c'è un intruso!

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come fregare il cacciatore

lunedì 31 gennaio 2011

'A proposito di tutte queste... signore'. Appunti su puttane e cinema







La figura della 'puttana' ha avuto sin dagli inizi un posto rilevante nella storia del cinema: da esempio peccaminoso da evitare e di cui rappresentare la "perdizione" a personaggio sempre più complesso e contraddittorio attraverso il quale sviluppare dialettiche non solo drammatiche ma anche di carattere metaforico, sociale ed esistenziale.

Elencare in maniera ragionata e critica anche solo le principali apparizioni del personaggio in oltre un secolo di cinema è impresa che - quantunque non impossibile - richiederebbe una grande disponibilità di tempo e probabilmente interesserebbe un numero limitato di persone: mi limiterò quindi ad alcuni cenni basati su memoria e impressioni personali piuttosto che sulla consultazione analitica dei repertori filmografici.

Ovviamente le classificazioni sono sempre discutibili e sostituibili con punti di vista differenti: qui vanno prese in maniera puramente strumentale.


  • Come soggetto (drammatici). Sono film in cui la vita delle puttane rappresenta il centro della narrazione, spesso con taglio anche sociologico. Dai classici Lulù - Il vaso di Pandora (Die buchse der Pandora), 1928 e Il diario di una donna perduta (Das tagebuch einer verlorenen), 1929 di Georg W. Pabst, entrambi con la mitica Louise Brooks, Vita di O'Haru donna galante (Saikaku ichidai onna), 1952 e La strada della vergogna (Akasen chitai), 1956 di Kenji Mizoguchi, Casco d'oro (Casque d'or), 1952 di Jacques Becker, con una bellissima Simone Signoret, Nella città l'inferno, 1958 di Renato Castellani, con Anna Magnani e Giulietta Masina, ai più moderni Adua e le compagne, 1960 di Antonio Pietrangeli, con Simone Signoret, Sandra Milo, Emmanuelle Riva e Gina Rovere, La viaccia, 1961 di Mauro Bolognini, con una giovane e sensuale Claudia Cardinale, Mamma Roma, 1962 di Pier Paolo Pasolini, con una grandissima Anna Magnani, il quasi trattato sociologico Questa è la mia vita (Vivre sa vie: Film en douze tableaux), 1962 di Jean-Luc Godard, con una Anna Karina da urlo, Barriera di carne (Nikutai no mon), 1964 di Sejun Suzuki, Due o tre cose che so di lei (2 ou 3 choses que je sais d'elle), 1966 di Jean-Luc Godard, Bella di giorno (Belle de,jour), 1967 di Luis Bunuel, (Catherine Deneuve!), Un uomo da marciapiede (Midnight Cowboy), 1969 di John Schlesinger, (mica solo femmine, bravo Jon Voight), Pretty Baby (Pretty Baby), 1978 di Louis Malle, su una prostituta-bambina interpretata da una Brooke Shields dodicenne, Vita e rabbia di una prostituta parigina (La dérobade), 1980 di Marcel Duval, Whore-Puttana (Whore), 1991 di Ken Russell, con la grintosissima Theresa Russell, Belli e dannati (My Own Private Idaho), 1991 di Gus Van Sant, (Keanu Reeves e River Phoenix), Niente baci sulla bocca (J'embrasse pas), 1991 di André Téchiné, l'esplicito Tokyo Decadence (Topazu), 1992 di Ryu Murakami e il crudissimo Le buttane, 1994 di Aurelio Grimaldi, girato in siciliano.
  • Come soggetto (romantici e comici). In questi film più che l'aspetto sociologico della "professione" viene messa in rilievo la psicologia dei personaggi, diciamo il loro lato "umano", la storia personale. Le notti di Cabiria, 1957 di Federico Fellini, con una tenera Giulietta Masina, Lola, donna di vita (Lola), 1960 di Jacques Demy, con Anouk Aimée, Mai di domenica (Pote tin kyriaki), 1960 di Jules Dassin, con una sontuosa Melina Mercouri, Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany's), 1961 di Blake Edwards, (Audrey Hepburn nel ruolo di Holly Golightly è me-ra-vi-glio-sa, ed è splendido anche il gatto sotto la pioggia), Ieri, oggi, domani, 1963 di Vittorio De Sica, (Sophia Loren nel mitico spogliarello), Irma la dolce (Irma la Douce), 1963 di Billy Wilder, con Shirley MacLaine in calze verdi, Film d'amore e d'anarchia, 1973 di Lina Wertmuller, con una brava Mariangela Melato, La chiamavano Bilbao (Bilbao), 1978 di Juan José Bigas Luna, il fin troppo famoso Pretty Woman (Pretty Woman), 1990 di Garry Marshall, con Julia Roberts, Paprika, 1991 di Tinto Brass, con Deborah Caprioglio, il romanticissimo Moulin Rouge (Moulin Rouge), 2001 di Baz Luhrmann, con Nicole Kidman e Chéri (Chéri), 2009 di Stephen Frears, dal romanzo di Colette, con Michelle Pfeiffer.
  • Come protagoniste. In questi altri film le nostre eroine sono protagoniste, ma l'aspetto "professionale", pur non essendo irrilevante, non è il cardine dell'azione. Gli avvoltoi hanno fame (Two Mules for Sister Sara), 1970 di Don Siegel, con Shirley MacLaine nei panni di una finta suora, Una squillo per l'ispettore Klute (Klute), 1971 di Alan J. Pakula, (Jane Fonda nel ruolo di Bree Daniels, da premio Oscar), il western "invernale" e destrutturato I compari (McCabe & Mrs. Miller), 1971 di Robert Altman, (Julie Christie, nomination all'Oscar), Kitty Tippel... Quelle notti passate sulla strada (Keetje Tippel), 1974 di Paul Verhoven, L'uomo nel mirino (The Gauntlet), 1977 di Clint Eastwood, con una tostissima Sondra Locke, allora compagna del regista, L'ultimo gigolò (Schoner Gigolo armer Gigolo), 1979 di David Hemmings, con David Bowie, American Gigolò (American Gigolò), 1980 di Paul Schrader, con Richard Gere in parte perfetta, Vestito per uccidere (Dressed to kill), 1980 di Brian De Palma, (Nancy Allen fa la prostituta in pericolo, ma Angie Dickinson viene punita per la sua "leggerezza"), Bad Girls (Bad Girls), 1994 di Jonathan Kaplan (con Madeleine Stowe, Mary Stuart Masterson, Andie MacDowell e Drew Barrymore, wow!).
  • Nell'intreccio. In questi film invece, pur non essendo le protagoniste principali, svolgono un ruolo essenziale nello sviluppo della trama. Ombre rosse (Stagecoach), 1939 di John Ford, con Claire Trevor nel ruolo di Dallas, la prostituta con cui rifarsi una vita, Rocco e i suoi fratelli, 1960 di Luchino Visconti, con Annie Girardot contesa e ammazzata, 8 1/2, 1963 di Federico Fellini, con Edda Grale nel ruolo dell'inquietante Saraghina, C'era una volta il West, 1968 di Sergio Leone, con Claudia Cardinale prostituta in cerca di riscatto, La ballata di Cable Hogue (The Ballad of Cable Hogue), 1970 di Sam Peckinpah, con Stella Stevens nel ruolo dell'allegra e affettuosa Hildy, Roma, 1972 di Federico Fellini, Taxi Driver (Taxi driver), 1976 di Martin Scorsese, con la tredicenne Jodie Foster nel ruolo di Iris, Hardcore (Hardcore), 1979 di Paul Schrader, I cancelli del cielo (Heaven's Gate), 1980 di Michael Cimino, con Isabelle Huppert che interpreta la contesa e volitiva Ella Watson, La città delle donne, 1980 di Federico Fellini, Una poltrona per due (Trading Places), 1983 di John Landis, con Jamie Lee Curtis nei panni della puttana di buonissimo cuore Ophelia e Gli spietati (Unforgiven), 1992 di Clint Eastwood in cui una prostituta che viene sfregiata da un cowboy diviene il motore primo dell'azione.
Ci sarebbero poi tutti quei film in cui, pur non essendo rappresentato in maniera esplicita, il comportamento del soggetto è implicitamente riconducibile a una delle accezioni di cui al post precedente (mercimonio "mascherato", promiscuità, "professionalità", volgarità), ma qui verrebbe implicata una massa enorme di titoli, da La fiamma del peccato (Double Indemnity), 1944 di Billy Wilder a La signora di Shanghai (The Lady from Shanghai), 1947 di Orson Welles, a Brivido caldo (Body Heat), 1981 di Lawrence Kasdan e in genere tutti i film con le dark lady. Se poi si vuole passare dal significato letterale "implicito" a quello simbolico ed estendere la rappresentazione anche ai "figli di", praticamente non si salverebbero che i cartoni animati (e neanche tanto, basti pensare a West and soda, 1965 di Bruno Bozzetto con i personaggi del Cattivissimo e Esmeralda, la "cantante" da saloon), i vecchi documentari Disney della serie "La natura e le sue meraviglie" e (forse) Marcellino pane e vino (Marcelino pan y vino), 1955 di Ladislao Vajda (una subdola e furbastra puttanata).

Come si è potuto vedere il personaggio della puttana presenta molteplici sfaccettature e si presta a una varietà di discorsi estremamente interessante e articolata. Provate ora a misurarne la distanza dalle miserabili, banalissime (anche nelle aspirazioni: fare shopping di 25 paia di scarpe, essere griffate dalla testa ai piedi, possedere un SUV Hummer per il cui pieno alla pompa di benzina occorre almeno il corrispettivo di un differente tipo di pompa), diserotizzanti ragazzotte impiegate nell'harem del Sultano. Ma probabilmente è la ricca miseria dell'utilizzatore finale a riflettersi nella squallida miseria delle utilizzate.
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PS. Si ringrazia Ingmar Bergman per aver fornito il titolo (italiano: l'originale è För att inte tala om alla dessa kvinnor, 1963) al post.

giovedì 27 gennaio 2011

Scusate il ritardo...

... ma mi sono distratto per le interessanti notazioni della Minetti sulla flaccidità delle natiche berlusconiane (v. post su "Compiti a casa").
L'appendice cinefila al discorso sulle 'puttane' verrà pubblicata al più presto.

lunedì 24 gennaio 2011

Sul buon uso del termine 'puttana' (con appendice cinefila)


Quantunque il termine ufficiale neutro italiano sia 'prostituta', nel linguaggio colloquiale il sinonimo più comune a livello nazionale è certamente 'puttana', seguito in aree geografiche via via più ristrette, da troia o maiala (Toscana), zoccola, vacca, mignotta (Lazio), baldracca, bagascia (Liguria), sgualdrina, androcchia o 'ntrocchia (Campania), picia (Piemonte), buttana e tappinara (Sicilia), tralasciando tutte le parole allusive a situazioni (burdillara, battona) o a prestazioni particolari (sucaminchia, stutacannelle, bocchinara).
Mentre il termine 'prostituta' indica chi offre prestazioni sessuali dietro pagamento di un corrispettivo in denaro e deriva dal verbo latino prostituere (pro, "davanti" e statuere, "porre") che indicava la situazione di una persona (in genere schiava) che veniva messa in mostra per la vendita davanti alla bottega del suo padrone, più incerta appare l'origine di 'puttana': si va da putto (perché i rapporti mercenari provocavano spesso gravidanze) a putta (latino per 'ragazza') passato attraverso il francese antico putain (puzzolente).
Per evitare confusioni e approssimazioni credo sia utile distinguere le diverse accezioni del termine 'puttana':
  1. Chi vende temporaneamente una prestazione (attiva) o la disponibilità del proprio corpo (passiva) per scopi sessuali: cioè chi fa delle cose al corpo dell'utilizzatore o da questi se ne fa fare.
  2. Chi vende tale prestazione o disponibilità a più utilizzatori. La promiscuità fa estendere l'accezione anche in assenza di corrispettivo ("sei una puttana!", detto dal marito che scopre una relazione della moglie anche se è del tutto disinteressata).
  3. Chi effettua la prestazione o l'interazione sessuale con professionalità e perizia, partecipando attivamente e ricavandone manifesta soddisfazione.
  4. Chi nell'effettuazione della prestazione usa un linguaggio totalmente esplicito e spesso 'volgare'.
  5. In senso figurato esistono le locuzioni "andare a puttane" e "mandare a puttane" nel senso di andare in rovina o provocare l'insuccesso di un'idea o di un progetto, mentre "fare una puttanata" sta per combinare qualcosa di stupido o di sbagliato e "puttanaio" indica una condizione di confusione (come 'casino') ma viene anche usato in senso letterale come addensamento localizzato di puttane ("ad Arcore era un vero puttanaio").
  6. Un aspetto particolare è rappresentato dall'uso del termine come semplice interiezione impropria o come locuzione interiettiva ('puttana!', 'porca puttana', 'puttana la miseria'), un po' come l'uso di 'cazzo' senza nessuna connotazione sessuale ('cosa cazzo dici?', 'cazzo, me ne sono dimenticato!') (per chi vuole divertirsi rimando all'uso del termine 'putain' da parte dei parigini, ben documentato qui).
Al di là degli aspetti peccaminosi-religiosi (non va dimenticato che nell'antichità la prostituzione aveva un carattere sacrale-rituale, con le donne che offrivano il loro corpo come sacrificio alle divinità), la questione antropologico-morale che si pone di fronte al rapporto con una puttana è che tale rapporto è sempre un rapporto inautentico, anche quando esiste il massimo della lucidità da parte dei partecipanti: se è invalso l'uso dell'espressione apparentemente meno ipocrita "fare sesso" al posto della desueta "fare l'amore" (o "fare all'amore" che almeno alludeva a un "fare come"), nondimeno rimane il fatto che in tale rapporto viene "simulato", recitato, un rapporto di libera spontaneità, reciproca passione, intimo abbandono per tentare di coprire l'altrimenti irrimediabile squallore dell'uso dell'altro (anche se presunto reciproco). In una dialettica infernale il tentativo di ridurre l'altro a oggetto porta inevitabilmente anche il presunto soggetto all'oggettivazione, all'alienazione: che soddisfazione c'è a possedere un (finto) oggetto quando volevo raggiungere un altro soggetto?
La mia impressione è che comunque per il maschio italiano tipo che piace tanto a Berlusconi (e di cui lui è una perfetta espressione) l'unica accezione del termine 'puttana' considerata negativa sia quella della promiscuità se non da lui controllata: pagare per delle prestazioni non è così negativo se poi esime da altri tipi di obbligo (corteggiamento, attenzioni, gestione del "dopo"), se la partecipazione è attiva (o ben simulata) è più eccitante e anche un po' di volgarità gioca la sua parte. Una puttana sarebbe una fidanzata (ed eventualmente una moglie) perfetta se non ci fossero altri possibili utilizzatori/concorrenti (è su questo paradosso che è costruito il bellissimo Irma la dolce (Irma la Douce) di Billy Wilder, 1963), con buona pace di qualsiasi intellettualistico discorso sull'alienazione e l'autenticità.
Per quanto riguarda le ragazze implicate nei bunga-bunga berlusconiani va da sé che le quattro principali accezioni del termine 'puttana' siano del tutto applicabili (a parte la qualità delle capacità professionali su cui non è dato e non interessa sapere). Vale la pena però di fare una riflessione particolare sul termine 'mignotta' che in certi casi risulta più adeguato. Per 'mignotta' si intende una persona che vende il proprio corpo o la propria dignità in cambio non tanto di denaro, quanto di favori, oppure per entrare nelle grazie di qualcuno anche a discapito di altre persone. Il termine si fa derivare dal francese mignoter (carezzare) o mignon (favorito), oppure dall'annotazione matris ignotae, abbreviata in m. ignotae, apposta sui registi anagrafici per i neonati abbandonati, ai quali venivano anche posti al braccio braccialetti con la scritta filius m. ignotae da cui derivò il termine romanesco fijo de mignotta diventato poi in senso simbolico equivalente di figlio di puttana o figlio di buona donna (con un'accezione nettamente negativa nell'uso nelle regioni centrosettentrionali e più bonariamente positiva in quelle meridionali).
Non si adatta forse questa definizione alla persona così violentemente difesa dal nostro presdelcon nel suo intervento telefonico all'Infedele di lunedì 24 gennaio (persona di madre lingua inglese, tanto che mai praticherebbe una fellatio al posto di un blowjob)?
Mentre alla signora S'anchanté (da leggere alla francese, nel senso di persona dalla forte autostima) si adatterebbe forse un termine siciliano vagamente misterioso che mi ha sempre affascinato: tappinara. Mia madre lo usava quando il termine buttana pareva troppo elegante. Credo che derivi dalla parola tappina, ciabatta: tappinara era quindi colei che esercitava in casa, senza bisogno di tacchi a spillo e possibilmente con le calze mezzo arrotolate e la sottoveste adeguatamente sbrindellata.

PS. L'appendice cinefila è rimandata a domani

sabato 22 gennaio 2011

L'orrore è soggettivo, signora marinaberlusconi

A me e credo a moltissimi, l'orrore sale spontaneo solo guardando le foto della signora marina berlusconi (detta anche moplen).
Comunque è stata bravina a mettere assieme e poi in fila più di dieci parole di senso compiuto. Avrà chiesto aiuto al personal trainer… ancora una volta...
Sarebbe carino sentire il parlato vero però; si sa che i giornalisti "aggiustano e stravolgono", magari la marina pensante e parlante vivolive era pure più meglio: ooooooh che orrrrore… e che cazzo il silicone fa scherzi orrendi nel parlato. Non si capisce una beata minchia quando muovono i canotti.


Non metto nessuna foto della signora, debbo ancora fare cena...






A Roberto Saviano tutto il mio affetto, e sono parecchio orgogliosa di lui, ma tanto tanto.

sabato 15 gennaio 2011

Risorse umane

Mariastella Gelmini (Particolare)
(Le ombre e le imperfezioni non sono dovute alla qualità della riproduzione)

Il ritratto è stato patrocinato dall'Associazione Ottici e Optometristi quale dimostrazione di gratitudine per l'opera di smaltimento delle montature più brutte e malriuscite così coraggiosamente portata avanti.
Sponsor speciale la ditta "Torquemada srl" produttrice del tutore Broomstick (fornito con il pratico e discreto applicatore a molla autolubrificato) che conferisce quella tipica e simpatica postura di cui la ministra è così entusiasta testimonial.

venerdì 7 gennaio 2011

Monocolo epifanico


e poi cE questa storia dellepifania ke tutte le feste si porta via e viene dodici giorni dopo il natale e dovrebbe rievocare larrivo di questi re magi alla capanna oppure grotta oppure grotta stalla seguendo la stella per dodici giorni per strade e deserti su cammelli ma forse dromedari ke sono pure piU scomodi ke almeno nei cammelli ti piazzi in mezzo alle gobbe e ki ti sposta piU e magari ci puoi pure fare un sonnellino se lanimale E bene addestrato perO i cammelli venivano da piU in lA a oriente tipo deserto del gobi ma li conoscevano di sicuro altrimenti come facevano a passare per la cruna dellago sarebbero stati i dromedari piU facili da far passare piuttosto ke i rikki nel regno dei cieli ke almeno su questa cosa avevano le idee kiare anche se poi magari era tutto un errore di traduzione e cammello era in realtA camelos cioE una corda che aveva un pO piU di senso no piuttosto ke spingere il povero cammello in questa fottuta cruna ke poi spingi spingi riskiava di rimanere incastrato tra una gobba e laltra mentre andava di certo meglio come cavalcatura per questi re magi ke forse anke loro arrivavano da piU oriente e peraltro dodici giorni di viaggio fanno una bella distanza anke se bisognerebbe sapere quanti kilometri lora fanno queste bestie e per quante ore vanno avanti comunque dodici giorni saranno stati minimo minimo millecinquecento duemila kilometri ke si arriva giusto dalle parti dellafganistan anke se bisognerebbe pure calcolare le fermate tecnike per approvvigionarsi dei doni ke loro ce lavranno pure avuto lI a disposizione perkE a fare i re magi si doveva guadagnare bene anke solo con le previsioni del tempo e gli oroscopi piU un tot di medicina alternativa e sciamanesimi vari niu eig e di incenso si doveva fare un gran uso visto poi ke il grosso degli abitanti facevano i pecorai e a raggrupparne un pO in un tempio si favorivano certo visioni mistike e cadute in trans ma anke semplici svenimenti cosI lincenso aiutava ed era misticissimo ma la mirra la mirra erano cazzi ke tu kiedevi e ti guardavano strano e pensavano ke volevi della birra ke era invece ben conosciuta giA dallepopea di gilgamesc e pare ke i babilonesi ne usassero trentaquattro tipi diversi e veniva bevuta mica gelata ke non cerano i frigoriferi e invece dovevi precisare non birra mirra mirra con la emme come merda ke in effetti era amarissima come dalla radice semitica mrr ed era una resina ke veniva usata per la tosse e ci cavavano fuori pure un profumo dolciastro ke ogni cognata in carenza didee a regalato almeno una volta negli ultimi anni ke tu te lo spruzzi come dopobarba per esempio e ti sembra di essere appena uscito da un bordello di aleppo e per strada vieni minimo abbordato da tre transessuali alti un metro e novanta e con quarantasei di piede ma la usavano anke per le imbalsamazioni e come conservante per i cadaveri cosI ke il povero gesUbambino di fronte al dono del magio come minimo si sarA toccato i piccoli zebedei kiedendosi chi era il gaffur visto che i magi tali erano in quanto anke prevedevano il futuro ma su questo le notizie sono un pO contraddittorie anke se pare ke si kiamassero rispettivamente melkiorre gaspare e baldassarre ke ai nostri giorni sarebbero poi markionne col suo coscmar di cascmir ke invece delloro porta il piombo e gasparri ke al posto dellincenso offre un bel lacrimogeno mentre il terzo sarebbe baldassarri ke E un senatore del gruppo di futuro e libertA con laria triste e un pizzo tipo repubblica di salO e in quanto il piU sfigato di tutti E quello giusto per portare sempre la mirra con tutti gli scongiuri del caso

domenica 2 gennaio 2011

... probabilmente.

La ragazza aveva detto di chiamarsi Natascia e di venire dalla Moldavia o Moldova, come preferiva, ed era bruna, alta, soda e molto esperta. Gliel'aveva raccomandata entusiasticamente il fido E. dopo la solita selezione del materiale procurato da LM. Era brava davvero, faceva alcuni lavoretti con la lingua, con le dita e con altre parti del corpo così deliziosamente e irresistibilmente diabolici che forse il solito cocktail di pilloline e polverine sarebbe stato superfluo. Adesso era scesa dal letto per andare in bagno, coprendo lo splendido corpo nudo con l'accappatoio rosa che prima si era così abilmente fatta scivolare ai piedi. Erano parecchi minuti che si era allontanata e lui incominciava a sentire rimontare il desiderio, anche immaginando perversamente quello che stava avvenendo più in là. Così era sceso anche lui dal letto, aveva indossato l'accappatoio azzurro dalle grandi cifre sulla sinistra e si era diretto verso il bagno, sull'altro lato del corridoio.
"Natascia, piccolina, dove sei, hai bisogno d'aiuto? Vuoi che il tuo maschione ti pulisca per benino?" aveva sussurrato dietro la porta chiusa. "Natascia, ci sei? Ma cos'è, ti vergogni? Ma sono funzioni naturali, sai? O in Moldova usate diversamente?" Spazientito si era messo a bussare alla porta, prima con le nocche, poi con la mano aperta. "Natascia, insomma, qui mi si ammoscia, cribbio". Non aveva ricevuto nessuna risposta ed era stato quasi con sollievo che si era accorto che da sotto la porta non filtrava nessuna luce. Quasi contemporaneamente aveva notato che la porta accanto era socchiusa e lasciava intravvedere una luce fievole e quasi lontana. Veramente di quella porta lui non si ricordava, ma con tutte quelle case, ville, residenze, era più che comprensibile. Così aveva spinto la porta ed era entrato in un locale che era praticamente uguale al bagno a cui era abituato, salvo che le cose erano posizionate al contrario: la vasca sulla sinistra invece che sulla destra e così il bidet e la tazza del water, dalla quale Natascia si stava sollevando, non preoccupandosi di azionare lo sciacquone.
"Natascia, hai fatto? Ma perché non sei andata nel bagno normale e perché qui è tutto alla rovescia?". "Ti stavo aspettando, Oivlis, finalmente hai varcato la porta e adesso si compirà il tuo destino". "Ma quale destino, e poi non mi chiamo Oivlis, lo sanno tutti, sono l'uomo più potente d'Italia e mi chiamo... ah ecco, anche questo è alla rovescia, ma cos'è questo posto?" "E' un portale, Oivlis, un portale per l'Intraverso"."L'Intraverso? l'introverso, vorrai dire"."No, l'Intraverso. Tu sai che non esiste un solo Universo, ma infiniti, generati da scelte diverse in nodi diversi particolarmente drammatici, per cui si dovrebbe correttamente parlare di Multiverso. Normalmente i vari Universi sono tenuti nettamente separati e non possono interagire, pena la dissoluzione del continuum spazio-temporale, ma ci sono luoghi in cui, per periodi brevissimi, il passaggio è possibile: il collegamento tra gli Universi è appunto l'Intraverso e questo ne è uno dei portali". "Ma perché proprio questo?". "Ma perché qui sono avvenute cose terribili che hanno provocato increspature nel continuum: questa villa in origine era un monastero benedettino, poi divenne proprietà dei conti Giulini e poi dei conti Casati che vi commisero perversioni inenarrabili, fino a quel 30 agosto 1970 in cui il conte Camillo Casati Stampa di Soncino uccise la moglie Anna Fallarino che amava offrire ad altri uomini, insieme all'ultimo amante, per poi suicidarsi. Anche se il fatto avvenne a Roma è l'appartenenza che conta." "Ma, ma tu come fai a sapere queste cose, tu che vieni dalla Moldova"."Anche lì c'è un portale e poi confesso di averti taciuto qualcosa su di me. Ma eccoti il mio biglietto".
Su un cartoncino color terra bruciata era scritto: AICSATAN, Natascia al contrario, e più sotto:

AMMINISTRAZIONE INTRAVERSO
Sezione CONTRAPPASSO
Dottor SATAN

Mentre Oivlis rimaneva muto Natascia, ovvero il dottor Satan, aveva aggiunto: "Ecco, questo è l'Intraverso o, per usare un termine più noto agli umani, l'INFERNO, in cui viene applicata la regola del contrappasso, saprai cos'è vero?" e nel dire questo aveva fatto cadere l'accappatoio rosa e si era voltata di fronte mostrando in mezzo alle gambe, ancora in posizione di riposo, un batocchio che scendeva ben oltre le ginocchia, sotto le quali i piedi erano diventati degli zoccoli caprini.
"Ma che puzza insopportabile!", non era riuscito a trattenersi Oivlis. "E' la mia natura, e poi vorrei vedere te a mantenere pulito senza farti male un affare ricoperto di squame uncinate! Ma non ti preoccupare: per dove andrà a posizionarsi l'odore non lo sentirai troppo. Il gelo sì".
In saecula saeculorum.


sabato 1 gennaio 2011

Buon Anno!




Non è che sono ammattita… mi è stato mandato da un amico a Natale ma è rimasto inopinatamente nello spam fino a stamattina.
L'ho trovato delizioso e allora Buon Anno ve lo auguro con questo buon natale, chissà che non funzioni di più questo piccolo rito degli auguri, mi piacerebbe tanto…
AUGURI DI CUORE da me e da Tullix.