco è quella del film Il coraggio e la sfida (The Singer Not the Song, Gran Bretagna, 1960) di Roy Ward Baker con Dirk Bogarde (Anacleto - Valentino nella versione italiana), John Mills (Padre King) e Mylène Demongeot. La trama è questa:
Padre King è stato inviato in un villaggio messicano terrorizzato dalla presenza del bandito Valentino. Grazie al suo coraggio gli abitanti trovano la forza per cacciarlo. Valentino, saputo che una donna si è innamorata di King, sparge calunnie per renderlo inviso alla popolazione. Raggiunto dalla polizia viene ferito a morte. Cadrà anche padre King che ha voluto assicurare i sacramenti al rivale.
Si tratta di un western anomalo, poco conosciuto e trascurato dalla critica per anni, in cui non conta tanto l'azione quanto i rapporti tra i personaggi: il prete (quasi) integerrimo, il cattivo (sempre vestito di nero) con un barlume di umanità e la ragazza innamorata del prete. Per quanto riguarda il cattivo, poi, è interessante il sentimento di odio-amore che prova nei confronti del prete: odio per la fede e la Chiesa e ammirazione - e forse amore, il risvolto omosessuale è lasciato nell'ambiguità - per la sua persona, il suo coraggio e la sua dirittura morale. E' questa contraddizione che esprime il titolo originale del film: il cantante, non la canzone. Nel senso che il cattivo detesta la canzone ma non può fare a meno di apprezzare il cantante. Contemporaneamente il prete cede momentaneamente all'attrazione della ragazza e si rivela nella sua umana debolezza un cattivo cantante, ma è tanto convinto della bontà della canzone da sacrificare la sua vita per far recitare al suo rivale l'atto di dolore. Bella dialettica, non è vero?
E' a questo titolo originale che ho pensato oggi leggendo un po' di post e di commenti sui 150 anni dell'unità d'Italia.
Premetto che non mi sono sentito mai particolarmente patriottico (se non quando facevo la raccolta delle figurine sul Risorgimento ai tempi delle elementari, più di mezzo secolo fa), che negli anni '60 mi piaceva Franco Nebbia che cantava l'inno nazionale sull'aria di "Sapore di sale" (e viceversa: provate, funziona), che nel '68 apprezzavo lo slogan "Il proletariato non ha nazione / internazionalismo, rivoluzione" e che le uniche cose "nazionali" che non consideravo con sospetto erano le sigarette senza filtro (quelle col pacchetto grigiolino con la "n" blu: per le Gauloises e le Gitanes non avevo né il fisico né i soldi).
Premetto anche che non posso fare a meno di considerare questo Paese infestato da delinquenti, corrotti, corruttori di persone e di valori, concussi, concussori, mafiosi, cialtroni, pennivendoli, ignoranti, furbastri e furbetti, leccaculo, lacché, veline, mignotte, utilizzatori finali, prosseneti, venduti, imbroglioni, voltagabbana, figli-nipoti-cugini-cognati di, familisti amorali, sfruttatori, grassatori, tagliagole, costruttori, palazzinari, cementificatori, inquinatori e adulteratori di ogni tipo, affaristi, speculatori, supponenti, leghisti, fascisti assortiti, maschilisti, violentatori, picchiatori di donne, ipocriti, vigliacchi, fancazzisti, avvocaticchi, commercialisti asserviti, assicuratori truffaldini, spettatori di reality, divertitori coatti, adoratori di leader, carisma-dipendenti, competitori, cocainomani, mammoni, indossatori di griffe, religiosi, manipolatori e manipolati, rassegnati, vinti, tifosi, percettori di rendite, satanisti, criccaroli e piennisti (P2, P3, P4... ), salvatori e salvati dal comunismo.
Però poi vedo cortei di studenti, manifestazioni di donne in difesa della loro dignità, mobilitazioni per la Costituzione, tranquille casalinghe che raccolgono di loro iniziativa firme nei supermercati, non rassegnati che inventano slogan e preparano cartelli, insospettabili che appena gli offri l'occasione sbottano in invettive feroci e dignitosissime, persone mitissime che si stanno caricando di rabbia, gente dalla faccia pulita che non ne può proprio più. Poi vedo gente che applaude Napolitano per quello che rappresenta (e per quello che è) e fischia a Berlusconi per quello che è (e per quello che rappresenta).
Allora provo a pensare che magari, cambiati i cantanti, la canzone può anche essere non tanto male, che magari si può persino imparare a esserne un po' orgogliosi. Altrimenti perché incazzarsi così a sentire tante stonature?
(Certo mi piacerebbe di più cantare subito "Compagni d'Italia", ma se si fa un po' di pulizia in famiglia, chissà...)
E così, ma sì, nonostante tutto:

VIVA L'ITALIA !

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Abbiamo le stesse vedute. Dopo il 13 marzo delle donne, gli studenti e gli insegnanti che tornano in piazza e i vituperii a Berlusconi, rinasce la speranza in questo paese.
Girolamo De Vincentiis

stellarossa ha detto...

Solo tu potevi partire da un vecchio film sconosciuto e negletto per arrivare ai 150 anni della nostra costituzione ( che di quello si tratta) Impressionante l'elenco di infami che hai scritto, e sono le categorie più famose…se penso che per ogni voce ci sono i sottoinsiemi mi vengono i peli dritti.
@ Girolamo De Vincentiis: rinasce la speranza è una bellissima espressione la condivido.
Bellissimo post,questa cosa del cantante e della canzone è vera,sembra quasi una formula matematica,vero?

Tullix ha detto...

E speriamo che la speranza oltre che rinascere venga su bella sana e robusta e capace di tirarsi su le maniche (e indossare stivali con la punta rinforzata).
@ stellarossa: in effetti l'elenco di infami poteva anche essere più lungo: Non posso però non scusarmi per non aver citato una categoria particolarmente efferata quale quella degli arrogantissimi guidatori di SUV, arricchita della sottocategoria "guidatrici di SUV in attesa dell'uscita dei pargoli dalla scuola privata confessionale". Bleah!