tag:blogger.com,1999:blog-89771742832139734662024-03-14T03:20:04.976+01:00DIARIO QUASI GIORNALIEROun diario a quattro mani e un certo numero di zampestellarossahttp://www.blogger.com/profile/12058727705152453061noreply@blogger.comBlogger234125tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-5747684097971680392012-03-13T01:47:00.001+01:002012-03-13T01:47:30.978+01:00Lucio Battisti - Umanamente Uomo: Il Sogno<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="344" src="http://www.youtube.com/embed/pHyIbZkZcAI?fs=1" width="459"></iframe>stellarossahttp://www.blogger.com/profile/12058727705152453061noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-11839253546540018012012-01-18T00:17:00.001+01:002012-01-18T00:25:43.263+01:00Clinton<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-VVKqkYiRi44/TxYDGzzv6WI/AAAAAAAAB_c/oIugGR-O1x8/s1600/IMG_0221.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-VVKqkYiRi44/TxYDGzzv6WI/AAAAAAAAB_c/oIugGR-O1x8/s320/IMG_0221.jpg" width="239" /></a></div>
<br /></div>
</div>stellarossahttp://www.blogger.com/profile/12058727705152453061noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-22765618083490468752011-12-17T01:53:00.000+01:002011-12-17T03:49:00.435+01:00CHI PARLA E CHI NON PUO' FARLO<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<a href="http://www.bairo.info/vivisezione.html">e questi possono raccontare?</a><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Stasera ho guardato su Rai3 la storia dei migranti italiani in giro per il mondo: ho visto cose atroci.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma qualcuno dei protagonisti di queste storie (le più recenti, ovvio) era lì a raccontare del loro riscatto, della forza di volontà che ha vinto l'ottusità e l'ignoranza, delle opportunità di vita che se non te le danno te le prendi perché puoi parlare, e chi parla è pericoloso, bisogna farci i conti. Solo gli animali non parlano e fa tanto comodo che non lo facciano…</div>
<div style="text-align: justify;">
Stasera ho visto un piccolo scimmietto chiuso in un tubo di plastica trasparente molto stretto dibattersi e piangere. Era uno dei tanti esperimenti e - volendo proprio fare le pulci alle spese inutili del governo italiano in tempo di crisi - direi che sarebbe da eliminare questo mood dei protocolli quinquennali che costano un sacco di denaro per nulla.</div>
<div style="text-align: justify;">
Chi sperimenta sul serio i farmaci sono gli umani, sono i vecchi a cui il dottore propone un farmaco nuovo, negli ambulatori o negli ospedali o negli ospizi… Oppure sono i volontari del fiorente mercato di salute giovane ma povera e disperata (non è rara questa combinazione, vero?). Ma anche tutti i bambini poveri con genitori poveri (in Africa è un must) sono perfetti per la sperimentazione inconsapevole, che schifo. Quelli che ne muoiono per lo più sono nascosti.</div>
<div style="text-align: justify;">
In parlamento gli animalisti sono o ridotti all'impotenza perché sono pochissimi, oppure sono i soliti "cercatori d'oro", cioè lo stipendio, il rimborso, la diaria, non so che altro, ma soldi di sicuro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono consapevole che mi sto consumando per nulla, che pur sapendo cosa costa il mascara che ti fa le ciglia finte da star (... da idiota star) a migliaia di creature che neanche sanno che cazzo è il mascara, continuerete a comperarlo. Quel mascara rende gli occhi bovini e ottusi ma di questa parte non mi frega nulla. Voi scegliete di essere quel che siete e non voglio approfondire: i conigli, i topi, i gatti no. Loro soffrono e basta. Vi piace?</div>
<div style="text-align: justify;">
Dimenticavo: anche i cani sono molto ambiti, centinaia di protocolli che prevedono i nostri amatissimi bau - in Italia li alleviamo apposta, che belle persone siamo!</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
P.S. Il primo che mi dice che se si salva il bambino ben venga la morte atroce di un cane, giuro che lo maledico. Non ammetto ignoranze.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A me di consumarmi non importa, credo che lotterò fino all'ultimo giorno della vita che ho ancora (un bel pezzo) da vivere.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>stellarossahttp://www.blogger.com/profile/12058727705152453061noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-23504777687008972882011-12-11T23:17:00.000+01:002011-12-12T00:24:59.221+01:00In These Shoes? - Kirsty MacColl<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="344" src="http://www.youtube.com/embed/pjvaqVAFuLI?fs=1" width="459"></iframe><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">la vecchia scusa di non aver le scarpe adatte….</span></div>
</div>
</div>stellarossahttp://www.blogger.com/profile/12058727705152453061noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-11059611479438132212011-11-29T00:35:00.001+01:002011-11-29T04:21:09.245+01:00il ritmo bilanciato del suo passo...<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/DWfMNWP2kMw?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>stellarossahttp://www.blogger.com/profile/12058727705152453061noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-52338851643725730712011-11-22T00:50:00.000+01:002011-11-22T04:22:31.072+01:00Insieme a te non ci sto più - Caterina Caselli<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="344" src="http://www.youtube.com/embed/SkQRpPOfQNE?fs=1" width="459"></iframe></div>stellarossahttp://www.blogger.com/profile/12058727705152453061noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-2662990766353231112011-11-03T04:44:00.000+01:002011-11-04T05:12:30.445+01:00Chi semina vento... ovvero Sacconi, Fedro e Aristotele<div style="text-align: right;">
<span class="Apple-style-span"></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span class="Apple-style-span" style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px;"><i>Ad rivum eundem Lupus et Agnus venerant siti compulsi: superior stabat Lupus, longeque inferior Agnus: tunc fauce improba latro incitatus iurgii causam intulit. Cur, inquit, turbulentam fecisti mihi aquam bibenti? Laniger contra timens, qui possum, quaeso, facere quod quereris, Lupe? A te decurrit ad meos haustus liquor. Repulsus ille veritatis viribus, ante hos sex menses male, ait, dixisti mihi. Respondit Agnus: equidem natus non eram. Pater hercle tuus, inquit, maledixit mihi. Atque ita correptum lacerat iniusta nece.</i></span></div>
<span class="Apple-style-span" style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px;"><i> Haec propter illos scripta est homines fabula, qui ficti causis innocentes opprimunt.</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #2f2f2f; font-family: verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 19px;"><i><br />Un lupo ed un agnello, spinti dalla sete, erano giunti allo stesso ruscello. Più in alto si fermò il lupo, molto più in basso si mise l'agnello. Allora quel furfante, spinto dalla sua sfrenata golosità, cercò un pretesto di litigio.</i></span><span class="Apple-style-span" style="color: #2f2f2f; font-family: verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 19px;"><i>- Perché - disse - intorbidi l'acqua che sto bevendo? Pieno di timore, l'agnello rispose: - Scusa, come posso fare ciò? Io bevo l'acqua che passa prima da te. E quello, sconfitto dall'evidenza del fatto, disse: - Sei mesi fa hai parlato male di me. E l'agnello ribatté: - Ma se ancora non ero nato!</i></span><span class="Apple-style-span" style="color: #2f2f2f; font-family: verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 19px;"><i>- Per Ercole, fu tuo padre, a parlar male di me - disse il lupo. E subito gli saltò addosso e lo sbranò fino ad ucciderlo ingiustamente. </i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #2f2f2f; font-family: verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 19px;"><i>Questa favola è scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con falsi pretesti.</i></span><br />
<div style="text-align: right;">
<span class="Apple-style-span" style="color: #2f2f2f; font-family: verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 19px;"> (Fedro, Il lupo e l'agnello)</span></div>
<div style="text-align: right;">
<span class="Apple-style-span" style="color: #2f2f2f; font-family: verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 19px;"><i><br /></i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-d0_enC7BpGc/TrC0xn7qKII/AAAAAAAAAbQ/_jgEhTZ5fA4/s1600/Sacconi2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="260" src="http://4.bp.blogspot.com/-d0_enC7BpGc/TrC0xn7qKII/AAAAAAAAAbQ/_jgEhTZ5fA4/s400/Sacconi2.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il ministro Maurizio Sacconi è nato nel 1950 a Conegliano Veneto anche se ha una faccia più tipicamente emiliano-romagnola, larga, dai tratti marcati, sovrastata da capelli lisci, con guance che si stanno appena spampinando. Potrebbe essere considerato un bell'uomo non fosse per la bocca piccola da infame.</span></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Gli si potrebbe persino riconoscere una vaga somiglianza (in peggio) con Lino Ventura, indimenticato interprete di tanti</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>polar </i></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">francesi (uno fra tutti:</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><i>Tutte le ore</i></b></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i><b>feriscono... l'ultima uccide</b>, Le deuxième souffle, </i></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Jean-Pierre Melville</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>, 1966).</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i><br /></i></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-4cyJjUHbE1E/TrC5rjfL4ZI/AAAAAAAAAbY/0IP587233CM/s1600/Lino+Ventura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://4.bp.blogspot.com/-4cyJjUHbE1E/TrC5rjfL4ZI/AAAAAAAAAbY/0IP587233CM/s320/Lino+Ventura.jpg" width="240" /></a><a href="http://2.bp.blogspot.com/-NeIPDe1Es-c/TrC5wEMiMSI/AAAAAAAAAbg/6-NZb76Pjh4/s1600/Lino+Ventura+5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-NeIPDe1Es-c/TrC5wEMiMSI/AAAAAAAAAbg/6-NZb76Pjh4/s320/Lino+Ventura+5.jpg" width="157" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sacconi, come altri suoi compari tipo Brunetta e Cicchitto, proviene politicamente dai resti del Partito Socialista craxiano giustamente (ma purtroppo non definitivamente) spazzato via da Mani Pulite ed è da allora in cerca di vendetta.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Nel 2008 è stato nominato Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, dal quale nel dicembre 2009 è stato scisso il Ministero della Salute. Brevemente viene definito Ministro del Welfare, anche se sta lavorando con impegno per trasformarlo in <i>Mal</i>fare. Ha già avuto peraltro modo di distinguersi dopo la morte di Marco Biagi, quando emerse la sua responsabilità nel non essere intervenuto presso il Ministro dell' Interno e il Prefetto di Roma per fornirgli "una scorta vera e propria". Nel dicembre 2008 interviene nella vicenda di Eluana Englaro con un "atto di indirizzo" che vieta alle strutture sanitarie pubbliche e a quelle private convenzionate di interrompere l'idratazione e l'alimentazione forzate con la minaccia ricattatoria di escludere queste strutture dall'accreditamento. Nel gennaio 2011 ha firmato, insieme a Formigoni e ad altri, una lettera aperta per chiedere ai cattolici italiani di sospendere ogni giudizio morale nei confronti di Berlusconi indagato per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. Sensibilità e attenzione nei confronti dei valori cattolici che si è però recentemente bruciato con la barzelletta delle monache violentate.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma la sua ossessione è la lotta per la modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori (che afferma che - per le aziende al di sopra dei 15 dipendenti - il licenziamento è valido se avviene per giusta causa - violenze, furto, danneggiamento - o per giustificato motivo - ritardi sistematici, violazione del segreto d'ufficio): la motivazione è che rendendo più facili i licenziamenti si favoriscono le assunzioni.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questa è una delle tesi più ciniche di quella "dottrina" demenziale che va sotto il nome di "Liberismo", dove il riferimento alla "libertà" riguarda la facoltà di lasciare alla "libera" e acefala spontaneità del mercato la capacità di realizzare il bene comune: il "libero" incontro e scontro di egoismi individuali produrrà magicamente il benessere generale (e se non lo produrrà sarà colpa di chi non se lo è meritato). Paladino di questa concezione è stato in particolare Milton Friedman, premio Nobel (!) 1976 per l'economia e che ha esercitato una forte influenza negli anni 70-80 sulle scelte governative di Margaret Thatcher, Ronald Reagan e Augusto Pinochet. Friedman sosteneva, tra gli altri orrori che han finito poi per generare la crisi attuale, che rendere facili i licenziamenti avrebbe portato a una diminuzione delle richieste salariali, quindi a una diminuzione dei costi e conseguentemente a una tendenza a nuove assunzioni per aumentare la produzione. Naturalmente la sofferenza, l'angoscia, la disperazione dei licenziati sarebbe stato solo un trascurabile effetto collaterale eventualmente compensabile (per quelli che non facevano tanto casino) con un po' di compassionevolità.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Certo, quando si passa dall'"economia" come amministrazione delle cose degli uomini a "scienza della produzione, distribuzione e consumo della ricchezza" i risultati non possono essere che questi. Se poi qualcuno a cui sono stati inculcati in vario modo "valori" tipo dovere del lavoro, obbligo di farsi una famiglia e mantenerla, necessità di infognarsi in un mutuo per acquistare una casa e consumi simbolici di vario tipo, improvvisamente "fuoriesce" dal mercato del lavoro che ha bisogno della sua bella flessibilità e magari si arrabbia un pochino e non ci sta tanto a rassegnarsi al destino cinico e baro, ecco che scatta il pericolo "terrorismo". </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma, si badi bene, non nel senso (che sarebbe conseguente) che la disperazione, la frustrazione, la rabbia provocate dalla distruzione dei valori inculcati portino al rifiuto, poi alla ribellione, poi a una qualche forma di organizzazione (sbagliata fin che si vuole) per cambiare lo stato delle cose (o anche solo per vendicarsi, per non accettare supinamente). No, sono gruppi cresciuti (come serpi in seno) all'interno dell'Università e delle istituzioni che tramano nell'ombra e approfittano del disagio sociale per instillare i loro subdoli programmi. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Con buona pace della logica aristotelica e della "causa efficiente".</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-6RZM13e3pqg/TrIIX72yd6I/AAAAAAAAAbo/F0MzEQbze9I/s1600/Sacconi+con+scarpa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="http://4.bp.blogspot.com/-6RZM13e3pqg/TrIIX72yd6I/AAAAAAAAAbo/F0MzEQbze9I/s320/Sacconi+con+scarpa.jpg" width="230" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nella foto il Senatore Maurizio Sacconi emula Nikita Kruscev sfilandosi una scarpa al Senato e usandola per richiamare l'attenzione dell'allora presidente Franco Marini durante un acceso dibattito sulla <i>class action. </i>La scarpa pare di squisita fattura: d'altra parte, come si dice, la classe non è acqua.</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-50891601531412916242011-10-07T03:32:00.007+02:002011-10-07T07:13:30.279+02:00I SOGNI E GLI INCUBI. Perché Steve Jobs è stato un geniale e rivoluzionario capitalista mentre Berlusconi rimarrà un miserabile porco padrone<div style="text-align: center;"><br /></div><a href="http://4.bp.blogspot.com/-U2OwBqQlB5Y/To6EPZUic7I/AAAAAAAAAbA/n0hCz74WIkM/s1600/mele_BIG.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><a href="http://3.bp.blogspot.com/-HCsqElLKX7Q/To6D-sOQEpI/AAAAAAAAAa4/i67Du08JANQ/s1600/Melablog_SJ_addio.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 225px;" src="http://3.bp.blogspot.com/-HCsqElLKX7Q/To6D-sOQEpI/AAAAAAAAAa4/i67Du08JANQ/s400/Melablog_SJ_addio.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5660606894697353874" /></a><br /><div style="text-align: justify;">Il mio primo computer Macintosh è stato un Performa 5400 all-in-one nero acquistato nella primavera del 1997. La motivazione che mi ero data per giustificare l'acquisto era stata la necessità di schedare gli oltre 5.000 film in videocassetta che si erano accumulati in pochi anni e che superavano oramai le possibilità di gestione mnemonica e i 10.000 e passa libri (per non parlare di riviste, fumetti, dischi e cd) acquisiti in oltre un trentennio. </div><div style="text-align: justify;">Avevo scelto un Mac invece di un PC "compatibile" con Windows 95 dopo averli confrontati accuratamente, perché il sistema operativo della Apple mi sembrava bellissimo con la scrivania, il cestino, le cartelle, le finestre e tutto il resto e facilissimo da usare. Ed era così almeno dal 1984, all'epoca del mitico spot di Ridley Scott (quello con la ragazza bionda che infrange lo schermo di un orwelliano Grande Fratello IBM). Anche Windows 95 era facile da usare, ma perché era indubbiamente copiato, almeno esteriormente: certo, l'originale costava di più, ma funzionava anche molto meglio.</div><div style="text-align: justify;">E' poi finita che invece di usare il Mac per gestire le collezioni ho cominciato a collezionare riviste macchiste in tutte le lingue, libri su Apple e sui programmi e migliaia di software. E computer nuovi e storici e accessori di tutti i tipi.</div><div style="text-align: justify;">Di Steve Jobs all'inizio sapevo abbastanza poco, il CEO di Apple nel 1997 era Gil Amelio e le cose nella società andavano abbastanza male: il mercato già di nicchia si stringeva sempre più, c'erano in circolazione troppi modelli (cari) e il sistema operativo stava invecchiando. Qualcuno parlava addirittura di passare a Windows. Jobs era stato cacciato dalla Apple nel 1985 e richiamato da Amelio alla fine del 1996 per poter utilizzare il sistema operativo NeXT STEP (derivato da Unix e che sarà alla base dell'attuale OS X).</div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span">Nel 1998 viene presentato l'iMac, un all-in-one tondeggiante in plastica colorata (prima </span>Bondi Blue<span class="Apple-style-span">, dal colore del mare di una spiaggia australiana per surfisti, nessun riferimento al pallido e molliccio ex-ministro; poi in 5 "gusti" più altri cinque, e anche a fiori e a macchie di dalmata). Fino ad allora i computer (con l'eccezione di qualche nero) erano tutti di un uniforme e tristissimo beige: non c'era nessun motivo tecnico perché non potessero essere colorati, ma nessuno aveva osato farlo o probabilmente non ci aveva neanche pensato.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span">Ecco, la genialità di Jobs stava sostanzialmente in questo e su questo ha sicuramente influito la controcultura californiana degli anni sessanta e il buddismo zen: pensare le cose esistenti in modo differente e differentemente, ineditamente organizzarle, fuori dai conformismi e dalle omologazioni. Jobs è stato paragonato in molti commenti a Leonardo, ma secondo me non è questo il punto. In effetti non ha inventato niente che non esistesse già (la mente inventiva all'inizio della Apple era l'altro Steve, Wozniak): l'interfaccia grafica, il mouse, le finestre erano state sviluppate allo Xerox Park di Palo Alto, poi l'iPod non è in fondo che una rivisitazione del walkman, l'iPhone uno sviluppo dei palmari e degli smartphone, l'iPad un'evoluzione dei lettori di e-book più il touch, l'iCloud esiste da anni. Sì, ma ottimizzati, semplificati, "performanti", e resi accessibili a tutti e capaci di cambiare la vita di tutti. L'innovazione e la visionarietà sono questo: spingere le cose esistenti più in là, farle interagire in maniera nuova e rendere concreta questa evoluzione. </span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span">Se poi da questo si guadagnano un mucchio di soldi fa parte della concretezza del rendere possibile: l'importante è che la dialettica sogno-profitto non venga ammazzata a favore di quest'ultimo, come è accaduto per esempio con l'automobile, passata da strumento di libertà di movimento a feticcio autoreferenziale.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span">Ho sempre pensato che i soldi "o si ereditano o si sposano o si rubano", considerando come furto quello supremo costituito dal plusvalore, dallo scambio ineguale e dalle rendite. Con il lavoro evidentemente non è possibile arricchirsi in quanto la remunerazione serve a ricostituire il valore socialmente determinato della forza lavoro consumata. Di tanto in tanto però ci sono anche i guadagni che derivano dall'utilizzo di nuove risorse o dall'uso innovativo di risorse diversamente </span>utilizzate <span class="Apple-style-span">. E' il cosiddetto sviluppo delle forze produttive al quale anche Marx riconosceva merito, è il ruolo "rivoluzionario" del capitalismo. Questo non significa distinguere tra capitalisti "cattivi" e capitalisti "buoni" (parafrasando, probabilmente "l'unico capitalista buono è il capitalista morto"), ma siccome pare che saranno necessari ancora per un po', meglio apprezzare quelli che le cose le cambiano davvero, quelli che perseguono un sogno, quelli che seguono la direttiva "<b><i>stay hungry</i></b>, <b><i>stay foolish</i></b>". </span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://4.bp.blogspot.com/-U2OwBqQlB5Y/To6EPZUic7I/AAAAAAAAAbA/n0hCz74WIkM/s400/mele_BIG.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5660607181681226674" style="display: block; margin-top: 0px; margin-right: auto; margin-bottom: 10px; margin-left: auto; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 175px; " /></span><div style="text-align: justify;">Qual è la differenza con Berlusconi? Che è diventato un <i>tycoon </i>(come ama definirsi) basandosi non sui sogni e sui progetti di evoluzione ma sulle paure, sul bisogno più retrivo di sicurezza, sulla necessità di omologazione tranquillizzante, sulla apparente riposante serenità del piuttosto che "pensare differente" non pensare affatto o (che è lo stesso) pensare pensieri omogeneizzati e precotti.</div><div style="text-align: justify;">Consideriamo solamente due aspetti della sua "carriera": l'attività di costruttore e lo sviluppo della rete Mediaset (indipendentemente dai risvolti mafiosi e penali).</div><div style="text-align: justify;">Con Milano 2 e il resto ha utilizzato uno degli aspetti più visceralmente beceri del carattere (particolarmente) italiano: la certezza della casa in proprietà, per la quale si è disposti a sacrifici molto pluriennali. Ma visto che prima o poi si muore che senso ha indebitarsi per tanti anni per cifre alla fine superiori a quelle di un affitto? Certo c'è il "patrimonio" da trasmettere ai figli per far funzionare "l'ascensore sociale", ma non sarebbe meglio operare per ottenere affitti più adeguati al reddito e che faciliterebbero la mobilità?</div><div style="text-align: justify;">Quanto a Mediaset, non c'era nessun bisogno evolutivo di scimmiottare le televisioni americane: a parte il disastro estetico e psicologico delle intromissioni pubblicitarie, la necessità di audience a tutti i costi ha portato all'imbarbarimento dei programmi e alla "tamarrizzazione" dei contenuti, peraltro funzionale al controllo sociale (come dimenticare "Corri a casa in tutta fretta, c'è il biscione che t'aspetta"?). Per non parlare del ruolo riservato alle donne e dei "modelli" offerti alle nuove generazioni.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Bella differenza, eh?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><i>... one more thing </i></b></div><div style="text-align: justify;"><b><i><br /></i></b></div><div style="text-align: justify;">E' vero che la tecnologia non è di destra né di sinistra, ma fa un po' senso da una parte sentire Gasparri e Ombretta Colli sperticarsi in lodi su Steve Jobs e dall'altra sapere che ad esempio giornalisti spregevoli come Filippo Facci (quello con le mèches) usino un Mac per scrivere la loro merda. Proporrei che, in segno di rispetto per l'immenso Steve Jobs, i dispositivi creati da lui smettessero di funzionare quando adoperati da piccoli, inadeguati omuncoli...</div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-84968035574419569402011-07-18T04:09:00.005+02:002011-07-18T04:29:04.608+02:00Eros e Teratos, ovvero l'astuta Brunetta<a href="http://3.bp.blogspot.com/-9nd-3S-dCVs/TiOR2yEyqlI/AAAAAAAAAag/rpSoDVAN3yo/s1600/220px-FreaksPoster2.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><br /><a href="http://3.bp.blogspot.com/-j9uOfPQM6pc/TiJSqp94VcI/AAAAAAAAAZw/C3rILDCwIFA/s1600/tweety-1.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><blockquote></blockquote><blockquote></blockquote><img style="text-align: left;float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 400px; height: 301px; " src="http://3.bp.blogspot.com/-j9uOfPQM6pc/TiJSqp94VcI/AAAAAAAAAZw/C3rILDCwIFA/s400/tweety-1.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5630153376939922882" /><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: none; "></span></a><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: none; "><div style="text-align: justify;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-j9uOfPQM6pc/TiJSqp94VcI/AAAAAAAAAZw/C3rILDCwIFA/s1600/tweety-1.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-decorations-in-effect: none; "></span></a><a href="http://3.bp.blogspot.com/-j9uOfPQM6pc/TiJSqp94VcI/AAAAAAAAAZw/C3rILDCwIFA/s1600/tweety-1.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: none; "><span class="Apple-style-span" style="color:#000000;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;">Sostiene Stellarossa (la quale - oltre a essere dotata di suo di una non discutibile capacità di gusto istintiva e coltivata - è fonte molto informata anche di frivolezze e gossip) che Tommasa (detta Titti) Giovannoni recentemente in Brunetta sia dotata di lunghe gambe strutturate come ruderi di colonne doriche; ma mentre la parte inferiore è funestata dalla fuga laterale dei polpacci, la parte superiore fa da appoggio a capitelli di glutei espansi e incontrollabili, conferendo al tutto una simpatica configurazione a X. Aggiungo di mio che anche la faccia non è quella gran cosa, iscrivibile com'è a pieno titolo nello scipito circuito delle segretarie di uffici decentrati per il marketing di rubinetterie industriali (si tratta di un livello inferiore a quello delle impiegate di banca e - con rispetto parlando - delle assicurazioni).</span></span></span></a></div></span><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://2.bp.blogspot.com/-IWHYy7fuH1Q/Th-iyNtI0TI/AAAAAAAAAZo/P3_s5CUYmuM/s400/cop2.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5629397042792550706" style="text-align: justify;float: left; margin-top: 0px; margin-right: 10px; margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; cursor: pointer; width: 170px; height: 238px; " /></span></span><div style="text-align: justify; ">Lo sgomento per l'accoppiamento col mitico mini-stro va quindi in un certo senso "ridimensionato": non è che potesse pretendere molto di più. </div><div style="text-align: justify; ">Permangono però alcune perplessità sulle motivazioni profonde di tale gesto, considerata anche l'astuzia con la quale la nostra protagonista ha saputo mettere al riparo la cerimonia da precari contestatori e poliziotti. Astuzia che ha sicuramente a che fare con l'esperienza di architetto di interni e progettatrice creativa di divani e cadreghe.</div></div><div style="text-align: justify; ">Nel capitolo sesto de <i>Il segno dei quattro </i>di Arthur Conan Doyle, Sherlock Holmes afferma che <i>"quando hai eliminato l'impossibile, qualsiasi cosa resti, per quanto improbabile, deve essere la verità".</i></div><div style="text-align: justify; "><i></i>Partiamo<i> <span class="Apple-style-span" style="font-style: normal; ">da qui</span> </i>e scartiamo<i> </i>subito l'impossibile, ovvero:</div><div style="text-align: justify; "><br /></div><div style="text-align: justify; "> </div><div style="text-align: justify; "><b><i>La motivazione "Al cuore non si comanda"</i></b> </div><div style="text-align: justify; "><br /></div><div style="text-align: justify; ">Per quanto la realtà possa essere romanzesca, non può trattarsi di "normale" innamoramento perché si cadrebbe nel campo della normativa della Legge 180/1978 regolamentata dalla Legge 833/1978 agli articoli 33-35 (Trattamento Sanitario Obbligatorio - TSO - in ambito psichiatrico con ricovero presso i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura o SPDC). In caso di mancato recupero di una percezione della realtà adeguata occorrerebbe purtroppo poi ricorrere a una variante estrema della <i>Cura Ludovico, </i>consistente nella proiezione ininterrotta di filmati di discorsi e dichiarazioni di Brunetta intervallate da gigantografie di particolari di smorfie, cachinni e cotonature di capelli, cose che neanche a Abu Ghraib e a Guantanamo.</div><div style="text-align: justify; "><br /></div><div style="text-align: justify; "><b><i>La variante Masters - De André</i></b></div><div style="text-align: justify; "><b><i><br /></i></b></div><div style="text-align: justify; ">Della canzone "<i>Un giudice</i>", che Fabrizio De André ha scritto ispirandosi alla poesia "<i>Judge Selah Lively</i>" dall'<i>Antologia di Spoon River</i> di Edgar Lee Masters, ci si ricorda particolarmente per la parte finale relativa alla distanza tra cuore e orifizio anale, ma nel nostro caso può risultare più interessante l'inizio:</div><div style="text-align: justify; "><br /></div><div style="text-align: justify; "><i></i></div><div style="text-align: justify;"><i></i></div><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>Cosa vuol dire avere / un metro e mezzo di statura, / ve lo rivelan gli occhi / e le battute </i><i>della gente, / o la curiosità / di una ragazza irriverente / che si avvicina solo / per un suo </i><i>dubbio impertinente / vuole scoprir se è vero / quanto si dice intorno ai nani, / che siano i </i><i>più forniti / della virtù meno apparente / fra tutte le virtù / la più indecente.</i></div><div style="text-align: justify;"></div></blockquote><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;">Se prendiamo poi in considerazione il detto popolare settentrionale "<i>faccia smorta, f*** forta</i>", possiamo ipotizzare una più realistica variante al femminile di <b>teratofilia</b>, quale descritta già nella <i>Psychopathia Sexualis </i>di Richard Freiherr von Krafft-Ebing (1886).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><i>L'ipotesi Black Widow</i></b></div><div style="text-align: justify;"><b><i><br /></i></b></div><div style="text-align: justify;">Già sviluppata in film quali <i>La vedova nera</i> (<i>Black Widow</i>, Usa, 1987) di Bob</div><b><i><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://2.bp.blogspot.com/-Z0f103WvI-k/TiJn5uKHoYI/AAAAAAAAAZ4/aAAiVuB6AgQ/s400/vedova_nera.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5630176725507219842" style="text-align: justify;float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 113px; height: 113px; " /><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 0); "><div style="text-align: justify;"><b><i><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 0); ">Rafelson, con Theresa Russell e Debra Winger, l'ipotesi prevede la prematura non naturale scomparsa del disgraziato consorte e il relativo incameramento del patrimonio mobile e immobile. </span></span></i></b></div><div style="text-align: justify;"><b><i><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 0); "></span></span></i></b>Trattandosi di pratica seriale richiede però tempi mediamente lunghi e cambi di identità per non generare sospetti. Così come occorre una grande padronanza emotiva, una volta esauriti i mal di testa e le indisposizioni varie, per accondiscendere a congiungimenti carnali (inevitabilmente seguiti da iterativi e petulanti commenti: "ti è piaciuto, ti è piaciuto, ti è piaciuto? sono stato bravo, sono stato bravo, sono stato bravo?").</div></span></span></i></b><div style="text-align: justify; "><b><i><br /></i></b></div><div style="text-align: justify; "><b><i>La supposizione Wilder - Stanwyck</i></b></div><div style="text-align: justify; "><b><i><br /></i></b></div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://2.bp.blogspot.com/-XnLrZKWJdps/TiJoO11e7HI/AAAAAAAAAaA/IQ6IIOPVGMA/s400/Fiamma%2Bdel%2Bpeccato.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5630177088345402482" style="float: left; margin-top: 0px; margin-right: 10px; margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; cursor: pointer; width: 226px; height: 223px; " /></span><div><div style="text-align: justify;">Parrebbe una variante dell'ipotesi Black Widow, ma comporta l'utilizzo di un complice-esecutore non molto sveglio o obnubilato dal fascino e dalla passione su cui far ricadere la colpa. Si veda appunto il film <i>La fiamma del peccato</i> (<i>Double Indemnity</i>, Usa, 1944) di Billy Wilder o <i>Brivido caldo</i> (<i>Body Heat</i>, Usa, 1981) di Lawrence Kasdan ispirato allo stesso romanzo di James Cain. Certo paragonare Titti a Barbara Stanwyck o a Kathleen Turner è leggermente azzardato, ma se fossi Renato Brunetta qualche sospetto sui frequentatori di casa con le caratteristiche di cui sopra (Angelino, per esempio) comincerei ad avercelo. Il fatto di essere, per dichiarazione della signora, "intelligente e ironico" e di avere rinunciato al Nobel per l'economia per la carriera politica non sono mica delle assicurazioni (tanto meno a premio doppio).</div><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "></span><div style="text-align: justify; "><b><i><br /></i></b></div><div style="text-align: justify; "><b><i>La sindrome Macbeth</i></b></div><div style="text-align: justify; "><b><i><br /></i></b></div><div style="text-align: justify; ">Un noto proverbio siciliano recita "<i>cumannari è megghiu ri futtiri</i>": che sia questa la spiegazione? Novella Lady Macbeth la nostra vorrà tramare nell'ombra per spingere il consorte (per il vero più un Riccardo III che un Macbeth) verso il massimo del potere senza scrupoli? Una lettura della risposta alla lettera del marito (Atto I, Scena 5^) parrebbe confermare questo sospetto:</div><div style="text-align: justify; "><i><blockquote>Ma non mi fido della tua natura: / troppo latte d'umana tenerezza / ci scorre, perché tu sappia seguire / la via più breve. <b>Brama d'esser grande</b> / <b>tu l'hai e l'ambizione non ti manca</b>; / ma ti manca purtroppo la perfidia / che a quella si dovrebbe accompagnare. </blockquote></i></div><div style="text-align: justify; ">Temo però anche qui che il paragone con la tragica grandezza proprio non regga.</div><div style="text-align: justify; "><br /></div><div style="text-align: justify; ">Non resta quindi che:</div><div style="text-align: justify; "><b><i><br /></i></b></div><div style="text-align: justify; "><b><i>La congettura Browning </i></b></div><div style="text-align: justify; "><br /></div><div style="text-align: justify; ">Nel bellissimo e terribile film di Tod Browning <i>Freaks</i> (<i>Freaks</i>, Usa, 1932) Cleopatra, trapezista di un circo che ha tra<span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://2.bp.blogspot.com/-0B5hUldFus0/TiOPgipCntI/AAAAAAAAAaY/76Cn8E8dlB8/s400/300px-Freaks_gip.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5630501748360781522" style="float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 300px; height: 225px; " /></span> le sue attrazioni esseri deformi e bizzarri, finge di ricambiare l'amore di Hans, affetto da acondroplasia, e viene accolta dalla comunità dei freaks ("<i>L'accettiamo, una di noi</i>" è la frase, citata anche in <i>The Dreamers - I sognatori</i>, GB-F-I, 2003 di Bernardo Bertolucci).</div><div style="text-align: justify; ">Dopo il matrimonio, in combutta con Hercules, il forzuto del circo, inizia ad avvelenare il marito per impossessarsi dei suoi averi, ma viene scoperta e, in una notte tempestosa, viene orribilmente mutilata dalla comunità che difende compattamente i suoi membri. </div><div style="text-align: justify; ">Nell'ultima terribile scena del film si vede <span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://3.bp.blogspot.com/-9nd-3S-dCVs/TiOR2yEyqlI/AAAAAAAAAag/rpSoDVAN3yo/s400/220px-FreaksPoster2.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5630504329484085842" style="float: left; margin-top: 0px; margin-right: 10px; margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; cursor: pointer; width: 220px; height: 170px; " /></span>Cleopatra, (interpretata da Olga Baclanova) esibita come fenomeno da baraccone nel ruolo di donna-gallina.</div><div style="text-align: justify; ">Alla fine la mostruosità dell'anima corrisponde a quella del corpo.</div><div style="text-align: justify; "><br /></div><div style="text-align: justify; ">Renato Brunetta, lo diciamo per il suo bene, farebbe meglio a controllare il contenuto delle boccette nere che circolano per casa.</div><div style="text-align: justify; "><br /></div><div style="text-align: justify; "><br /></div><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "></span><br /></span></div></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><br /></span></div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-56608414076696594342011-07-13T04:17:00.000+02:002011-07-15T03:59:44.108+02:00Per un'apologia della lentezza<a href="http://4.bp.blogspot.com/-kdLxT_5eKMk/Thpv5a1Gn0I/AAAAAAAAAZI/s4coTwLQvKY/s1600/sjff_01_img0193.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><div style="text-align: center;"><br /></div><a href="http://1.bp.blogspot.com/-yqyEx7tQz-o/Tg_n1MS_xEI/AAAAAAAAAY4/x4s7ohPvXbo/s1600/Beep%2BBeep.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><a href="http://3.bp.blogspot.com/-T6BM3vFrFAE/TgqL7X2ZoSI/AAAAAAAAAYw/3Bc8-ifAfHw/s1600/450px-Bradypus.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 300px; height: 400px;" src="http://3.bp.blogspot.com/-T6BM3vFrFAE/TgqL7X2ZoSI/AAAAAAAAAYw/3Bc8-ifAfHw/s400/450px-Bradypus.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5623460936856215842" /></a><div style="text-align: justify;">Lo confesso: non amo la velocità, non l'ho mai amata. Da piccolo ero praticamente terrorizzato dall'altalena, sia quella con le corde sia quella a bilancia, per non parlare degli scivoli, per fortuna allora poco diffusi. Quando arrivava Carnevale, a Torino veniva montato un Luna Park in piazza Vittorio con un mostruoso ottovolante proprio vicino al Po e io cercavo di far spendere tutti i soldi a mia madre o a mio zio prima di arrivare lì, attardandomi in tiri di palline da ping pong a sfigatissimi pesci rossi destinati a brevi e travagliate vite in impropri recipienti di vetro casalinghi, oppure in iterativi giri di giostra o lenti autoscontri. Anche i castelli delle streghe e i tunnel dell'orrore mi piacevano molto, come pure i labirinti di specchi, anche se avevo capito subito che bastava guardare il pavimento per trovare l'uscita. Dopo scorpacciate di torroni, croccanti, zucchero filato evanescente e truffaldino e lecca lecca enormi e coloratissimi però non c'era niente da fare, si arrivava sempre alle montagne russe: "non avrai mica paura, no? sei un ometto". E sì che avevo paura di quel mostruoso reticolo metallico attraversato da rotaie e sferraglianti catene sporche di grasso, con quella musica sparata a tutto volume e le urla dei passeggeri durante "le discese ardite e le risalite", il lento raggiungimento inclinatissimo della cima, poi la sospensione e la bastardissima e acceleratissima caduta con brusca curva e miracoloso non sganciamento del carrello con volo nella sera e definitivo tuffo nel Po, già allora lurido e puzzolente. Anche da adolescente, con gli amici e le ragazze, toccava sempre questa prova di <i>machismo</i> cretino con accordo - pallidissimo e dubitoso sempre - di fiducia all'equilibrio tra forze centrifughe e centripete e massimamente all'ottusissima forza di gravità.</div><div style="text-align: justify;">Pure con la bicicletta ho sempre avuto problemi, proprio perché l'equilibrio si basa su una velocità minima che non riuscivo a cogliere o - se magicamente la raggiungevo - non sapevo poi come controllare, finendo inevitabilmente la maligna corsa in rovinose cadute e sbucciature di ginocchi. Non parliamo poi di scooter e motociclette, affrontate sempre da passeggero riluttante e con la testarda tendenza a non assecondare l'inclinazione da curva. </div><div style="text-align: justify;">Infine arrivò la macchina (la prima, una vetusta, spompatissima e pesantissima Lancia Appia II serie con guida a destra, cambio al volante, avviamento a leva e porte posteriori con apertura rovesciata: se non venivano chiuse bene, a una certa velocità si aprivano da sole fungendo da freni aerodinamici) che poggiando su quattro ruote almeno il problema dell'equilibrio non lo poneva. In quanto alla velocità, il superamento dei cento all'ora rappresentava comunque una trasgressiva rottura del continuum spazio-temporale che avrebbe potuto portare a effetti imprevedibili, come ben provvedeva a segnalare l'accresciuta produzione di adrenalina, uno degli ormoni nei confronti del quale ho sempre nutrito legittimi sospetti (un altro è il testosterone, ma questa è un'altra storia). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://3.bp.blogspot.com/-Xn6pwaHEmwE/ThEsQzAo5-I/AAAAAAAAAZA/buEhx6R889I/s320/Beep%2BBeep.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5625326076644878306" style="float: left; margin-top: 0px; margin-right: 10px; margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; cursor: pointer; width: 320px; height: 241px; " /></span><div style="text-align: justify;">Non che non riconosca all'adrenalina un'utilissima funzione nelle situazioni di pericolo tipo "combatti o fuggi" (anche il pacifico e lentissimo bradipo dell'immagine in alto riesce, se necessario, a mordere o ad arrampicarsi velocissimo in cima all'albero su cui vive) ma, al di fuori di quelle "necessità", la produzione ostinatamente ricercata (surf, skydiving, bungee jumping, rafting, ma anche sci, per fare degli esempi) mi pare equiparabile alla produzione forzata di endorfine in pratiche di sesso estremo tese a potenziare l'intensità delle sensazioni e dell'orgasmo (strapazzamento di capezzoli mediante mollette da bucato, soffocamenti, legamenti, frustate, dilatazioni pericolose, ecc.): insomma, trucchetti perversi. Per questo ritengo che film come <i>Un mercoledì da leoni</i> (<i>Big Wednesday</i>, USA, 1978) di John Milius e <i>Point Break</i> (<i>Point Break</i>, USA, 1991) di Kathryn Bigelow, pur molto belli, soffrano di una pesante ambiguità ideologica più pericolosa di quella di film dichiaratamente "adrenalinici" tipo <i>Speed</i> (<i>Speed</i>, USA, 1994) di Jan de Bont o i vari <i>Mission: Impossible.</i> </div><div style="text-align: justify;">Peraltro la recente <i>performance </i>dell'europarlamentare leghista Enrico Francesco Speroni che ha raggiunto su un'autostrada tedesca i 316 km/h dovrebbe pur dire qualcosa.</div><div style="text-align: justify;">E' che al di sopra di una certa velocità diventa impossibile esercitare l'osservazione e l'immaginazione: passi di fianco a una situazione e non fai proprio in tempo a capire che pezzo di vita stai affiancando. Un esempio: all'inizio dell'autostrada per Asti e resto del mondo, sulla sinistra c'è una specie di finto castello in stile pseudo neogotico da inizio novecento probabilmente in via di lesionamento strutturale per le vibrazioni continue da TIR; nel giardino si intravvedono ombrelloni e tavolini con relative sedie, quindi qualcuno ci abita: chi è, perché, il marito cornifica la moglie e/o viceversa, i figli saranno incestuosi, la suocera si starà rincoglionendo, soffriranno tutti adeguatamente (perché i ricchi <i>devono</i> piangere) o si annoieranno e basta? Non lo sapremo mai, tutto sparito dietro una cunetta. Sì, puoi uscire dall'autostrada, tornare indietro, cercare il posto, fare indagini, chiedere in giro, spiare, farti inseguire dai cani e magari arrestare dalla polizia: ma non lo faremo e un altro pezzo di realtà continuerà a esistere nonostante noi.</div><div style="text-align: justify;">Che differenza con l'arte del <i>flâneur </i>di cui parlano Charles Baudelaire, Walter Benjamin e Robert Walser!</div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://4.bp.blogspot.com/-kdLxT_5eKMk/Thpv5a1Gn0I/AAAAAAAAAZI/s4coTwLQvKY/s400/sjff_01_img0193.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5627933716598136642" style="float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 400px; height: 303px; " /></span><div style="text-align: justify;">Rispetto all'automobile (sulla quale o guidi o, se passeggero, tieni compagnia al guidatore) il treno - e diversamente anche l'aereo o la nave - permette una pluralità di azioni piuttosto ampia: puoi guardare dal finestrino, camminare nel corridoio, dormire, lavorare, chiacchierare, interagire anche sessualmente, giocare, ascoltare musica, vedere film o altro e soprattutto leggere. Anzi è stato proprio lo sviluppo delle ferrovie all'inizio dell'ottocento a dare un formidabile impulso all'industria editoriale. Salivi sul treno, cercavi lo scompartimento, sistemavi i bagagli, ti mettevi comodo e zac! tiravi fuori il tuo bel libro e via con la fantasia. Ho ricordi bellissimi di viaggi che duravano più di un giorno per andare in vacanza dai parenti materni in Sicilia negli anni cinquanta con certe letture di romanzi di Urania interrotte solo per addentare pagnotte con mortadella o frittata e precedute dall'avvistamento del mare in Liguria al mattino prestissimo (l'aurora, l'alba?).</div><div style="text-align: justify;">Ma la lettura di un libro (poniamo un romanzo di 200-300 pagine) richiede, per quanto si sia veloci, un certo tempo, sempre che si voglia rispettare l'equazione "ho fatto un viaggio / ho letto un libro". Ora, ho saputo che con la TAV il tempo di percorrenza da Torino a Lione scenderebbe da 4 ore e mezza a un'ora e mezza, appena sufficiente per un paio di racconti. Certo, i gianduiotti arriveranno a Lione come appena fatti e i gamberetti del Po come appena pescati, con gran gioia dei mercati atlantici.</div><div style="text-align: justify;">Non bastasse la questione della velocità, alla TAV ovviamente sono ferocemente contrario anche per altri motivi. Ho cercato di capire le ragioni di chi è favorevole, ma trovo le controargomentazioni più convincenti anche dal semplice punto di vista costi-ricavi (a esempio, se l'attuale galleria non permette il passaggio dei container ISO, piuttosto di scavare una nuova galleria si potrebbero semplicemente utilizzare container diversi già esistenti, ma così i costruttori-distruttori non ci guadagnerebbero niente).</div><div style="text-align: justify;">Un'immagine che mi è rimasta impressa delle manifestazioni NO TAV in Val di Susa è quella di un corteo che passa in mezzo ai piloni di un altissimo viadotto: il fatto che uno scempio sia già stato fatto non significa che si debba moltiplicare per l'interesse di ristrette minoranze. L'Italia degli anni del boom è stata massacrata, asfaltata, cementificata con la scusa di creare infrastrutture moderne, in realtà per favorire a esempio lo sviluppo automobilistico FIAT e l'espansione di settori di ceto medio (i camionisti-padroncini, per dirne una) impregnati di ideologia liberista suicida (come, in altro campo, i pescatori, che sono riusciti, con lo sfruttamento incontrollato del mare, a distruggerlo e quindi a distruggersi, come ha ben documentato uno speciale di <i>Annozero </i>di un paio di settimane fa).</div><div style="text-align: justify;">Non vorrei essere frainteso: non sono un sostenitore nostalgico a oltranza della natura incontaminata, non credo all'ideologia del naturale = buono = giusto = bello (la peste bubbonica, la morte, i terremoti e il vento in città sono naturali ma non per questo auspicabili). Credo che tra "natura" e "cultura" debba esistere una dialettica e proprio questa dialettica sia in qualche modo misura della nostra "umanità": certamente però le autostrade e altri rassicuranti "non-luoghi" (e "non tempi") sono orrendi, come mi pare orrenda, inutile e dannosa tutta questa questione dell'alta velocità (quando poi il tempo risparmiato diventa possibilità di qualche altro sporco affare e bastarda speculazione per una crescita sempre maggiore e sempre più suicida). L'unica alta velocità che sarebbe interessante sviluppare sarebbe quella di evoluzione intellettuale, culturale, affettiva, morale, sociale.</div><div style="text-align: justify;">Se devo scegliere però, sto dalla parte di Dino Campana:</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-tab-span" style="white-space:pre"> </span><i>Fabbricare, fabbricare, fabbricare / preferisco il rumore del mare</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><i>_________________________________</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><i><b>Note e crediti</b></i></div><div style="text-align: justify;"><ol><li>Come avrete capito il simpatico animaletto della prima immagine è un Bradipo tridattilo (<i>Bradypus tridactylus</i>) (si vede dal numero di dita) e non ha niente a che vedere con le scimmie ma fa parte dell'ordine degli xenartri (o sdentati) insieme al formichiere e all'armadillo. Gli arti anteriori sono molto sviluppati e lo rendono un ottimo arrampicatore e anche un velocissimo nuotatore (se strettamente necessario). Raggiunge grosso modo le dimensioni di un gattone e grazie all'estrema lentezza vive fino a trent'anni. I maschi passano tutta la vita sullo stesso albero, mentre le femmine (che si riproducono una volta l'anno: il corteggiamento consiste in una serie di strazianti mugolii per porre fine ai quali alla fine le femmine cedono) lasciano ogni anno l'albero al figlio. Dall'albero si scende una volta a settimana, per il cibo e i bisogni corporali (non è raro il caso di addormentamento durante l'espletamento degli stessi). Un animale fantastico!</li><li>Il personaggio della seconda immagine è un <i>Road Runner</i> (<i>Geococcyx californianus</i>, della famiglia dei cuculidi, non è quindi uno struzzo), conosciuto in Italia com <i>Beep Beep</i> e creato, insieme all'antagonista <i>Wile E. Coyote</i> (in Italia <i>Vil Coyote</i>), nel 1948 da Chuck Jones per la Warner Bros. E' velocissimo e sempre insidiato dallo sfigatissimo ma ingegnosissimo coyote, dalla cui parte ovviamente sto.</li><li>Il cervello di Enrico Francesco Speroni proviene dal set del film <i>Frankenstein Junior </i>(<i>Young Frankenstein, </i>USA, 1974) di Mel Brooks, dove era etichettato come "<i>A.B.Normal</i>".</li><li>La terza immagine è tratta dal film <i>Come vinsi la guerra</i> (<i>The General</i>, USA, 1927) di Buster Keaton, ma non dovrebbe esserci bisogno di dirlo.</li><li>Su Baudelaire, Benjamin e Walser chiedete al vostro libraio di fiducia: se non li conosce cambiate libraio.</li><li>I gamberetti del Po, se esistono, non credo siano commestibili. I gianduiotti sì.</li></ol></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><a href="http://2.bp.blogspot.com/-x04lzDTMMWE/TgqLsCrBAjI/AAAAAAAAAYo/9fNlezKluJI/s1600/450px-Bradypus.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a></div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-6052467875715275752011-06-20T03:45:00.006+02:002011-06-20T05:50:34.325+02:00L'altezza e la bassezza, ovvero perché il re è un babbeo<a href="http://1.bp.blogspot.com/-ZsSO88SfAvs/Tf6sH99to-I/AAAAAAAAAYg/2A4Xjii0G8k/s1600/george_grosz_032_germania_favola_d_inverno_1917.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><br /><a href="http://1.bp.blogspot.com/-8sHUBJascsU/Tf6mr6KRaeI/AAAAAAAAAYY/bi4t5QVFquQ/s1600/Wizard%2Bof%2BId.gif" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 125px;" src="http://1.bp.blogspot.com/-8sHUBJascsU/Tf6mr6KRaeI/AAAAAAAAAYY/bi4t5QVFquQ/s400/Wizard%2Bof%2BId.gif" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5620112658281884130" /></a><div style="text-align: justify;">Il 17 giugno Metilparaben ha inserito un post intitolato <a href="http://metilparaben.blogspot.com/2011/06/pancioni-e-nani.html">Pancioni e nani</a> che, partendo dall'insulto di Giorgio Clelio (sic) Stracquadanio a Mario Adinolfi ("<i>panzone</i>"), si chiedeva "<i>quanti di coloro che si sono - giustamente - infastiditi dopo averlo ascoltato provino lo stesso sdegno ogni volta che qualcuno dà del ciccione a Ferrara o del nano a Berlusconi e a Brunetta".</i> Il post è stato molto commentato, positivamente e anche negativamente e ne sono scaturiti elementi di riflessione che meritano forse un approfondimento.</div><div style="text-align: justify;">Innanzi tutto secondo me va definito l'ambito in cui l'"insulto" si pone: la questione è molto diversa se si tratta di un dibattito in cui si confrontano opinioni differenti (come nel caso di Stracquadanio) o se il contesto è quello di uno spettacolo satirico, di un articolo o di un blog. In secondo luogo è essenziale individuare la provenienza e la destinazione dell'"insulto" rispetto alla fondamentale questione del "potere".</div><div style="text-align: justify;">Chiaramente, se incontro Ferrara per strada e gli dò del ciccione sono un maleducato, ma se scrivo un post su di lui collegando la sua stazza fisica alla sua presunzione di intelligenza faccio della satira, magari debole e malriuscita ma legittima. La satira infatti, sin dalle sue origini, ha utilizzato (come in parte la caricatura), oltre all'ironia e al sarcasmo basati su aspetti caratteriali o intellettuali, anche pratiche "basse" e "volgari" rivolte a difetti fisici pur di per sé scarsamente rilevanti nella pratica quotidiana. Pensiamo a "<i>Mistero buffo</i>"(1969) di Dario Fo o, sempre di Fo, a "<i>Il Fanfani rapito</i>" (1975) con il personaggio ridotto a nano con il trucco teatrale dell'attore che usa le braccia al posto delle gambe mentre un secondo attore nascosto alle sue spalle fa sporgere le braccia. Oppure, sempre parlando di Fo, alla barzelletta che raccontava sul cuoco che deve tagliare la testa a una tartaruga per farne una zuppa e si rivolge al sarto di Andreotti per farsi svelare come aveva fatto a fargli uscire la testa dalla gobba per prendergli le misure della giacca.</div><div style="text-align: justify;">Il fatto è che funzione essenziale della satira è "<b><i>deformare per informare</i></b>", cioè utilizzare elementi apparentemente non pertinenti per svelare il vero volto del potente di turno: così il discorso sull'altezza di Berlusconi o sui suoi capelli finti rivela il suo narcisismo patologico, la sottolineatura delle sue ossessioni sessuali (sessuali, non erotiche) evidenzia la sua miseria intellettuale ed emotiva, e così via.</div><div style="text-align: justify;">Più in generale poi la satira <i><b>deve </b><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal;">necessariamente rivolgersi (anzi rivoltarsi) contro il potere, costituirne un contrappeso indispensabile. <span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); "><img src="http://1.bp.blogspot.com/-ZsSO88SfAvs/Tf6sH99to-I/AAAAAAAAAYg/2A4Xjii0G8k/s400/george_grosz_032_germania_favola_d_inverno_1917.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5620118637897425890" style="float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 400px; height: 300px; " /></span> Per questo non esiste e non funziona una satira dei potenti contro chi il potere non ce l'ha, </span></i><i><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal;">dei forti contro i deboli, dei ricchi contro i poveri. Per questo le deformazioni di George Grosz funzionano ancora, mentre Forattini non fa più ridere nessuno o il Bagaglino è deprimente (e questo non perché si tratti di tentativi di satira di destra, ma perché la destra ha sempre bazzicato dalla parte del potere, intendo quello vero - economico, finanziario, ecclesiastico).</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal;">Così nessuno potrà mai permettersi di ironizzare sulla statura di Gramsci (che per la tubercolosi ossea che lo aveva colpito da bambino non raggiungeva il metro e cinquanta), mentre è quasi </span><b>doveroso</b><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal;"> insistere sulla statura di Brunetta, perché è sicuramente anche per il rancore verso gli altri che ha generato in lui che è diventato così stronzamente la parte peggiore del paese.</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal;"><br /></span></i></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-family:Calibri;color:#293331;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 25px;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); font-family: Georgia, serif; line-height: normal; -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><br /></span></span></span></div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-58120310018868125012011-06-10T02:55:00.004+02:002011-06-10T03:35:30.803+02:00Della molesta sgradevolezza<div style="text-align: center;"><br /></div><a href="http://1.bp.blogspot.com/-jg91Spieq_4/TfFyZ2laotI/AAAAAAAAAYQ/qDhcHNgpevw/s1600/flit_insecticide.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><a href="http://4.bp.blogspot.com/-5lhmfb3QYjQ/TfFr4YyvLJI/AAAAAAAAAYI/R4X00pnfQY0/s1600/_4minibrunetta.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 280px;" src="http://4.bp.blogspot.com/-5lhmfb3QYjQ/TfFr4YyvLJI/AAAAAAAAAYI/R4X00pnfQY0/s400/_4minibrunetta.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5616388826779823250" /></a><div style="text-align: justify;">Il ministro Renato Brunetta è probabilmente una delle persone più sgradevoli che circolino sulla faccia della terra. Non per una questione meramente fisica (quantunque nella canzone "Un giudice" De Andrè abbia detto delle parole definitive), ma per la sua totale presunzione e supponenza che - per maggiore molestia - ribadisce ripetendo ogni pseudoconcetto tre volte.</div><div style="text-align: justify;">Avete presente il <i>tafano</i>, quell'insetto simile a una grossa mosca, più tozzo, di colore grigio-giallognolo e con grandi occhi, la cui femmina, ematofoga, si nutre del sangue di buoi e cavalli ma non disdegna anche quello umano, con la capacità di pungere dolorosamente e fastidiosamente anche attraverso i vestiti?</div><div style="text-align: justify;">Ecco, io sono molto tollerante e rispettoso della vita anche degli animali che possono apparire poco gradevoli: cerco sempre di accompagnare gentilmente blatte e scarafaggi fuori di casa e convivo tranquillamente con svariati ragni (tempo fa ce ne era uno che viveva nel bagno e che avevo battezzato Ragno Maria Rilke). Mi piacerebbe persino intrattenere relazioni amichevoli con qualche pipistrello (utilissimo per moschini e zanzare). Ma di fronte a Brunetta cederei alla legittima difesa e recupererei il mitico <i>Flit </i>(quello di "Ammazza la vecchia col flit / E se non muore... col gas!") e il suo simpatico spruzzatore a pompa.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://1.bp.blogspot.com/-jg91Spieq_4/TfFyZ2laotI/AAAAAAAAAYQ/qDhcHNgpevw/s400/flit_insecticide.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5616395998782464722" style="display: block; margin-top: 0px; margin-right: auto; margin-bottom: 10px; margin-left: auto; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 203px; " /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><i>La pubblicità sopra riportata è stata disegnata da Theodor Seuss Geisel, più noto come il Dr. Seuss, autore di bellissimi e tollerantissimi libri di culto per ragazzi.</i></span></div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-3996955861204792762011-05-23T03:47:00.007+02:002011-05-23T06:20:41.080+02:00Il sesso dell'angelo sterminatore<div style="text-align: center;"><br /></div><a href="http://1.bp.blogspot.com/-hOSp3hRFnQ0/Tdne9OFBwHI/AAAAAAAAAXs/fR0-xOinnYU/s1600/l_angelo_sterminatore_small.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><a href="http://1.bp.blogspot.com/-D1uz9HGpW34/TdnI1jPz_II/AAAAAAAAAXk/a0xh0u5PPko/s1600/Carlo%2BGiovanardi%2Be%2Ble%2Bcoscie%2Bdi%2BCarmen%2BRusso.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><br /><a href="http://1.bp.blogspot.com/-WnyVBsIdFQs/TdnBo0NCB6I/AAAAAAAAAXc/dRMnlUHIxqg/s1600/Ron%2BPerlman.jpeg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><br /><a href="http://4.bp.blogspot.com/-PjGfr9G_6Dg/Tdm9DHbg7lI/AAAAAAAAAXU/VH84tbpuvII/s1600/don-camillo-in-barca.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 300px;" src="http://4.bp.blogspot.com/-PjGfr9G_6Dg/Tdm9DHbg7lI/AAAAAAAAAXU/VH84tbpuvII/s400/don-camillo-in-barca.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5609722672098373202" /></a><div style="text-align: justify;">L'Onorevole Carlo Giovanardi non è stato favorito dalla Natura che, il giorno in cui è nato (15 gennaio 1950 a Modena), era probabilmente impegnata in qualche alluvione o terremoto, né (per chi ci crede) dal Padreterno, in quel momento forse distratto. Sia come sia sta di fatto che l'Onorevole Carlo Giovanardi è uno degli uomini più brutti del mondo, <span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://1.bp.blogspot.com/-WnyVBsIdFQs/TdnBo0NCB6I/AAAAAAAAAXc/dRMnlUHIxqg/s400/Ron%2BPerlman.jpeg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5609727717818894242" style="float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 153px; height: 196px; " /></span>insieme a Ignazio La Russa e a Ron Perlman (era il monaco ritardato Salvatore in <i>Il nome della rosa</i>, 1986, di Jean-Jacques Annaud).</div><div style="text-align: justify;">Ora, essere brutti non è certo una colpa e poi, come si dice, "la bellezza è nell'occhio di chi guarda": alcuni riescono a "valorizzare" la bruttezza trasformandola in caratteristica (pensiamo a Jean-Paul Belmondo, per esempio o, oltre al già citato e bravissimo Perlman, al versatile Fernandel - non solo nella serie di film ispirati al personaggio di Don Camillo - al quale Giovanardi peraltro molto assomiglia nel profilo equino); altri compensano la scarsa avvenenza fisica sviluppando capacità intellettuali (pensiamo al grandissimo Stephen Hawking), psicologiche o semplicemente umane. Prima di aspirare però a incarichi pubblici, in una cultura come la nostra così fondata sull'immagine, magari qualche riflessione occorrerebbe farla.</div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://1.bp.blogspot.com/-D1uz9HGpW34/TdnI1jPz_II/AAAAAAAAAXk/a0xh0u5PPko/s400/Carlo%2BGiovanardi%2Be%2Ble%2Bcoscie%2Bdi%2BCarmen%2BRusso.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5609735633186847874" style="float: left; margin-top: 0px; margin-right: 10px; margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; cursor: pointer; width: 350px; height: 343px; " /></span><div style="text-align: justify;">L'Onorevole Carlo Giovanardi (a destra nella foto, il puttanone scosciato sulla sinistra è Carmen Russo), oltre a essere bruttissimo, è afflitto da una voce bassa su cui pesa un'accentuata cadenza modenese che, mentre può risultare divertente in un film di Don Camillo, contribuisce a rendere scarsamente intelligibile quello che dice, già sufficientemente disarticolato per conto suo.</div><div style="text-align: justify;">Come se non bastasse, l'Onorevole Carlo Giovanardi è ossessionato (colpevolmente?) dalla difesa della famiglia familista tradizionale (secondo lui l'unica prevista dalla Costituzione) e da un'omofobia pervasiva e sospetta che ha avuto modo di esternare nella nota critica alla pubblicità Ikea di alcuni giorni fa. </div><div style="text-align: justify;">Più recentemente, ospite della trasmissione "Klauscondicio" venerdì 20 maggio su You Tube, ha dichiarato: "Non escludo affatto che, nell'improbabilissima eventualità che diventasse sindaco, de Magistris discriminerà sul piano dei servizi sociali le famiglie con figli favorendo femminielli, gay, trans riconosciuti attraverso 'registri' che ne legittimino le unioni. (...) Non temo la politica filo gay. Io non son anti gay. Ma va evidenziato che con Pisapia e de Magistris, il riconoscimento delle unioni gay porterebbe a conseguenze discriminatorie per centinaia di migliaia di famiglie di Napoli e Milano. Con loro sindaci, le case e i servizi sociali dei comuni non darebbero la priorità alle famiglie riconosciute dalla Costituzione bensì a queste nuove forme di unioni e 'matrimoni' gay. Per esempio cambierebbero i criteri nell'assegnazione delle case. Decine di migliaia di famiglie 'colpevoli' di non essere gay finirebbero in fondo alle priorità degli amministratori. (...) La nostra società e la nostra civiltà rischierebbero di scomparire in pochi decenni".</div><div style="text-align: justify;">Probabilmente l'Onorevole Carlo Giovanardi ignora che in Italia (a differenza del resto dell'Europa) l'81,1% delle abitazioni sono in proprietà e solo il 18,9% in affitto e che gli abitanti di Milano sono 1.300.000, mentre quelli di Napoli sono 1.004.500. Considerando una famiglia 'tradizionale' composta da tre persone, la questione affitto in totale riguarda nelle due città meno di 150.000 famiglie, solo una percentuale delle quali è alla ricerca di una sistemazione abitativa. Non so quale sia la quota di femminielli, gay e trans nelle due città, ma anche se fosse del 20% e tutti si mettessero in lista per farsi assegnare una casa le richieste non potrebbero essere più di 20-30.000 (più probabilmente poche centinaia). Ed è ridicolo pensare che l'essere omosessuali possa mai dare dei punti nella classifica per le assegnazioni che in genere sono basate sul numero di componenti e sul reddito. E allora di cosa stiamo parlando?</div><div style="text-align: justify;">Sul rischio poi di scomparsa della nostra società e della nostra <i>civiltà</i> che dire? Certo una civiltà che produce campioni della forza dell'Onorevole Carlo Giovanardi merita di scomparire e di scomparire in fretta. Ma sarebbe divertente che proprio l'"<b>angelo sterminatore</b>" incaricato della sparizione fosse di sesso non omologato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://1.bp.blogspot.com/-hOSp3hRFnQ0/Tdne9OFBwHI/AAAAAAAAAXs/fR0-xOinnYU/s400/l_angelo_sterminatore_small.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5609759954199232626" style="display: block; margin-top: 0px; margin-right: auto; margin-bottom: 10px; margin-left: auto; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 268px; " /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><br /></span></div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-49317560553987314532011-05-15T04:55:00.010+02:002011-05-16T04:58:59.717+02:00Ma, almeno, sarà commestibile?<a href="http://2.bp.blogspot.com/-GpCfffipwss/TdCP-cUWsvI/AAAAAAAAAXM/b_XRbZdWqN8/s1600/Dal%25C3%25AC.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><a href="http://2.bp.blogspot.com/-CK5DVj_APiQ/TdCELJxDn8I/AAAAAAAAAXE/ygZ78_vOOH8/s1600/18521b_Travolti%2Bda%2Bun%2Binsolito%2Bdestino_1_RC_visore.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><a href="http://2.bp.blogspot.com/-ZN-RplUCBeY/TdAbJ4oAsLI/AAAAAAAAAW8/pjZWDbm2rno/s1600/Yuppi_du.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 214px;" src="http://2.bp.blogspot.com/-ZN-RplUCBeY/TdAbJ4oAsLI/AAAAAAAAAW8/pjZWDbm2rno/s320/Yuppi_du.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5607011392709243058" /></a><br /><a href="http://2.bp.blogspot.com/--eFt6rtV0w0/Tc9BW_glXZI/AAAAAAAAAW0/XrwSgQjM8Ko/s1600/Dal%25C3%25AC.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><div style="text-align: justify;">Adriano Celentano è indubbiamente un notevole personaggio musicale e mediatico (un po' meno cinematografico, tanto che gli unici film che mi sono sempre rifiutato di vedere per la loro insopportabile presunzione sono i suoi - e, per altri motivi, quelli di Zeffirelli): quantunque non riesca a condividere certi atteggiamenti da <i>guru </i>qualunquistico non posso non riconoscergli una forza comunicativa non mediata culturalmente<i> </i>spesso spontaneamente molto efficace.</div><div style="text-align: justify;">Ma la frase rivolta nel corso della puntata di <i>Annozero </i>del 12 maggio a Daniela Santanchè (al secolo Garnero: Santanchè è il cognome dell'ex marito chirurgo estetico Paolo, il matrimonio col quale è stato annullato dalla Sacra Rota) denuncia purtroppo la sua scarsissima capacità di percezione estetica, almeno per quanta riguarda la venustà femminile: pur non condividendo le sue idee - e ci mancherebbe - le riconosceva comunque di essere "molto carina".</div><div style="text-align: justify;">Se si sia trattato di una forma di "cavalleria" non so, ma - a parte il fatto che l'aggettivo "carina" suona un po' stonato riferito a una cinquantenne, per la quale suonerebbe meglio un "affascinante" (in francese i termini sono <i>chouette</i> e <i>charmante</i>: Catherine Deneuve per esempio è <i>chouette</i> - da svenimento - in <i>Les Parapluies de Cherbourg</i>, 1964 di Jacques Demy e - estremamente - <i>charmante</i> in <i>Potiche</i>, 2010 di François Ozon) - <i><b>CARINA</b></i> la Santanchè? Una alla quale, sia prima degli incommensurabili interventi di chirurgia plastica (e si sono viste su <i>Blob </i>alcuni mesi fa alcune "gustosissime " immagini), sia dopo, si attaglia perfettamente, parafrasando Lina Wertmüller, l'appellativo di <b><i>Dany Settemunnezze</i><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;">?</span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;">Per la cronaca, le <i>munnezze</i> sarebbero:</span></b></div><div style="text-align: justify;"><ol><li>Estetica del viso (basterebbe il naso)</li><li>Estetica del corpo (polpacci compresi)</li><li>Estetica del vestire (mitico lo <i>Stetson</i> bianco da cowboy su bikini)</li><li>Intellettuale (esempio: il <i>master</i> farlocco alla Bocconi)</li><li>Affettiva (pare ci sia persino un flirt con Mortimer Sallusti... )</li><li>Caratteriale (abuso di dito medio)</li><li>Politica (la bandiera - inesistente - di Hamas, per dire una delle ultime)</li></ol><div style="text-align: justify;">La citazione dalla Wertmüller porta inevitabilmente a <i>Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto</i>, 1974, con Giancarlo Giannini nella parte di Gennarino Carunchio e Mariangela Melato in quella di Raffaella Pavone Lanzetti la "bottana industriale" (disastroso <i>remake </i>di Guy Ritchie nel 2002 col titolo <i>Travolti dal destino - Swept Away </i>e interpreti Madonna e Adriano Giannini).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><br /></span></div><img src="http://2.bp.blogspot.com/-CK5DVj_APiQ/TdCELJxDn8I/AAAAAAAAAXE/ygZ78_vOOH8/s400/18521b_Travolti%2Bda%2Bun%2Binsolito%2Bdestino_1_RC_visore.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5607126863211372482" style="display: block; margin-top: 0px; margin-right: auto; margin-bottom: 10px; margin-left: auto; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 229px; " /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; ">Ora, immaginate di naufragare su un'isola deserta insieme alla Santanchè (paura, eh?): quali sono le strategie di sopravvivenza da mettere in atto?</span></div><div><ul><li style="text-align: justify;">Essendo voi indubbiamente persone di buon gusto è ovviamente da escludere qualsiasi risvolto sessuale da parte vostra, ma non da parte sua, specialmente se accompagnato da altri più viscerali appetiti.</li><li style="text-align: justify;">Attenzione, non lasciatevi impietosire, ne va della vostra vita. Se non volete fare la fine del maschio della mantide non vi resta che fingere di assecondarla, procurarle qualche preda da divorare mentre fingete di accoppiarvi con lei e poi colpirla risolutamente alla testa con una noce di cocco o altro oggetto acconcio. Non esitate!</li><li style="text-align: justify;">Se pensate di poter utilizzare direttamente il corpo come fonte di approvvigionamento di proteine per l'immediato futuro, lasciate perdere: intanto è coriaceo a furia di allungamenti e torsioni e poi rischiate avvelenamenti mortali o comunque gravi complicazioni gastrointestinali, anche per l'elevato contenuto di botox (in particolare sconsigliatissimi il cuore fibroso e il fegato bilioso).</li><li style="text-align: justify;">Vi conviene comunque separare la testa dal corpo e, dopo aver recuperato i capelli (che, opportunamente attorcigliati, possono essere utilizzati come lenza per la pesca) e le ossa del setto nasale (abbastanza adunche da poter fungere da amo), infilarla su una pertica e disporla come spauracchio a protezione del vostro spazio e a disposizione dell'acuminata critica dei corvi.<span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://2.bp.blogspot.com/-GpCfffipwss/TdCP-cUWsvI/AAAAAAAAAXM/b_XRbZdWqN8/s400/Dal%25C3%25AC.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5607139838992495346" style="float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 221px; height: 228px; " /></span></li><li style="text-align: justify;">Se volete potete utilizzare il corpo (ricordatevi di non posizionarlo troppo vicino e soprattutto non sottovento) come produttore di esche vive per la pesca, avendo l'avvertenza di eliminarle immediatamente dal pesce prima che vengano metabolizzate.</li><li style="text-align: justify;">Se avete predisposizione per la musica, dagli intestini ben arrotolati si possono ricavare ottime corde da violino, mentre con costole, bacino e ossa lunghe si possono costruire strumenti a fiato e a percussione (in quest'ultimo caso occorre anche, per creare una cassa armonica, provvedere alla conciatura di una parte della pelle).</li></ul>In sostanza, commestibile no, ma utilizzabile sì. Buon divertimento.</div><div><br /></div><div>-----------------------------------</div><div><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">L'immagine sopra a destra riproduce l'opera di Salvador Dalì </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Cannibalismo in autunno</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">, 1936-37</span></div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-44112016974479525062011-04-29T04:58:00.000+02:002011-04-29T04:57:09.640+02:00Nome in codice: Betty<a href="http://1.bp.blogspot.com/-yAEhXB9fl1g/TbjSnoz8Q-I/AAAAAAAAAWc/1I_uLyw-tDo/s1600/Betty_curtis_nel_1957.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><br /><a href="http://3.bp.blogspot.com/--KmnVrnx_VU/TaucbQDgXWI/AAAAAAAAAUc/9SJhrDMaY4Y/s1600/betty-boop-1.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><iframe width="425" height="344" src="http://www.youtube.com/embed/QIoe4OetQns?fs=1" frameborder="0" allowfullscreen=""></iframe><div style="text-align: justify;">Avete notato come l'<i>outing</i> di Berlusconi sia scattato quando il tizio del pubblico gli ha gridato "Sei bello!" e il suo narcisismo ha preso il sopravvento? Ha cercato di rimascherare la cosa col doppio salto mortale del lato gay che è lesbico, a rimarcare una sorta di supermachismo assoluto, ma non ha fatto altro che evidenziare ancora di più quello che oramai è di dominio pubblico, come se non bastassero i precedenti indizi:</div><div style="text-align: justify;"><ul><li>L'affermazione che trovare il pisello di Emilio Fede, che ha ottant'anni, è "come partecipare alla caccia al tesoro" (come fa a esserne così edotto? è stato uno dei cacciatori, magari insieme a Lele Mora?).</li><li>L'ossevazione di Nicole Minetti sul "culo flaccido" (<i>"Lui pur di salvare il suo culo flaccido non se ne frega di niente"</i>). Posto che non c'è motivo di dubitare che tra lei e lui siano intercorsi rapporti sessuali nelle più varie e fantasiose posizioni (del missionario, a smorzacandela, <i>more ferarum </i>e via kamasutrando), l'esperienza visiva della turgidità o flaccidità dei glutei maschili è possibile solamente in due casi: per riflesso tramite l'uso di specchi a parete o a soffitto (possibile ma un po' imprecisa) o per constatazione diretta da osservatore o meglio osservatrice retroposizionata (e magari munita di elegante <i>strap-on</i>).</li><li>Il nomignolo usato da Barbara Faggioli e dalle altre voraci velociraptor-girls parlando al telefono che sapevano intercettato. Per esempio la Minetti chiede alla Faggioli cosa le ha detto lui e lei risponde: "Niente, Betty ha dato a tutti 2 scarpe (duemila euro), qualcuno si è lamentato perché ne voleva di più, mentre a me ha detto che era a posto...". Perché "Betty"? Per una sottile astuzia mascheratoria anti-intercettazione difficile da ipotizzare in ragazze impegnate unicamente a soddisfare velocemente la loro avidità? Oppure per un'associazione evidente a tutte? E allora, quale Betty, tenendo conto del possibile comune background culturale di riferimento?</li></ul><b>1. Betty Boop</b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#0000EE;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://3.bp.blogspot.com/--KmnVrnx_VU/TaucbQDgXWI/AAAAAAAAAUc/9SJhrDMaY4Y/s200/betty-boop-1.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5596738953918045538" style="float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 160px; height: 200px; " /></span></span></div><div style="text-align: justify;">Era un personaggio del cinema d'animazione americano degli anni trenta creato dai fratelli Fleischer, dotato di una carica erotica incredibile per quegli anni. Ispirata alla cantante degli anni venti Helen Kane, era irriverente e maliziosa, con capelli corti e frangiati, vestiti sexy, consapevole del proprio fascino ma anche dotata di autoironia: la tipica <i>flappe</i>r, la ragazza alla moda dell'età del jazz. Una figura talmente sovversiva da scatenare le proteste del pubblico conservatore: nel 1935 si aggiunse l'applicazione del famigerato Codice Hays e la povera Betty fu costretta a dedicarsi alle faccende domestiche e a occuparsi di animali, fino a uscire di scena nel 1939.</div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; ">Il suo film più celebre è <i>Minnie the Moocher</i>, che prese il titolo dalla canzone di Cab Calloway (non è possibile che non sappiate chi è, ma nel caso riguardatevi <i>The Blues Brothers </i>di John Landis, 1980) ed è la storia di una ragazza che scappa di casa e affronta i pericoli della notte.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; ">Nel 1988 ricompare nel film <i>Chi ha incastrato Roger Rabbit?</i> (<i>Who Framed Roger Rabbit?</i>) di Robert Zemeckis.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><b><i>Probabilità</i></b><i>: nulle. Dubito fortemente che</i></span></span><i> SB e le Olgettine potessero conoscere questo troppo raffinato personaggio.</i></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>2. Betty Page</b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color:#0000EE;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://3.bp.blogspot.com/-rwVW3HL0gio/TbWo_VYeAEI/AAAAAAAAAVc/be4k77zJZSk/s320/betty_page1.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5599567517730078786" style="float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 198px; height: 320px; " /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; ">A rigore <b>Bettie</b> Page, pseudonimo di Betty Mae Page (1923-2008) è stata una delle più note pin-up, attiva negli anni cinquanta. Fortemente identificabile per la frangia di capelli e le forme generosamente non anoressiche, iniziò posando nuda per foto che non vennero pubblicate, poi per foto che venivano inviate per corrispondenza a tema <i>bondage</i> o sadomaso. </span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; ">Espressione di un erotismo divertito e spesso autoironico (celebri le foto di Bunny Yeager della serie "Bettie nella giungla" in cui si mostra nuda con un paio di ghepardi o (poco) vestita di pelle di leopardo), apparve come Playmate del mese su "Playboy" e nella foto poster per l'anniversario di due anni nel 1955 e fu corteggiata da Hugh Hefner e da Howard Hughes.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; ">Abbandonò la carriera nel 1957 per vari motivi ancora non ben chiariti. Negli anni ottanta libri, fumetti e <i>fanzine </i>la riportarono alla ribalta, rendendola ispiratrice di modelle quali Bernie Dexter, Dita Von Teese e Nina Elizabeth Page e in qualche modo la consacrarono icona del <i>fetish</i> ma anche del protofemminismo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; ">Nel 1994 è uscito un film biografico, <i>Bettie Page: Dark Angel</i>, diretto da Nico B. e interpretato da Paige Richards e nel 2005 <i>La scandalosa vita di Bettie Page</i> (<i>The Notorious Bettie Page</i>), diretto da Mary Harmon e ben interpretato da Gretchen Mol.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><i><b>Probabilità</b>: scarse. Troppi capelli naturali e totale assenza di interventi plastici, quantunque il lato</i> fetish<i> potrebbe aver esercitato una qualche influenza.</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><i><br /></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><b>3. Betty Grable</b></span></div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://2.bp.blogspot.com/-KjslyM9HNWQ/TbYTjY3QX5I/AAAAAAAAAVk/t1MBNxnqNS0/s320/Betty%2BGrable" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5599684685372350354" style="float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 262px; height: 320px; " /></span><div><span class="Apple-style-span" style="color:#0000EE;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;">Attrice americana (1916-1973) popolarissima negli anni quaranta, soprannominata "<i>The Legs</i>" (le gambe): durante la seconda guerra mondiale e fino alla guerra di Corea fu un'icona per i soldati americani al fronte che decoravano con la sua immagine zaini, armadietti, cruscotti e anche fusoliere di aerei. Fu per lei (e per altre attrici del genere <i>burlesque</i> quali Tempest Storm e Gypsy Rose Lee) che venne coniato il termine <i>pin-up </i>(dall'uso di fissare le immagini a muri o armadietti con puntine da disegno).</div><div style="text-align: justify;">Dal 1929 al 1955 interpretò un'ottantina di film, spesso musicali, specializzandosi in ruoli brillanti e vivaci, quali:</div><div style="text-align: justify;"><i>Seguendo la flotta</i> (<i>Follow the Fleet</i>), 1936, di Mark Sandrich, <i>In montagna sarò tua</i> (<i>Springtime in the Rockies</i>), 1942, di Irving Cummings, <i>La signora in ermellino</i> (<i>That Lady in Ermine</i>), 1948, di Ernst Lubitsch e Otto Preminger, <i>L'indiavolata pistolera</i> (<i>The beautiful blonde from Bashful Bend</i>), 1949, di Preston Sturges, <i>Butterfly americana</i> (<i>Call me Mister</i>), 1951, di Lloyd Bacon e soprattutto, insieme a Marilyn Monroe e Lauren Bacall, <i>Come sposare un milionario</i> (<i>How to marry a millionaire</i>), 1953, di Jean Negulesco.</div><div style="text-align: justify;">Negli anni cinquanta si dedicò al teatro e ottenne enormi successi a Broadway con commedie musicali quali <i>Bulli e pupe</i> e <i>Hello, Dolly!</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><i><b>Probabilità</b>: poche. Gambe troppo lunghe e umorismo troppo fine. Qualche possibilità per il lato musicale.</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><b>4. Betty Blue</b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal; "><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://4.bp.blogspot.com/-FJT3UlbaBMk/TbdyddN5zHI/AAAAAAAAAVs/knPAaa9vVfc/s320/bettyblue.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5600070512043215986" style="float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 224px; height: 320px; " /></span></b></span></b><div style="text-align: justify;">E' il personaggio del film omonimo (in originale <i>37°2 le matin, </i>con riferimento alla temperatura corporea normale, al risveglio, di una donna incinta) del 1986 di Jean-Jacques Beineix, interpretato da una conturbante Beatrice Dalle e da Jean-Hugues Anglade. </div><div style="text-align: justify;">Il film narra dell'<i>amour fou </i>tra Betty, una giovane psichicamente disturbata, e Zorg, un ragazzo con ambizioni letterarie. Betty entra nella sua vita e la sconvolge impetuosamente tra sesso, gioco e imprevedibili strappi emotivi, fino alla drammatica conclusione in cui Zorg - come nel finale di <i>Qualcuno volò sul nido del cuculo, </i>(<i>One Flew Over the Cuckoo's Nest</i>)<i>, </i>1975, di Milos Forman - pone fine alla vita di Betty, ormai ridotta in stato catatonico.</div><div style="text-align: justify;">Il film ebbe allora un grande successo e ottenne parecchi premi internazionali, grazie alla bravura degli interpreti, alla maestria dell'allora talentuosissimo regista (già noto per <i>Diva</i>, 1981) e anche alla splendida colonna sonora.</div><div style="text-align: justify;"><img src="http://www.blogger.com/img/blank.gif" alt="Corsivo" border="0" class="gl_italic" /></div><div style="text-align: justify;"><b><i>Probabilità</i></b>: <i>nulle. Né le papi-girls né tantomeno il loro utilizzatore possono sapere cosa sia l'<span class="Apple-style-span" style="font-style: normal;">amour fou. </span>Ci mancherebbe altro<span class="Apple-style-span" style="font-style: normal;">.</span></i></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color:#0000EE;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><b>5. Betty Love</b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://3.bp.blogspot.com/-aSC_s_Ou3LE/TbeAMY0oHlI/AAAAAAAAAWE/8YjkbDM-vAw/s400/betty-love_219576_230x161.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5600085611968470610" style="float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 230px; height: 161px; " /></span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "></span><div style="text-align: justify;">Nel film (in originale <i>Nurse Betty</i>) di Neil LaBute del 2000 è il personaggio (interpretato da Renée Zellweger) di un'infermiera di una <i>soap opera </i>in cui si identifica una tranquilla casalinga del Kansas per sfuggire alla realtà dopo aver assistito all'omicidio dell'insensibile marito da parte di due killer. Parte allora per Los Angeles per incontrare il personaggio televisivo del medico di cui è innamorata, inseguita dai due sicari intenzionati a eliminarla in quanto testimone dell'omicidio del marito e a recuperare una partita di droga nascosta nell'auto che lei ha usato per il viaggio. L'intreccio tra realtà e finzione diventa sempre più inestricabile e Betty riesce a recitare nella <i>soap</i>, ha successo ed è felice.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><i><b>Probabilità</b>: discrete. In particolare per quanto riguarda il travestimento da infermiera, tanto apprezzato dalle partecipanti ai festini e, di riflesso, dal fruitore principale degli/delle stessi/stesse.</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div> <div><div><div style="text-align: justify;"><b>6. Ugly Betty</b></div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://4.bp.blogspot.com/-n-Eb4qpHIzs/TbjLYUQAuTI/AAAAAAAAAWM/ovnALxiE88E/s400/Ugly%2BBetty.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5600449755248376114" style="float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 254px; height: 169px; " /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#0000EE;"><br /></span></div><div><div style="text-align: justify;">E' il personaggio di una serie televisiva andata in onda dal 2006 al 2010 e interpretata dalla bravissima America Ferrara nel ruolo di Betty Suarez, una ragazza di origini latino-americane molto intelligente che, nonostante un aspetto non attraente e scarsamente femminile, riesce a farsi strada nel mondo della moda divenendo l'assistente personale dell'editore capo di <i>Mode</i>, rivista di moda per eccellenza. L'intreccio naturalmente si infittisce, mescolando comicità e noir.</div><div style="text-align: justify;">La serie è il rifacimento di una telenovela colombiana del 1999 intitolata <i>Yo soy Betty, la fea </i>(in italiano "<i>Betty... la cozza</i>"): era in progetto una versione italiana interpretata da Paola Cortellesi che non è poi stata realizzata.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><i><b>Probabilità</b>: praticamente nulle. L'autoironia, nell'ambiente di riferimento, è una qualità totalmente latitante.</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "></span><div style="text-align: justify;"><b>7. Betty Curtis</b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); "><img src="http://1.bp.blogspot.com/-yAEhXB9fl1g/TbjSnoz8Q-I/AAAAAAAAAWc/1I_uLyw-tDo/s320/Betty_curtis_nel_1957.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5600457715047220194" style="text-align: justify;float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 193px; height: 320px; " /></span><div style="text-align: justify;">Cantante italiana (vero nome Roberta Corti, 1934-2006) di musica leggera attiva dalla fine degli anni cinquanta a tutti gli anni sessanta e poi negli anni settanta essenzialmente in televisione. Ha partecipato a parecchi Festival di Sanremo e Cantagiro. Di formazione jazzistica, ha avuto un notevole successo in particolare per lo stile interpretativo innovativo rispetto agli schemi della canzone melodica italiana.</div><div style="text-align: justify;">Ha interpretato alcuni film del genere <i>musicarelli</i>: <i>I ragazzi del juke box</i>, 1959, di Lucio Fulci, <i>Destinazione Sanremo</i>, 1960, di Domenico Paolella, <i>Canzoni a tempo di twist</i>, 1962, di Stefano Canzio e <i>008 Operazione ritmo,</i> 1965, di Tullio Piacentini.</div><div style="text-align: justify;">Tra le canzoni più famose vanno ricordate: <i>La pioggia cadrà, Cantando con le lacrime agli occhi, Nessuno, Una marcia in fa, Al di là, Pollo e champagne, Soldi soldi soldi, Chariot, Scegli me o il resto del mondo, Le porte dell'amore, Gelosia</i> e <i>O O Orzoro</i> (canzone di un <i>Carosello</i>).</div></div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><i><b>Probabilità</b>: molto elevate. Per identità generazionale, genere musicale e contenuto dei testi. Si consideri in particolare </i>Soldi soldi soldi<i>:</i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-tab-span" style="white-space:pre"> </span>Soldi, soldi, soldi, tanti soldi/ Beati siano i soldi/ I beneamati soldi perché/ Chi ha tanti <span class="Apple-tab-span" style="white-space:pre"> </span>soldi vive come un pascià/ E a piedi caldi se ne sta/ (...)/ Prendi, spandi e spendi/ <b>Non <span class="Apple-tab-span" style="white-space:pre"> </span>domandare</b> <b>da dove provengono</b>/ Dindi, tanti dindi/ Che nelle tasche ti fanno din-<span class="Apple-tab-span" style="white-space:pre"> </span>din-din/ (...)</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;">Mettendo insieme tutti gli indizi, probabilmente (<i>attenzione, la raccapricciante scena che segue è solo per stomaci forti</i>) a un certo punto dei <i>bunga-bunga, </i>subito dopo il numero delle procaci professioniste travestite da infermiere alla Betty Love, si attenuavano le luci e da un sipario in velluto illuminato da un Occhio Di Bue appariva prima una gamba (corta) sgusciante da un attillato vestito in lamè, poi una parrucca bionda cotonata sotto la quale infine si mostrava il Nostro, adeguatamente truccato, che iniziava a cantare languidamente accompagnato dal fido Apicella: <i>Nessuno ti giuro nessuno/ nemmeno il destino/ ci può separare, </i>per poi passare all' <i>Al di là </i>e a <i>Scegli me o il resto del mondo</i> per concludere orgiasticamente in un parossistico crescendo con <i>Soldi soldi soldi.</i></div><div style="text-align: justify;">Per questo lo chiamano Betty.</div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><br /></span></div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-59213543768087179202011-04-11T03:50:00.001+02:002011-04-11T04:06:14.177+02:00Scilipoti bu, Scilipoti be<a href="http://3.bp.blogspot.com/-wAsURI0IU9k/TaIFfbKVTjI/AAAAAAAAAUE/Y3PC5yLac1c/s1600/PINHEAD%2B5.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><br /><a href="http://3.bp.blogspot.com/-zHOI8ZAA6L4/TZ_WUfyAjSI/AAAAAAAAATs/urO88k47R9o/s1600/Scilipoti.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 292px;" src="http://3.bp.blogspot.com/-zHOI8ZAA6L4/TZ_WUfyAjSI/AAAAAAAAATs/urO88k47R9o/s400/Scilipoti.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5593424909834423586" /></a><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; ">Nell'immagine a sinistra si può ammirare l'impavido e atletico Scilipoti che irrompe nell'aula di Montecitorio per raggiungere il suo scranno di Responsabile ove votare. Notare per favore l'elevazione plastica sulla gamba sinistra mentre il piede destro già sta volando in un <i>pas de bourrée</i>, l'elegante fluttuare della cravatta, la giacca graziosamente sbottonata, la mano destra alzata ("Presente!") e la sapienza con la quale contemporaneamente legge l'ultimo messaggio sul telefonino nella mano sinistra.</span></div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); "><img src="http://3.bp.blogspot.com/-WP7sAc9SjyQ/TZ_Whqa7xII/AAAAAAAAAT0/ndCwDJpV4T8/s320/Ippopotamo%2BDisney.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5593425136028730498" style="float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 197px; height: 320px; " /></span><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; ">Nell'immagine a destra si può invece ammirare l'interpretazione di <i>Giacinta</i> (<i>Hyacinth Hippo</i> nell'originale: quindi senza una caratterizzazione di <i>gender </i>precisa, anche se viene concupita da <i>Ben Ali Gato</i>r) nell'episodio <i>Danza delle ore </i>da<b><i> Fantasia</i><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"> (Disney, USA, 1940).</span></b></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;">A parte il tutù e le scarpette da ballo (e il fatto che Giacinta è più vezzosa) la somiglianza è impressionante. Per contro, se si effettua una ricerca sulle origini del cognome, l'ambiguità rimane: "<i>Scili</i>" si potrebbe far risalire, visto il luogo di nascita, a "Scillia" collegabile a un soprannome derivante dal latino "Scylla"(scoglio) o, secondo Erodoto, dalle imprese di un tuffatore greco di nome</span></b></span></div><div style="text-align: justify;">Scillia di Sicione, mentre "<i>poti</i>" potrebbe essere una riduzione di "potamus" (fiume), quindi "ruscello", "rigagnolo". In sostanza il cognome potrebbe indicare "chi si tuffa (da uno scoglio) in un rigagnolo", andandosi a schiantare sul (vicinissimo) fondo, cioè un cretino. <i>Nomen omen</i>...</div><div style="text-align: justify;">A questa ipotesi si contrappone però la recente scoperta dell'"Espresso" che il manifesto del Movimento Responsabilità Nazionale (simbolo un <i>Taijitu</i>, cioè l'unione degli opposti Yin e Yang, non in bianco e nero a contatto, ma in verde e rosso con una separazione in bianco) è stato copiato in gran parte dal "Manifesto degli intellettuali fascisti" di Giovanni Gentile del 1925, sostituendo "responsabilità" a "fascismo": in realtà pare sia stato Gentile, usufruendo del modello originale della Macchina del Tempo di H.G.Wells ancora funzionante trent'anni dopo (1895), a copiare malamente da Scilipoti.</div><div style="text-align: justify;">Ma c'è molto di più: il nostro, oltre che provetto ballerino, reggitore di cornette telefoniche, compilatore di manifesti politici, leader di responsabili (anche del mio bruciore di stomaco: per fortuna è sufficiente un po' di idrossido di magnesio e alluminio), è anche ginecologo e agopuntore (oltre che Professore Convitato presso l'Università del Paranà e l'Istituto A.B.P.S. di Salvador de Bahia).</div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://4.bp.blogspot.com/-L0EE3MhWNEI/TaIC_wi4dnI/AAAAAAAAAT8/_wRtELFUvMo/s400/speculum.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5594036981533800050" style="float: left; margin-top: 0px; margin-right: 10px; margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; cursor: pointer; width: 170px; height: 164px; " /><span class="Apple-style-span" style="color:#000000;">Le domande che conseguono sono:<br />- vi fareste infilare uno speculum - come quello dell'immagine di sinistra - nella vagina da un soggetto così?</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><span class="Apple-style-span" style="color:#000000;"> - vi fareste piantare, dallo stesso soggetto, degli spilloni come quelli </span></span></div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://3.bp.blogspot.com/-wAsURI0IU9k/TaIFfbKVTjI/AAAAAAAAAUE/Y3PC5yLac1c/s320/PINHEAD%2B5.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5594039724572757554" style="float: right; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; cursor: pointer; width: 217px; height: 320px; " /></span><div><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; ">dell'immagine di destra, anche se fosse per dimenticare l'esistenza di questo governo e della sua corte dei miracoli?</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; ">----------------------------------------</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; ">NOTE</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><b>1</b>. Lo speculum prende il suo nome dal verbo "speculare" nel senso di "guardare attentamente, osservare". Dalla stessa origine deriva "speculazione" con l'aggiunta peggiorativa di "pianificare ed eseguire attività economiche molto redditizie ma dannose per gli altri (e talora anche per l'ambiente)". Per ricondurre a unità i significati, in un non troppo futuro mondo più giusto, lo speculum - nella sua versione rettale - potrebbe essere applicato agli speculatori (specialmente a quelli sui prodotti alimentari di base) opportunamente costretti per alcuni giorni alla pubblica gogna e a disposizione della visita di scolaresche che potrebbero utilizzare la dilatazione per il lancio di sputi, zolle erbose, pelli di salame, carte di caramelle o di merendine (ma non miccette od oggetti taglienti, deflagranti o dirompenti).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>2</b>. Il simpatico signore spillato dell'immagine di destra si chiama "Pinhead" ed è uno dei personaggi della serie cinematografica <b><i>Hellraiser</i><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;">, nella sua qualità di capo dei Supplizianti, demoni (o angeli) della dimensione Cenobita, in cui il confine tra piacere e dolore è stato superato: chi viene catturato dai Supplizianti (in genere perché riesce ad aprire una scatola cubica detta "La Configurazione del Lamento") viene sottoposto per l'eternità a torture atroci e perversissime, tipo la visione di "Radio Londra" di Giuliano Ferrara.</span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;">La serie completa di film è costituita, al momento da:</span></b></div><div style="text-align: justify;">- <i>Hellraiser: Non ci sono limiti</i> (Hellraiser), Clive Barker, 1987</div><div style="text-align: justify;">- <i>Hellraiser II: Prigionieri dell'inferno</i> (Hellboumd: Hellraiser II), Tony Randel, 1989</div><div style="text-align: justify;">- <i>Hellraiser 3: Inferno sulla città</i> (Hellraiser III: Hell On Earth), Anthony Hickox, 1992</div><div style="text-align: justify;">- <i>Hellraiser 4: La stirpe maledetta</i> (Hellraiser: Bloodline), Alan Smithee, 1996</div><div style="text-align: justify;">- <i>Hellraiser 5: Inferno</i> (Hellraiser: Inferno), Scott Derrickson, 2000</div><div style="text-align: justify;">- <i>Hellraiser 6: Hellseeker</i> (Hellraiser: Hellseeker), Rick Bota, 2002</div><div style="text-align: justify;">- <i>Hellraiser: Deader</i> (Hellraiser VII: Deader), Rick Bota, 2005</div><div style="text-align: justify;">- <i>Hellraiser: Hellword</i> (Hellraiser VIII), Rick Bota, 2005</div><div style="text-align: justify;">- <i>Hellraiser: Revelations</i>, 2011 (previsto)</div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><br /></span></div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-16277305122285433922011-04-04T02:48:00.004+02:002011-04-05T04:33:18.468+02:00"Ich bin ein Lampedusaner" ovvero "Lampidusanu sugnu"<div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'lucida grande';"><blockquote></blockquote><blockquote></blockquote><blockquote></blockquote><blockquote></blockquote><blockquote></blockquote><blockquote></blockquote>Il 26 giugno 1963 l'allora presidente americano John Fitzgerald Kennedy in visita ufficiale a Berlino Ovest,</span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'lucida grande';"> poco dopo l</span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'lucida grande';">a costruzione del muro, pronunziò un discorso dal balcone del Rathaus Schöneberg, che conteneva questa frase che voleva comunicare agli abitanti della città e a quelli della Germania Ovest la vicinanza e l'amicizia degli Stati Uniti e costituire una forma di incoraggiamento morale:</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'lucida grande';"><blockquote></blockquote><i>«Duemila anni fa l'orgoglio più grande era poter dire '<span class="Apple-style-span" style="font-style: normal;">civis Romanus sum'</span> (sono un cittadino romano). Oggi, nel mondo libero, l'orgoglio più grande è dire </i>'Ich bin ein Berliner'. <i>Tutti gli uomini liberi, dovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino, e quindi, come uomo libero, sono orgoglioso delle parole '</i>Ich bin ein Berliner'»</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'lucida grande';"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'lucida grande';">Il 30 marzo 2011 l'attuale presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi in visita ufficiale a Lampedusa, insieme a un elegante <i>bouquet </i>di promesse fantaeconomiche ai lampedusani (liberazione dagli immigrati, colori alle case, casinò, campo da golf, esenzioni fiscali e premio Nobel per la pace), per dimostrare la serietà delle sue intenzioni ha annunciato che sarebbe diventato pure lui lampedusano, avendo nottetempo acquistato su internet per uno e mezzo-due milioni una villa (peraltro brutta e invenduta da quaranta anni per l'adiacenza all'aeroporto e le conseguenti persistenti rumorosità e puzza di kerosene).</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'lucida grande';">E' un po' come se Kennedy, alla fine del suo discorso, avesse annunciato ai Berlinesi che per concretizzare la sua affermazione aveva acquistato un elegante e arrogante attico sul Kurfürsterdamm: ci sarebbe stato un massiccio passaggio all'Est con scavalcamento del muro al contrario.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'lucida grande';">A Lampedusa no, tutti i piccoli proprietari plaudenti a sognare l'indotto turistico. E dire che, a guardare con un minimo di realismo</span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'lucida grande';"> la carta geografica, le uniche promesse credibili avrebbero potuto essere:</span></div><div style="text-align: justify;"><ul><li><span class="Apple-style-span" style="font-family:'lucida grande';">lo spostamento di tutti gli abitanti su altre isole, in Sicilia o sul Continente</span></li><li><span class="Apple-style-span" style="font-family:'lucida grande';">lo spostamento dell'isola a nord o a est della Sicilia: per questo sarebbe stato sufficiente rivolgersi a quelli del Progetto DHARMA (acronimo di <i>Department of Heuristics And Research on Material Applications</i>), visto in <i>Lost</i>: un po' di elettromagnetismo, un po' di antichi saperi e il gioco era fatto (e pensate come ci sarebbero rimasti i migranti).</span></li></ul><span class="Apple-style-span" style="font-family:'lucida grande';">Ma, aldilà di queste considerazioni, quello che salta all'occhio è la triste, disperata, inemendabile visione del mondo del cavaliere, con buona pace di Fromm e compagni: </span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'lucida grande';">"compro <i>dunque</i> sono", per "essere <i>devo</i> avere", per essere Lampedusano devo avere un pezzo di Lampedusa.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'lucida grande';"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'lucida grande';"><i><b>Proprietari di tutto il mondo, unitevi!</b></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'lucida grande';"><i></i><b><i><br /></i></b><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'lucida grande';">Postilla: si può essere sicuramente stronzi anche senza essere miliardari, però aiuta molto.</span></div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-68942543750920360452011-03-29T02:13:00.006+02:002011-03-29T05:50:27.928+02:00CIAO, GIOVANNI<a href="http://4.bp.blogspot.com/-i1Qy15hmjNM/TZElPYUzWhI/AAAAAAAAAS8/fKkq8di4Nns/s1600/giovanni.jpeg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 300px;" src="http://4.bp.blogspot.com/-i1Qy15hmjNM/TZElPYUzWhI/AAAAAAAAAS8/fKkq8di4Nns/s400/giovanni.jpeg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5589289558701464082" /></a><div style="text-align: justify;">Giovanni se ne è andato ieri, quasi in punta di piedi, a 71 anni. </div><div style="text-align: justify;">Giovanni era il vicino di casa di Stellarossa e di suo marito nella <a href="http://fizzi-compitiacasa.blogspot.com/2011/03/pronto-chi-rode.html"><span class="Apple-style-span" style="color:#993399;">casa</span></a> di cui ho parlato nei giorni scorsi. Amava quella casa e quel terreno su cui raccontava di aver giocato da bambino (la "casa alta" la chiamava, perché a differenza delle altre della zona era disposta su tre piani) e se ne prendeva cura praticamente da sempre, con quell'affetto burbero e terroso di cui era capace. Curava la piccola vigna, potava le piante, tagliava le canne, si occupava della manutenzione (una tegola da sistemare, un muretto da tirar su, il posto giusto per piantare un albero, il momento per fare le cose), controllava che tutto funzionasse senza problemi in tutte le stagioni, ci fossero o no i proprietari.</div><div style="text-align: justify;">Durante la bella stagione, quando la casa era abitata, passava al mattino presto e lasciava sul tavolo del porticato qualche piccola testimonianza, fosse un ciuffo di basilico o alcuni pomidoro "di quelli buoni" o qualche uovo della sua amata gallinella. Durante l'inverno controllava, da benigno <i>genius loci, </i>che il gelo, l'acqua e la neve non provocassero danni<i>.</i></div><div style="text-align: justify;">Non era un uomo di cultura, Giovanni, non leggeva libri e guardava alla televisione programmi su cui è meglio sorvolare, ma non per questo si esimeva dal dire la sua su tutti gli argomenti che la voglia di chiacchierare gli faceva trovare, specialmente con noi, cittadini improbabili, che trattava bonariamente, un po' come ragazzi che avevano ancora così tanto da imparare. E di cose da insegnare, oh, se ne aveva: come tenere le forbici per potare, come impugnare una zappa, quando seminare e quando raccogliere, quali i posti giusti per questa pianta o quei fiori. E lo scuotere di testa e i borbottii quando Stellarossa (che chiamava "cittadina" o "ragazza", secondo le occasioni) voleva fare di testa sua, anche se poi aveva ragione lei.</div><div style="text-align: justify;">Giovanni viveva da solo, a fianco di un fratello con cui non parlava da anni per una di quelle terribili inimicizie legate a spartizioni di eredità e terreni. Non si era voluto sposare, non so se per scelta di non avere estranei che girano per casa o se per mancanza di occasioni e passare del tempo, ma non sembra che la cosa gli pesasse più di tanto, impegnato com'era a lavorare dall'alba al tramonto, poi farsi cena, un po' di televisione e sonno.</div><div style="text-align: justify;">Dire "viveva da solo" non è molto preciso: oltre alla gallinella e ad alcuni conigli, aveva due cani, Clinton e Chicco, non più giovanissimi e dall'albero genealogico fortemente indeterminato. Questi cani si erano affezionati totalmente sin dall'inizio agli abitanti della "casa alta", tanto da passare lì la notte e quasi tutto il giorno, coccolati, nutriti e partecipanti a interminabili tornei di tiro alla palletta con intercettazione al volo e riporto dubitoso. Nelle ferie che ho trascorso ospite negli ultimi anni, le regole d'ingaggio comprendevano anche almeno tre passeggiate al giorno in branco, io, loro due, Theo e Zazie, peraltro molto corteggiata dai tre.</div><div style="text-align: justify;">Durante la cattiva stagione, Clinton e Chicco tornavano a risiedere stabilmente a casa di Giovanni. Ora che lui non c'è più, bisognerà trovare una sistemazione per loro, che non riuscirebbero a vivere in appartamento e non potrebbero mai essere separati. C'è ancora un po' di tempo, ma è una tristezza in più. Insieme alla tristezza per la consapevolezza dell'inutile spreco di conoscenze, di umanità, di vita, di relazioni anche discontinue e "leggere" che la morte di ognuno sempre è.</div><div style="text-align: justify;">Ciao Giovanni, che la terra che hai tanto amato e faticato ti sia davvero benigna e lieve.</div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-48228750512040306342011-03-20T01:29:00.001+01:002011-03-20T03:10:16.604+01:00oh cazzo un'altra guerra<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Non sarebbe stato più giusto arrestare in quanto ASSASSINO Gheddafi dopo la prima tonnellata di morti? No, senno' che divertimento c'è? Arriva il tempo tanto atteso di tirare fuori le pedine del risiko, i maschietti se non giocano a "bum, sdra, muori bastardo, tatatatatrrr, oh minchia era una donna, era un bambino, un'intera famiglia… ma ABBIAMO UNA MISSIONE DA COMPIERE PERBACCO", è come non avessero il cazzo. MALEDETTI EUNUCHI, MALEDETTI UOMINI DI MERDA, non ce lo avete il cazzo, fatevene una ragione, stronzi, avete bisogno delle prolunghe, scemi di merda</span>.<br /><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Una massaia avrebbe fatto meglio di sicuro e che nessuno osi denigrare le donne massaie, perché intanto sono quelle che vi allevano, che vi fanno mangiare, che vi curano quando avete i vostri mortali raffreddori e che vi lavano mutande e calzini, le vere bombe letali, senza battere ciglio, hanno buon senso di sicuro loro. Bravi fate la guerra, tanto costa solo qualche miliardo, soldi che abbiamo in abbondanza, vero? Il primo eroe che arriva avvolto in bandiera lo spernacchio.</span><br /><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Che schifo che fate, che ripugnanza...</span></div>stellarossahttp://www.blogger.com/profile/12058727705152453061noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-47400600600746296862011-03-18T02:52:00.010+01:002011-03-18T05:37:34.839+01:00I cantanti e la canzone<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/-5HGL-hT4LQM/TYK7GbwithI/AAAAAAAAASc/mm5TI5naPR8/s1600/00285101.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 166px; height: 343px;" src="http://4.bp.blogspot.com/-5HGL-hT4LQM/TYK7GbwithI/AAAAAAAAASc/mm5TI5naPR8/s400/00285101.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5585232207097804306" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family:'lucida grande';"><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'lucida grande';"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;">La locandina riprodotta qui a fianco è quella del film </span></span><b><i><span class="Apple-style-span" style="font-family:'lucida grande';"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;">Il coraggio e la sfida </span></span></i><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'lucida grande';"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;">(</span></span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family:'lucida grande';"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;">The Singer Not the Song, </span></span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family:'lucida grande';"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;">Gran Bretagna, 1960) di Roy Ward Baker con Dirk Bogarde (Anacleto - Valentino nella versione italiana), John Mills (Padre King) e Mylène Demongeot. La trama è questa:</span></span></span></b></span></div></span><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(45, 42, 43); line-height: 18px; font-family:arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;"><i>Padre King è stato inviato in un villaggio messicano terrorizzato dalla presenza del bandito Valentino. Grazie al suo coraggio gli abitanti trovano la forza per cacciarlo. Valentino, saputo che una donna si è innamorata di King, sparge calunnie per renderlo inviso alla popolazione. Raggiunto dalla polizia viene ferito a morte. Cadrà anche padre King che ha voluto assicurare i sacramenti al rivale.</i></span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(45, 42, 43); line-height: 18px; font-family:arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;">Si tratta di un western anomalo, poco conosciuto e trascurato dalla critica per anni, in cui non conta tanto l'azione quanto i rapporti tra i personaggi: il prete (quasi) integerrimo, il cattivo (sempre vestito di nero) con un barlume di umanità e la ragazza innamorata del prete. Per quanto riguarda il cattivo, poi, è interessante il sentimento di odio-amore che prova nei confronti del prete: odio per la fede e la Chiesa e ammirazione - e forse amore, il risvolto omosessuale è lasciato nell'ambiguità - per la sua persona, il suo coraggio e la sua dirittura morale. E' questa contraddizione che esprime il titolo originale del film: il cantante, non la canzone. Nel senso che il cattivo detesta la canzone ma non può fare a meno di apprezzare il cantante. Contemporaneamente il prete cede momentaneamente all'attrazione della ragazza e si rivela nella sua umana debolezza un cattivo cantante, ma è tanto convinto della bontà della canzone da sacrificare la sua vita per far recitare al suo rivale l'atto di dolore. Bella dialettica, non è vero?</span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(45, 42, 43); line-height: 18px; font-family:arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;">E' a questo titolo originale che ho pensato oggi leggendo un po' di post e di commenti sui 150 anni dell'unità d'Italia. </span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(45, 42, 43); line-height: 18px; font-family:arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;">Premetto che non mi sono sentito mai particolarmente patriottico (se non quando facevo la raccolta delle figurine sul Risorgimento ai tempi delle elementari, più di mezzo secolo fa), che negli anni '60 mi piaceva Franco Nebbia che cantava l'inno nazionale sull'aria di "Sapore di sale" (e viceversa: provate, funziona), che nel '68 apprezzavo lo slogan "Il proletariato non ha nazione / internazionalismo, rivoluzione" e che le uniche cose "nazionali" che non consideravo con sospetto erano le sigarette senza filtro (quelle col pacchetto grigiolino con la "n" blu: per le <i>Gauloises</i> e le <i>Gitanes </i>non avevo né il fisico né i soldi).</span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(45, 42, 43); line-height: 18px; font-family:arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;">Premetto anche che non posso fare a meno di considerare questo Paese infestato da delinquenti, corrotti, corruttori di persone e di valori, concussi, concussori, mafiosi, cialtroni, pennivendoli, ignoranti, furbastri e furbetti, leccaculo, lacché, veline, mignotte, utilizzatori finali, prosseneti, venduti, imbroglioni, voltagabbana, figli-nipoti-cugini-cognati di, familisti amorali, sfruttatori, grassatori, tagliagole, costruttori, palazzinari, cementificatori, inquinatori e adulteratori di ogni tipo, affaristi, speculatori, supponenti, leghisti, fascisti assortiti, maschilisti, violentatori, picchiatori di donne, ipocriti, vigliacchi, fancazzisti, avvocaticchi, commercialisti asserviti, assicuratori truffaldini, spettatori di reality, divertitori coatti, adoratori di leader, carisma-dipendenti, competitori, cocainomani, mammoni, indossatori di griffe, religiosi, manipolatori e manipolati, rassegnati, vinti, tifosi, percettori di rendite, satanisti, criccaroli e piennisti (P2, P3, P4... ), salvatori e salvati dal comunismo.</span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(45, 42, 43); line-height: 18px; font-family:arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;">Però poi vedo cortei di studenti, manifestazioni di donne in difesa della loro dignità, mobilitazioni per la Costituzione, tranquille casalinghe che raccolgono di loro iniziativa firme nei supermercati, non rassegnati che inventano slogan e preparano cartelli, insospettabili che appena gli offri l'occasione sbottano in invettive feroci e dignitosissime, persone mitissime che si stanno caricando di rabbia, gente dalla faccia pulita che non ne può proprio più. Poi vedo gente che applaude Napolitano per quello che rappresenta (e per quello che è) e fischia a Berlusconi per quello che è (e per quello che rappresenta).</span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(45, 42, 43); line-height: 18px; font-family:arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;">Allora provo a pensare che magari, cambiati i cantanti, la canzone può anche essere non tanto male, che magari si può persino imparare a esserne un po' orgogliosi. Altrimenti perché incazzarsi così a sentire tante stonature?</span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(45, 42, 43); line-height: 18px; font-family:arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;">(Certo mi piacerebbe di più cantare subito "Compagni d'Italia", ma se si fa un po' di pulizia in famiglia, chissà...)</span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(45, 42, 43); line-height: 18px; font-family:arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;">E così, ma sì, nonostante tutto:</span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(45, 42, 43); line-height: 18px; font-family:arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;"><br /></span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(45, 42, 43); line-height: 18px; font-family:arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;"><b><span class="Apple-tab-span" style="white-space:pre"> <span class="Apple-tab-span" style="white-space:pre"> </span> </span>VIVA L'ITALIA !</b></span></span></span></b></div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-18419316807690311612011-03-13T18:28:00.014+01:002011-03-15T04:42:10.950+01:00La vendetta dello scialle perduto<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/-JQ65RKfhbD0/TX0C94CCEtI/AAAAAAAAASU/IPvkngcFvSc/s1600/der_golem_r2_c1.jpg"><img style="text-align: right;float: left; margin-top: 0px; margin-right: 10px; margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; cursor: pointer; width: 301px; height: 320px; " src="http://1.bp.blogspot.com/-JQ65RKfhbD0/TX0C94CCEtI/AAAAAAAAASU/IPvkngcFvSc/s320/der_golem_r2_c1.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5583622375045468882" /></a><b>Praga, Quartiere ebraico, Sinagoga Staronova, </b><b>XVI secolo</b><div><b><br /></b></div><div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;">Rabbi Jehuda Loew ben Bezalel raggiunse faticosamente la soffitta della sinagoga, aprì uno dei vecchi bauli che la ingombravano insieme ad antichi golem inanimati e vi depose una scatola in rame dal coperchio sigillato con ceralacca gialla. Richiuse a chiave il baule e prima di ridiscendere rivolse una preghiera all'Altissimo affinché la scatola non venisse mai aperta da nessuno. Sapeva di non avere il potere di distruggerla ma sapeva anche che se fosse caduta nelle mani sbagliate le conseguenze avrebbero potuto essere devastanti: quei gomitoli di seta e mohair, dall'aria così morbida e innocente, nascondevano una forza così... così maligna e perversa che era meglio venissero dimenticati per sempre.</span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><br /></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span">Torino, Italia, 12 marzo 2011</span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span"><br /></span></b></div><div style="text-align: justify;">Stellarossa riprese in mano lo scialletto che aveva tinto con il nescafè scaduto che gli aveva conferito un così bel color tortora. Aveva utilizzato i sette gomitoli che aveva ricevuto da sua madre tanti anni prima e di cui non era mai riuscita a conoscere la provenienza precisa: la madre era sempre rimasta sul vago e, anzi, le era sembrato che avesse tutte le volte cambiato bruscamente discorso. Era abbastanza soddisfatta della riuscita dello scialle e l'idea della coloritura aveva funzionato benissimo: cos'era allora quel sottile tormento che la spingeva a girarlo e a rigirarlo tra le mani? E perché i gatti, nonostante la morbidezza del tessuto, non erano mai andati ad appallottolarvisi sopra e anzi giravano ben alla larga? Scosse la testa, appoggiò su un piano lo scialle e si accese una sigaretta, dando distrattamente un'occhiata all'orologio. Era appena passata mezzanotte: spense la sigaretta, afferrò una biro e un foglio di carta e, quasi come in trance, ridisegnò completamente lo scialle, mentre una luce fredda si diffondeva dai suoi occhi.</div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;"><b>Arcore, Italia, </b><b>Villa San Martino, </b><b>1 aprile 2011</b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;">Il pacco aveva passato tutti i controlli e le verifiche<b> </b>della Sicurezza privata e risultava totalmente innocuo. Mancava un mittente individuale, ma la provenienza era sicura: la bolla d'accompagnamento era intestata ACME ltd, Death Valley, California, USA e, dopo un consulto tra i ministri dell'Istruzione e della Cultura, era risultato che ACME stava per <i>A Company Making Everything</i>, una società che produce qualsiasi cosa. Il pacco conteneva, accuratamente ripiegato, un manufatto tessile artigianale in seta e mohair di color tortora finemente rifinito e un foglio di istruzioni. Una volta dispiegato, il manufatto si presentava come uno scialle a forma di triangolo isoscele ottusangolo rovesciato, agli angoli della cui base erano connessi, senza soluzione di continuità, due altri triangoli isosceli acutangoli. Dalle tre estremità si dipartivano tre I-cord che terminavano in un anello. Ma ciò che colpiva di più era la scritta riportata in punto riso doppio in corrispondenza del vertice del triangolo maggiore: S E X.</div><div style="text-align: justify;">Secondo il foglio di istruzioni SEX stava per un ricorsivo Sex EXtreme e si riferiva a una particolare tecnica di amplificazione della portata e dell'intensità dell'orgasmo nota come "asfissia erotica" o <i>breath control</i> e consistente in un'apnea indotta (o autoindotta) capace di provocare panico e il rilascio di endorfine e di ridurre l'ossigenazione al cervello. Le istruzioni spiegavano poi dettagliatamente il corretto utilizzo dello strumento, sottolineando in particolare le possibilità di<i> </i>uso maschile o femminile. In caratteri più piccoli veniva poi illustrato lo speciale Bonus <i>double feature</i>, praticabile solo da utenti esperti.</div><div style="text-align: justify;">SB era ansioso di provare il nuovo giocattolo e di esplorarne tutte le possibilità. Ringraziò mentalmente l'ignoto e raffinato autore del regalo e fece un paio di telefonate da un telefono criptato. Con i controlli della stampa di sinistra e delle maledette toghe rosse organizzare due o tre ciulatine era diventato dannatamente complicato.</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;"><b>Arcore, Italia, Cripta del Mausoleo, 3 aprile 2011</b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;">La sala del bunga<b>-</b>bunga era oramai divenuta inutilizzabile per l'eccessivo rischio intercettazioni, così SB era dovuto ricorrere al Mausoleo in stile assiro-milanese che si era fatto costruire su progetto di Pietro Cascella nel giardino, un posto nel quale era stato a suo tempo maleducatamente rifiutato da un'ingrato Montanelli con un "Domine, non sum dignus". La segretezza dell'accesso era garantita da una rete di gallerie che portavano anche a Shamballa e ad Agarthi, utile per improvvise sparizioni. Aveva così convocato la "fedele" Nicole con la quale si era riconciliato dopo lo spiacevole episodio del "culo flaccido" e si apprestava a sperimentare le meraviglie dello scialle misterioso usando come base d'appoggio il coperchio del sarcofago nel quale in un futuro lontano sarebbe stato deposto il suo corpo ibernato, in attesa di resurrezione.</div><div style="text-align: justify;">Iniziò con la modalità <i>male</i>: seguendo le istruzioni si avvolse lo scialle attorno al collo e fece passare i due anelli degli I-cord laterali oltre il glande, procedendo poi alla penetrazione. In effetti, modulando la spinta pelvica, la pressione attorno al collo aumentava o diminuiva, potenziando e prolungando la sensazione di piacere.</div><div style="text-align: justify;">Fu poi la volta della modalità <i>female</i>: questa volta lo scialle fu avvolto attorno al collo di Nicole, mentre gli anelli vennero posizionati allo stesso modo della modalità <i>male</i>; aumentando la potenza della spinta e la pressione sul collo di lei aumentava anche la pressione delle pareti vaginali.</div><div style="text-align: justify;">Instancabile e convinto di essersi impossessato oramai dei segreti dell'attrezzo volle ancora provare la modalità <i>double feature</i>: questa era uguale alla modalità <i>female </i>con in più l'utilizzo del terzo I-cord, avvolto prima attorno al suo collo e con l'anello posizionato come gli altri due. In questo modo la punta dello scialle non stava più dietro le spalle di lei ma davanti, con la scritta SEX in bella evidenza. In effetti così le sensazioni si sommavano e si amplificavano, ma mentre entrambi ansimavano e urlavano di piacere si accorse che la S della scritta SEX si stava lentamente disfacendo: il terzo I-cord era evidentemente connesso alla lettera e la tensione aveva provocato lo sfilamento.</div><div style="text-align: justify;">Quando si rese conto che oramai la scritta era diventata EX fu troppo tardi: lo scialle e le sue appendici stringevano sempre di più, indipendentemente dal movimento. Le prime a esplodere sotto la pressione furono le labbra di Nicole, seguite dalle tette. Coperto di silicone e di gocce di sangue dallo strano aspetto di stella, non riuscì neppure a sibilare "cribbio", mentre il coperchio del sarcofago si apriva e si richiudeva sui loro corpi.</div><div style="text-align: justify;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><br /></span></b></div><div><div style="text-align: justify;">______________________________</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Nota bibliografica</b></div><div style="text-align: justify;"><ul><li>Su Praga e il Golem (creatura d'argilla, animata scrivendole sulla fronte la parola "verità" - in ebraico <i><b>emet </b><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal;">- e ridotta in condizione inanimata cancellando la prima lettera della parola, che diventava <b><i>met</i></b> - "morte") si possono vedere, tra le altre, le opere: </span>Praga magica<span class="Apple-style-span" style="font-style: normal;"> di Angelo Maria Ripellino, Einaudi, 2005 e </span>Il golem<span class="Apple-style-span" style="font-style: normal;"> di Gustav Meyrink, Bompiani, 2000, oltre al film di Paul Wegener, </span>Il Golem - Come venne al mondo<span class="Apple-style-span" style="font-style: normal;"> (</span>Der Golem: Wie er in die Welt kam<span class="Apple-style-span" style="font-style: normal;">, 1920), da cui è tratto il fotogramma in alto. </span></i></li><li><i><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal;">Sul color tortora v. </span></i>http://www.colourlovers.com/color/5E5350/tortora</li><li><i><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal; ">Maggiori informazioni sulla ditta ACME, fornitrice dei personaggi dei </span>Looney Tunes </i>della Warner Bros, sono riportate nell'indispensabile <i>Il catalogo ACME, </i>di Charles Carney e Scott Grass, Panini, 2010.</li><li>Sui punti della maglia è disponibile <i>Enciclopedia della maglia. Oltre 300 punti spiegati passo dopo passo</i> di Mary Webb, Giunti Demetra, 2010.</li><li>Sulle tecniche di <i>breath control</i> e in generale sul sesso estremo si possono consultare <i>Sesso estremo. Pratiche senza limite nell'era cyber</i>, 1995 e <i>Sesso estremo vol. 2</i>, 1996 di William Cooper, editi da Castelvecchi ma entrambi fuori catalogo. E' prevista per il 2011 l'uscita presso Aliberti Castelvecchi di <i>Sesso estremo. L'edizione definitiva </i>(il libro è adatto solo a un pubblico maturo e scarsamente impressionabile).</li><li>Sul Mausoleo di Arcore, oltre ad alcuni rari video riportati da YouTube, cfr. Marco Travaglio, <i>Montanelli e il cavaliere. Storia di un grande e di un piccolo uomo</i>, Garzanti, 2010.</li><li>Su Shamballa e Agarthi "informazioni" sono riportate in <i>Il re del mondo</i> di René Guénon, Adelphi, 1977 e in <i>Da Atlantide a Shamballah</i> di Alec MacEllan, Piemme, 2001 (solo se non vi scappa da ridere).</li><li>Per le protesi al silicone e la mastoplastica additiva cfr. Joseph C. Segen, <i>Dizionario di medicina moderna</i>, McGraw-Hill, 2006.</li></ul></div><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/-cG_2-5VdWWQ/TX0CdViP23I/AAAAAAAAASE/6pGTIsmB6k4/s1600/der_golem_r2_c1.jpg"></a><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/-yALkITXOflk/TX0CQjlC7_I/AAAAAAAAAR8/rd0h23j22b0/s1600/200px-Golem.jpg"></a><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/-kVOXQvqCfao/TX0B3lOwUWI/AAAAAAAAAR0/hJ-yM_8P9Kw/s1600/der_golem_r2_c1.jpg"></a><br /><br /></div></div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-72158327783721573282011-03-11T18:17:00.004+01:002011-03-13T15:23:37.876+01:00Cane che dorme<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://lh3.googleusercontent.com/-LATEsNvzmjM/TXzTPRnJJzI/AAAAAAAAB88/G4d6yQVdt_E/s1600/P1010016.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://lh3.googleusercontent.com/-LATEsNvzmjM/TXzTPRnJJzI/AAAAAAAAB88/G4d6yQVdt_E/s400/P1010016.JPG" width="400" /></a></div><br />
che dormiva... Irresistibile Theo, e io non sono riuscita a resistere davanti a questo svacco totale, beato lui!</div>stellarossahttp://www.blogger.com/profile/12058727705152453061noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-50862793020154059342011-03-09T04:27:00.000+01:002011-03-09T05:02:36.684+01:00Tema del traditore (doppio) e dell'eroe<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-J-19FnN1sFc/TXRfKJLqtKI/AAAAAAAAARk/XWfZPwuKKuc/s1600/Strategia%2Bdel%2Bragno.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><div style="text-align: center;"><br /></div><a href="http://1.bp.blogspot.com/-JuZROzfmjW8/TXBcjTW1hkI/AAAAAAAAARM/vkN7tQSX-KE/s1600/Ferrara_primissimo_piano.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5580061699873277506" src="http://1.bp.blogspot.com/-JuZROzfmjW8/TXBcjTW1hkI/AAAAAAAAARM/vkN7tQSX-KE/s400/Ferrara_primissimo_piano.jpg" style="cursor: hand; cursor: pointer; display: block; height: 300px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 400px;" /></a><br /><div style="text-align: right;"><i>Magic Mirror on the Wall,</i></div><div style="text-align: right;"><i>Who is the cleverest one of all?</i></div><div style="text-align: right;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Giuliano Ferrara odia visceralmente (ed è uno che di viscere se ne intende) Umberto Eco. Quando lo ha sentito dire nel corso del suo intervento ("Siamo governati da uno schizofrenico") al Palasharp di Milano il 5 febbraio scorso che lui va a dormire tardi sì, ma perché legge Kant, deve essergli venuto un travaso di bile e avrà rimuginato un bel po' per trovare qualcosa di sottilmente ironico e molto intelligente all'altezza della propria autostima (che comunque non è che debba necessariamente andare un tanto al chilo). </div><div style="text-align: justify;">Pensa che ti ripensa, si è procurato una copia degli <i>Scritti politici </i>di Kant (Utet, 2010, pp. 689, € 14,90) e con un'incredibile botta di fortuna si è imbattuto nelle prime pagine (se controllate una foto della manifestazione degli smutandati del 12 febbraio potrete notare come il libro non sia stato sfogliato oltre il primo o il secondo sedicesimo) nell'<i>Idea di una storia universale dal punto di vista cosmopolitico </i>da cui è tratta la frase:"Da un legno così storto come quello di cui è fatto l'uomo non si può ricavare nulla di perfettamente dritto". Da qui la giustificazione dei comportamenti intimi e quindi l'assoluzione di Berlusconi. </div><div style="text-align: justify;">Gustavo Zagrebelsky (peraltro anche lui odiatissimo dal nostro molto intelligente, anche - come per Eco - per ragioni bibliografiche: di Ferrara in commercio c'è solo un libro del 2005, pubblicato da Solfanelli) ha fatto notare che la filosofia di Kant è leggermente più complessa e che a voler fare il gioco delle citazioni ci si può imbattere anche in frasi più categoriche tipo quella relativa alla legge morale in <i>Critica della ragione pratica</i> ("Agisci in modo da considerare l'umanità, sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, <b><i>sempre anche come scopo, e mai come semplice mezzo</i></b>", con buona pace degli "utilizzatori finali" e di tutti i "padroni" o "datori di lavoro", ma questo è un altro discorso).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><span class="Apple-style-span" style="color:#0000ee;"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5580075162026545906" src="http://4.bp.blogspot.com/-wKDBO05g9_Y/TXBoy5ySkvI/AAAAAAAAARU/hGQ2bzqLYa8/s400/Immanuel_Kant_%2528painted_portrait%2529.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 371px; margin-bottom: 10px; margin-left: auto; margin-right: auto; margin-top: 0px; text-align: center; width: 294px;" /></span><br /><div style="text-align: justify;">Ma da cosa derivano il livore, la perfidia e la disonestà intellettuale di Ferrara? Se andiamo a scorrere la sua biografia vediamo che è figlio di Maurizio Ferrara, senatore comunista e direttore de<i> l'Unità </i>dal 1966 al 1970<i> </i>e di Marcella de Francesco, partigiana gappista e poi a lungo segretaria particolare di Togliatti, che non si è laureato pur avendo partecipato da universitario al '68, che è stato "responsabile fabbriche" del PCI a Torino dal 1973 e poi capogruppo del partito a fianco di Piero Fassino e che ha abbandonato il PCI nel 1983 per protesta contro la decisione del partito di non dedicare un concerto alle vittime del massacro di Sabra e Shatila (da 450 a 3500 palestinesi trucidati dal 16 al 18 ottobre 1982 dalle milizie cristiane libanesi in un'area controllata dall'esercito israeliano). </div><div style="text-align: justify;">Dopo quella data c'è stato un progressivo (anzi regressivo) spostamento a destra, compresa una fase (secondo quanto da lui dichiarato) di collaborazione con la CIA (alla quale riferiva sul PSI craxiano di cui faceva parte).</div><div style="text-align: justify;">Allora, da una parte il peso di una "tradizione" di famiglia particolarmente impegnativa e dall'altra la consapevolezza di contare molto poco nel partito per merito proprio o meglio per presunto merito non riconosciuto (la stessa cosa è capitata a Renzo Foa, poveri genitori). Questo secondo aspetto lo accomuna ad altri "convertiti" tipo Lucio Colletti, Ferdinando Adornato e Fabrizio Cicchitto che dietro contorsionismi intellettuali ed esacerbazioni morali nascondono banali volontà di potere dettate da maturazioni personali bloccate da un'autostima sconfinata nel narcisismo (per Cicchitto fino all'iscrizione alla P2, tessera 2232, lui che si riempiva la bocca di soviet e scriveva articoli densi di fuoco rivoluzionario su "L'Astrolabio" di Ferruccio Parri).</div><div style="text-align: justify;">Ferrara, tra un Edipo non risolto e il mancato riconoscimento del suo "valore", non aveva altra scelta che la via del "traditore" romantico e contraddittorio (lui stesso, a proposito della sua collaborazione con la CIA ha parlato di "brivido della trasgressione", di "perdita di verginità"), un "eroe" sfaccettato e controverso, quindi un buon personaggio narrativo non lineare.</div><div style="text-align: justify;">Capita però che il "traditore" si porti dietro la stigmata, il sospetto di tradimento: "se è stato capace di tradire una volta, chi ci dice che non lo faccia di nuovo?" Che fare allora, oltre a mostrarsi sempre più zelante difensore, sempre più stimolatore ("voglio il Berlusconi libertario"), sempre più "consigliori"? E' qui che può venirgli in aiuto la grande letteratura.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nel racconto "Tema del traditore e dell'eroe" (contenuto in <i>Finzioni</i>, Adelphi, 2003 oppure Einaudi, 2005 con traduzione di Franco Lucentini) Jorge Luis Borges racconta dell'indagine che Ryan Kilpatrick effettua sulla morte del proprio bisnonno Fergus Kilpatrick, glorioso capitano dei cospiratori irlandesi del primo '800, ucciso in circostanze misteriose e la cui morte incitò il popolo che lo adorava alla rivolta. In realtà Kilpatrick aveva incaricato il cospiratore Nolan di scoprire il traditore che si nascondeva nel consiglio della rivoluzione e rallentava la rivolta a Dublino e Nolan scoprì che il traditore era proprio chi gli aveva dato l'incarico. Fergus venne condannato a morte dai suoi compagni e firmò da sé la sentenza ma ottenne che fosse eseguita in modo tale da favorire la causa e non deludere il popolo, collaborando alla messa in scena di Nolan, ispirata ai drammi di Shakespeare, che mentre gli toglieva la vita lo redimeva dalla colpa. Il bisnipote Ryan sospetta che le imitazioni di Shakespeare, poco felici, siano state inserite con l'intenzione di mettere qualcuno sull'avviso perché scoprisse e raccontasse la verità, ma - dubitando di far parte anche lui della trama - pubblica un libro in memoria dell'eroe senza dire che era stato anche un traditore. Borges conclude che forse però anche questo era stato previsto.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">(Dal racconto di Borges Bernardo Bertolucci ha ricavato nel 1970 il film <i>La strategia del ragno</i><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5581190466087072930" src="http://1.bp.blogspot.com/-J-19FnN1sFc/TXRfKJLqtKI/AAAAAAAAARk/XWfZPwuKKuc/s400/Strategia%2Bdel%2Bragno.jpg" style="cursor: pointer; float: right; height: 216px; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; width: 150px; " /> con Giulio Brogi e Alida Valli, spostando l'azione nella bassa padana durante il fascismo e nella contemporaneità e sostituendo il rapporto padre-figlio - interpretati dallo stesso attore - all'originale avo-pronipote, con interessanti risvolti surreali e psicoanalitici.)</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tornando a Ferrara, il racconto di Borges potrebbe essergli utile per risolvere definitivamente una serie di problemi che non possono essere procrastinati all'infinito: già la natura non gli è stata clemente, il tempo passa inesorabilmente e la prospettiva di invecchiare accanto a una virago tipo Anselma Dell'Olio deve essere di quelle da non augurare ai propri peggiori nemici; anche con la sua opera di supporto (o forse proprio per quello) Berlusconi probabilmente non ne avrà per molto e gli odiati Eco e Zagrebelsky continueranno a invadere le librerie con le loro opere.</div><div style="text-align: justify;">Se Ferrara, magari con l'aiuto di Cicchitto che ha la giusta faccetta da carogna per il compito, facesse finta di voler tradire Berlusconi a favore della sinistra e si facesse giustiziare da Gasparri (che tanto non riuscirà mai a capire quello che sta succedendo) facendo però cadere la colpa su Eco (lasciando sul luogo del delitto ad esempio una copia de <i>Il nome della rosa</i> con sospette ombre scure agli angoli delle pagine), provocherebbe la rivolta definitiva del popolo delle libertà che farebbe le barricate (con la Brambilla a seno nudo al posto della Marianna: armi di distruzione di massa). E lui entrerebbe definitivamente nel Mito.</div><div style="text-align: justify;">Magari l'epitaffio potrebbe scriverglielo Sandro Bondi, prima di tagliarsi le vene.</div><div><br /></div><div><br /></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="color:#0000EE;"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; color:#0000ee;"><br /></span></div><div><br /><div><br /></div><div><br /></div><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; color:#0000ee;"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: underline; color:#0000ee;"><br /></span></div></div></div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-73743134606960276382011-03-02T21:41:00.003+01:002011-03-03T03:46:09.312+01:00Cristina Cattaneo<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Cristina fa l'anatomopatologa.</span><br /><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Si sta occupando in questi giorni di Yara che aveva solo 13 anni, e il resto lo sappiamo.</span><br /><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Quando ho sentito che sarebbe stata lei a fare le indagini autoptiche ho pensato: è in buone mani la piccola, </span><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">perché Cristina è una tostissima nel suo lavoro, è lei che ricompone vite perdute, che restituisce dignità alle vittime, che dà giustizia ai morti (lo so... lo so... i colpevoli dovrebbero trovarli altri, ma... )</span><br /><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Cristina ha una dote rara, oltre alle indubbie capacità puramente medicali: è capace di provare compassione (partecipare all'altrui patimento) nel modo più puro, riesce a mettersi al posto della vittima e lo fa con una caparbietà assoluta, con una determinazione che non dà scampo, nessun errore, nessuna possibilità ignorata.</span><br /><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">La stessa caparbietà e determinazione che l'ha portata alla stessa età della bambina Yara a metter su nel pieno del nulla un canile nel paese di sua nonna, nella campagna alessandrina, dove la vita dei cani, randagi e non, valeva e vale ancora oggi meno di un grappolo d'uva, e so quel che dico.</span><br /><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Leggeteli i suoi libri, sono una buona lettura per noi e per gli animali che lei continua a curare e ad amare senza porsi problemi di specie, tutte vite siamo...</span><br /><br />Se volete, basta digitare il suo nome su google, io qui volutamente non metto link, ho solo scritto con fatica quello che penso, quello che sento. Ho il cuore parecchio pesante ma ho voluto annotare perché è giusto farlo. Punto.<br /><br /></div>stellarossahttp://www.blogger.com/profile/12058727705152453061noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8977174283213973466.post-2713794044035094322011-02-28T03:55:00.008+01:002011-03-01T05:57:31.557+01:00Il libero mercato sopra di me e il familismo amorale nel mio cuore<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/-s1LNeplQ6KM/TWxyE96OcAI/AAAAAAAAARE/Taz2Z6odWZw/s1600/preview_239556.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 277px;" src="http://4.bp.blogspot.com/-s1LNeplQ6KM/TWxyE96OcAI/AAAAAAAAARE/Taz2Z6odWZw/s400/preview_239556.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5578959468069023746" /></a><br /><div style="text-align: justify;"><div style="text-align: right;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;">D'un tratto gridò</span></i></div><div style="text-align: right;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;">che non era il destino se il mondo soffriva,</span></i></div><div style="text-align: right;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;">se la luce del sole strappava bestemmie:</span></i></div><div style="text-align: right;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;">era l'uomo, colpevole. Almeno potercene andare,</span></i></div><div style="text-align: right;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;">far la libera fame, rispondere no</span></i></div><div style="text-align: right;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;">a una vita che adopera amore e pietà,</span></i></div><div style="text-align: right;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;">la famiglia, il pezzetto di terra, a legarci le mani</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;">.</span></div><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;">(Cesare Pavese, da </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;">Fumatori di carta</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;">, 1932)</span></div><div style="text-align: right;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il cav granbollito si è esibito l'altroieri in una delle sempre più frequenti performance mediatiche a uso di deficienti applaudenti (spero che qualcuno registri le facce dei <i>laudatores </i>entusiasti, in modo - quando si sarà finalmente tolto di mezzo - da poterli individuare e tenere alla distanza conseguente): questa volta, di fronte ai "cristiano riformatori" o qualcosa del (de)genere, ha attaccato la scuola pubblica, colpevole di "inculcare valori diversi da quelli inculcati dalle famiglie".</div></div><div style="text-align: justify;">Ora, uno dei disastri maggiori di questo disgraziato Paese (ed è quindi quasi incredibile che sia riuscito lo stesso a produrre eccellenze umane assolute di arte, scienza e cultura), oltre la presenza inquinante, avvelenante e vischiosa della C.C.A.R. (chiesacattolicapostolicaromana), è rappresentato proprio dallo strapotere della Famiglia, vera associazione a delinquere, fonte di corruzione morale e freno all'umana dignità (diceva Leo Longanesi che sulla bandiera degli italiani andrebbe apposto come motto "Tengo famiglia"). La famiglia ampia di Avetrana e quella minima di Erba non sono affatto eccezioni mostruose: sono epifanie totali di quello che la famiglia intimamente è. L'eccezione è riuscire a salvarsi senza troppi danni.</div><div style="text-align: justify;">Ma vediamo le cose un po' più da vicino.</div><div style="text-align: justify;">Nel 1958 Edward C. Banfield pubblicò insieme alla moglie Laura Fasano <i>The Moral Basis of a Backward Society </i>(tr. it.: <i>Le basi morali di una società arretrata</i>, Il Mulino, 1976) frutto di nove mesi di osservazione diretta, di test sulla popolazione, di interviste e di consultazione di archivi locali di un paesino della Lucania chiamato convenzionalmente Montegrano: lo scopo era quello di capire le ragioni dell'arretratezza sociale ed economica di certe comunità e l'ipotesi formulata fu che questa dipendesse da motivi essenzialmente culturali. La cultura di Montegrano presentava una concezione estremizzata dei legami famigliari che andava a danno della capacità di associarsi e di perseguire l'interesse collettivo. I singoli individui sembravano seguire la regola: "<b>massimizzare unicamente i vantaggi materiali di breve termine della propria famiglia nucleare, supponendo che tutti gli altri si comportino allo stesso modo</b>". Questa regola venne definita "<b><i>familismo amorale</i></b>": "<i>familismo</i>" perché l'individuo persegue solo l'interesse della propria famiglia e non quello della comunità che comporta collaborazione tra non consanguinei, "<i>amorale</i>" perché le categorie del bene e del male vengono applicate solo tra famigliari e non verso gli altri individui.</div><div style="text-align: justify;">Dalla regola generale derivano alcune implicazioni che descrivono gli effetti del familismo amorale rispetto alla gestione del bene pubblico e alla vita politica. In una società di familisti amorali:</div><div style="text-align: justify;"><ul><li><i>nessuno perseguirà l'interesse comune, salvo quando ne trarrà un vantaggio proprio;</i></li><li><i>chiunque, persona o istituzione, affermerà di agire nell'interesse pubblico sarà ritenuto un truffatore;</i></li><li><i>solo i pubblici ufficiali si occuperanno degli affari pubblici, perché pagati per farlo; i cittadini non se ne occuperanno e se lo facessero verrebbero mal visti;</i></li><li><i>i pubblici ufficiali saranno poco controllati, perché farlo è affare di altri pubblici ufficiali soltanto;</i></li><li><i>i pubblici ufficiali non si identificheranno con gli scopi dell'organizzazione che servono, e i professionisti mostreranno una carenza di vocazione o senso della missione; entrambi useranno le proprie posizioni e le loro particolari competenze come strumenti da usare contro il prossimo per perseguire il proprio vantaggio personale;</i></li><li><i>il pubblico ufficiale tenderà a farsi corrompere, e se anche non lo farà sarà comunque ritenuto corrotto;</i></li><li><i>non ci sarà alcun collegamento tra i principi astratti, politici o ideologici, ed il concreto comportamento quotidiano;</i></li><li><i>la legge sarà trasgredita ogni qual volta sembrerà possibile evitarne le conseguenze;</i></li><li><i>il debole vedrà con favore un regime autoritario che mantenga l'ordine con mano ferma;</i></li><li><i>sarà difficile creare e mantenere una qualsiasi organizzazione, perché ciò richiede una certa dose di disinteresse personale e identificazione e lealtà verso l'interesse dell'organizzazione;</i></li><li><i>non vi saranno né leader né seguaci, poiché nessuno sarà interessato a sostenere l'impresa, tranne se motivato da interesse personale;</i></li><li><i>il voto verrà usato per assicurarsi vantaggi materiali di breve termine, più precisamente per ripagare vantaggi già ottenuti, non quelli semplicemente promessi;</i></li><li><i>oppure il voto verrà usato per punire coloro da cui ci si sente danneggiati nei propri interessi, anche se quelli hanno agito per favorire l'interesse pubblico;</i></li><li><i>gli iscritti ai partiti tenderanno a rivendersi a partiti più favoriti, determinando l'instabilità delle forze politiche.</i></li></ul>Ho voluto riportare questa lunga citazione (tratta dalla voce "<i>Familismo amorale</i>" di Wikipedia) perché mi sembra - nonostante sia riferita a un paesino di poche migliaia di abitanti in provincia di Potenza di oltre mezzo secolo fa - spaventosamente applicabile alla devastata Italia di oggi (alzi la mano chi non ha un cognato o un cugino che ragioni in maniera così esattamente amorale, qualunquista, presuntuosa, furbastra).</div><div style="text-align: justify;">Se l'ipotesi di Banfield è che l'arretratezza sociale è una conseguenza dell'arretratezza culturale allora il problema è quello di sradicare il familismo amorale (e la corrispettiva demente visione dell'<i>homo oeconomicus </i>secondo la quale il libero perseguire il proprio interesse egoistico produce automaticamente, tramite la miracolosità del mercato, il bene comune) intanto impedendogli di riprodursi e fornendo alternative comuni che non possono derivare che dalla scuola pubblica (che, come ha detto Vecchioni a "<i>Che tempo che fa</i>" domenica scorsa è il luogo in cui viene simulata la vita).</div><div style="text-align: justify;">Per quanto riguarda la famiglia, se è produttrice degli orrori descritti (e di altri più subdoli come alcuni secoli di letteratura e alcuni decenni di psicoanalisi e sociologia della famiglia hanno rivelato), meriterebbe quantomeno di estinguersi, anche se il processo sarà ancora lunghetto. Nel frattempo perché non sperimentare forme diverse di libero sodalizio tra adulti consenzienti non handicappati emotivamente e non omologati spiritualmente? Tanto per dire, perché non andare a riscoprire ad esempio l'educazione comune dei giovani israeliani nei kibbutz del dopoguerra così ben descritta da Bruno Bettelheim in "<i><b>I figli del sogno</b></i>", Mondadori, 1977?</div><div style="text-align: justify;">Per rimettere sopra di me "il cielo stellato" e nel mio cuore "la legge morale" (che è semplicissima, per Kant e per tutti gli altri: <i>l'uomo è un fine e non un mezzo</i>).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Tullixhttp://www.blogger.com/profile/08189195221232051799noreply@blogger.com4