c'è un intruso!

c'è un intruso!
come fregare il cacciatore

venerdì 29 aprile 2011

Nome in codice: Betty


Avete notato come l'outing di Berlusconi sia scattato quando il tizio del pubblico gli ha gridato "Sei bello!" e il suo narcisismo ha preso il sopravvento? Ha cercato di rimascherare la cosa col doppio salto mortale del lato gay che è lesbico, a rimarcare una sorta di supermachismo assoluto, ma non ha fatto altro che evidenziare ancora di più quello che oramai è di dominio pubblico, come se non bastassero i precedenti indizi:
  • L'affermazione che trovare il pisello di Emilio Fede, che ha ottant'anni, è "come partecipare alla caccia al tesoro" (come fa a esserne così edotto? è stato uno dei cacciatori, magari insieme a Lele Mora?).
  • L'ossevazione di Nicole Minetti sul "culo flaccido" ("Lui pur di salvare il suo culo flaccido non se ne frega di niente"). Posto che non c'è motivo di dubitare che tra lei e lui siano intercorsi rapporti sessuali nelle più varie e fantasiose posizioni (del missionario, a smorzacandela, more ferarum e via kamasutrando), l'esperienza visiva della turgidità o flaccidità dei glutei maschili è possibile solamente in due casi: per riflesso tramite l'uso di specchi a parete o a soffitto (possibile ma un po' imprecisa) o per constatazione diretta da osservatore o meglio osservatrice retroposizionata (e magari munita di elegante strap-on).
  • Il nomignolo usato da Barbara Faggioli e dalle altre voraci velociraptor-girls parlando al telefono che sapevano intercettato. Per esempio la Minetti chiede alla Faggioli cosa le ha detto lui e lei risponde: "Niente, Betty ha dato a tutti 2 scarpe (duemila euro), qualcuno si è lamentato perché ne voleva di più, mentre a me ha detto che era a posto...". Perché "Betty"? Per una sottile astuzia mascheratoria anti-intercettazione difficile da ipotizzare in ragazze impegnate unicamente a soddisfare velocemente la loro avidità? Oppure per un'associazione evidente a tutte? E allora, quale Betty, tenendo conto del possibile comune background culturale di riferimento?
1. Betty Boop

Era un personaggio del cinema d'animazione americano degli anni trenta creato dai fratelli Fleischer, dotato di una carica erotica incredibile per quegli anni. Ispirata alla cantante degli anni venti Helen Kane, era irriverente e maliziosa, con capelli corti e frangiati, vestiti sexy, consapevole del proprio fascino ma anche dotata di autoironia: la tipica flapper, la ragazza alla moda dell'età del jazz. Una figura talmente sovversiva da scatenare le proteste del pubblico conservatore: nel 1935 si aggiunse l'applicazione del famigerato Codice Hays e la povera Betty fu costretta a dedicarsi alle faccende domestiche e a occuparsi di animali, fino a uscire di scena nel 1939.
Il suo film più celebre è Minnie the Moocher, che prese il titolo dalla canzone di Cab Calloway (non è possibile che non sappiate chi è, ma nel caso riguardatevi The Blues Brothers di John Landis, 1980) ed è la storia di una ragazza che scappa di casa e affronta i pericoli della notte.
Nel 1988 ricompare nel film Chi ha incastrato Roger Rabbit? (Who Framed Roger Rabbit?) di Robert Zemeckis.

Probabilità: nulle. Dubito fortemente che SB e le Olgettine potessero conoscere questo troppo raffinato personaggio.

2. Betty Page

A rigore Bettie Page, pseudonimo di Betty Mae Page (1923-2008) è stata una delle più note pin-up, attiva negli anni cinquanta. Fortemente identificabile per la frangia di capelli e le forme generosamente non anoressiche, iniziò posando nuda per foto che non vennero pubblicate, poi per foto che venivano inviate per corrispondenza a tema bondage o sadomaso.
Espressione di un erotismo divertito e spesso autoironico (celebri le foto di Bunny Yeager della serie "Bettie nella giungla" in cui si mostra nuda con un paio di ghepardi o (poco) vestita di pelle di leopardo), apparve come Playmate del mese su "Playboy" e nella foto poster per l'anniversario di due anni nel 1955 e fu corteggiata da Hugh Hefner e da Howard Hughes.
Abbandonò la carriera nel 1957 per vari motivi ancora non ben chiariti. Negli anni ottanta libri, fumetti e fanzine la riportarono alla ribalta, rendendola ispiratrice di modelle quali Bernie Dexter, Dita Von Teese e Nina Elizabeth Page e in qualche modo la consacrarono icona del fetish ma anche del protofemminismo.
Nel 1994 è uscito un film biografico, Bettie Page: Dark Angel, diretto da Nico B. e interpretato da Paige Richards e nel 2005 La scandalosa vita di Bettie Page (The Notorious Bettie Page), diretto da Mary Harmon e ben interpretato da Gretchen Mol.

Probabilità: scarse. Troppi capelli naturali e totale assenza di interventi plastici, quantunque il lato fetish potrebbe aver esercitato una qualche influenza.

3. Betty Grable

Attrice americana (1916-1973) popolarissima negli anni quaranta, soprannominata "The Legs" (le gambe): durante la seconda guerra mondiale e fino alla guerra di Corea fu un'icona per i soldati americani al fronte che decoravano con la sua immagine zaini, armadietti, cruscotti e anche fusoliere di aerei. Fu per lei (e per altre attrici del genere burlesque quali Tempest Storm e Gypsy Rose Lee) che venne coniato il termine pin-up (dall'uso di fissare le immagini a muri o armadietti con puntine da disegno).
Dal 1929 al 1955 interpretò un'ottantina di film, spesso musicali, specializzandosi in ruoli brillanti e vivaci, quali:
Seguendo la flotta (Follow the Fleet), 1936, di Mark Sandrich, In montagna sarò tua (Springtime in the Rockies), 1942, di Irving Cummings, La signora in ermellino (That Lady in Ermine), 1948, di Ernst Lubitsch e Otto Preminger, L'indiavolata pistolera (The beautiful blonde from Bashful Bend), 1949, di Preston Sturges, Butterfly americana (Call me Mister), 1951, di Lloyd Bacon e soprattutto, insieme a Marilyn Monroe e Lauren Bacall, Come sposare un milionario (How to marry a millionaire), 1953, di Jean Negulesco.
Negli anni cinquanta si dedicò al teatro e ottenne enormi successi a Broadway con commedie musicali quali Bulli e pupe e Hello, Dolly!

Probabilità: poche. Gambe troppo lunghe e umorismo troppo fine. Qualche possibilità per il lato musicale.

4. Betty Blue

E' il personaggio del film omonimo (in originale 37°2 le matin, con riferimento alla temperatura corporea normale, al risveglio, di una donna incinta) del 1986 di Jean-Jacques Beineix, interpretato da una conturbante Beatrice Dalle e da Jean-Hugues Anglade.
Il film narra dell'amour fou tra Betty, una giovane psichicamente disturbata, e Zorg, un ragazzo con ambizioni letterarie. Betty entra nella sua vita e la sconvolge impetuosamente tra sesso, gioco e imprevedibili strappi emotivi, fino alla drammatica conclusione in cui Zorg - come nel finale di Qualcuno volò sul nido del cuculo, (One Flew Over the Cuckoo's Nest), 1975, di Milos Forman - pone fine alla vita di Betty, ormai ridotta in stato catatonico.
Il film ebbe allora un grande successo e ottenne parecchi premi internazionali, grazie alla bravura degli interpreti, alla maestria dell'allora talentuosissimo regista (già noto per Diva, 1981) e anche alla splendida colonna sonora.
Corsivo
Probabilità: nulle. Né le papi-girls né tantomeno il loro utilizzatore possono sapere cosa sia l'amour fou. Ci mancherebbe altro.

5. Betty Love

Nel film (in originale Nurse Betty) di Neil LaBute del 2000 è il personaggio (interpretato da Renée Zellweger) di un'infermiera di una soap opera in cui si identifica una tranquilla casalinga del Kansas per sfuggire alla realtà dopo aver assistito all'omicidio dell'insensibile marito da parte di due killer. Parte allora per Los Angeles per incontrare il personaggio televisivo del medico di cui è innamorata, inseguita dai due sicari intenzionati a eliminarla in quanto testimone dell'omicidio del marito e a recuperare una partita di droga nascosta nell'auto che lei ha usato per il viaggio. L'intreccio tra realtà e finzione diventa sempre più inestricabile e Betty riesce a recitare nella soap, ha successo ed è felice.

Probabilità: discrete. In particolare per quanto riguarda il travestimento da infermiera, tanto apprezzato dalle partecipanti ai festini e, di riflesso, dal fruitore principale degli/delle stessi/stesse.

6. Ugly Betty

E' il personaggio di una serie televisiva andata in onda dal 2006 al 2010 e interpretata dalla bravissima America Ferrara nel ruolo di Betty Suarez, una ragazza di origini latino-americane molto intelligente che, nonostante un aspetto non attraente e scarsamente femminile, riesce a farsi strada nel mondo della moda divenendo l'assistente personale dell'editore capo di Mode, rivista di moda per eccellenza. L'intreccio naturalmente si infittisce, mescolando comicità e noir.
La serie è il rifacimento di una telenovela colombiana del 1999 intitolata Yo soy Betty, la fea (in italiano "Betty... la cozza"): era in progetto una versione italiana interpretata da Paola Cortellesi che non è poi stata realizzata.

Probabilità: praticamente nulle. L'autoironia, nell'ambiente di riferimento, è una qualità totalmente latitante.

7. Betty Curtis

Cantante italiana (vero nome Roberta Corti, 1934-2006) di musica leggera attiva dalla fine degli anni cinquanta a tutti gli anni sessanta e poi negli anni settanta essenzialmente in televisione. Ha partecipato a parecchi Festival di Sanremo e Cantagiro. Di formazione jazzistica, ha avuto un notevole successo in particolare per lo stile interpretativo innovativo rispetto agli schemi della canzone melodica italiana.
Ha interpretato alcuni film del genere musicarelli: I ragazzi del juke box, 1959, di Lucio Fulci, Destinazione Sanremo, 1960, di Domenico Paolella, Canzoni a tempo di twist, 1962, di Stefano Canzio e 008 Operazione ritmo, 1965, di Tullio Piacentini.
Tra le canzoni più famose vanno ricordate: La pioggia cadrà, Cantando con le lacrime agli occhi, Nessuno, Una marcia in fa, Al di là, Pollo e champagne, Soldi soldi soldi, Chariot, Scegli me o il resto del mondo, Le porte dell'amore, Gelosia e O O Orzoro (canzone di un Carosello).

Probabilità: molto elevate. Per identità generazionale, genere musicale e contenuto dei testi. Si consideri in particolare Soldi soldi soldi:
Soldi, soldi, soldi, tanti soldi/ Beati siano i soldi/ I beneamati soldi perché/ Chi ha tanti soldi vive come un pascià/ E a piedi caldi se ne sta/ (...)/ Prendi, spandi e spendi/ Non domandare da dove provengono/ Dindi, tanti dindi/ Che nelle tasche ti fanno din- din-din/ (...)

Mettendo insieme tutti gli indizi, probabilmente (attenzione, la raccapricciante scena che segue è solo per stomaci forti) a un certo punto dei bunga-bunga, subito dopo il numero delle procaci professioniste travestite da infermiere alla Betty Love, si attenuavano le luci e da un sipario in velluto illuminato da un Occhio Di Bue appariva prima una gamba (corta) sgusciante da un attillato vestito in lamè, poi una parrucca bionda cotonata sotto la quale infine si mostrava il Nostro, adeguatamente truccato, che iniziava a cantare languidamente accompagnato dal fido Apicella: Nessuno ti giuro nessuno/ nemmeno il destino/ ci può separare, per poi passare all' Al di là e a Scegli me o il resto del mondo per concludere orgiasticamente in un parossistico crescendo con Soldi soldi soldi.
Per questo lo chiamano Betty.

lunedì 11 aprile 2011

Scilipoti bu, Scilipoti be


Nell'immagine a sinistra si può ammirare l'impavido e atletico Scilipoti che irrompe nell'aula di Montecitorio per raggiungere il suo scranno di Responsabile ove votare. Notare per favore l'elevazione plastica sulla gamba sinistra mentre il piede destro già sta volando in un pas de bourrée, l'elegante fluttuare della cravatta, la giacca graziosamente sbottonata, la mano destra alzata ("Presente!") e la sapienza con la quale contemporaneamente legge l'ultimo messaggio sul telefonino nella mano sinistra.
Nell'immagine a destra si può invece ammirare l'interpretazione di Giacinta (Hyacinth Hippo nell'originale: quindi senza una caratterizzazione di gender precisa, anche se viene concupita da Ben Ali Gator) nell'episodio Danza delle ore da Fantasia (Disney, USA, 1940).
A parte il tutù e le scarpette da ballo (e il fatto che Giacinta è più vezzosa) la somiglianza è impressionante. Per contro, se si effettua una ricerca sulle origini del cognome, l'ambiguità rimane: "Scili" si potrebbe far risalire, visto il luogo di nascita, a "Scillia" collegabile a un soprannome derivante dal latino "Scylla"(scoglio) o, secondo Erodoto, dalle imprese di un tuffatore greco di nome
Scillia di Sicione, mentre "poti" potrebbe essere una riduzione di "potamus" (fiume), quindi "ruscello", "rigagnolo". In sostanza il cognome potrebbe indicare "chi si tuffa (da uno scoglio) in un rigagnolo", andandosi a schiantare sul (vicinissimo) fondo, cioè un cretino. Nomen omen...
A questa ipotesi si contrappone però la recente scoperta dell'"Espresso" che il manifesto del Movimento Responsabilità Nazionale (simbolo un Taijitu, cioè l'unione degli opposti Yin e Yang, non in bianco e nero a contatto, ma in verde e rosso con una separazione in bianco) è stato copiato in gran parte dal "Manifesto degli intellettuali fascisti" di Giovanni Gentile del 1925, sostituendo "responsabilità" a "fascismo": in realtà pare sia stato Gentile, usufruendo del modello originale della Macchina del Tempo di H.G.Wells ancora funzionante trent'anni dopo (1895), a copiare malamente da Scilipoti.
Ma c'è molto di più: il nostro, oltre che provetto ballerino, reggitore di cornette telefoniche, compilatore di manifesti politici, leader di responsabili (anche del mio bruciore di stomaco: per fortuna è sufficiente un po' di idrossido di magnesio e alluminio), è anche ginecologo e agopuntore (oltre che Professore Convitato presso l'Università del Paranà e l'Istituto A.B.P.S. di Salvador de Bahia).
Le domande che conseguono sono:
- vi fareste infilare uno speculum - come quello dell'immagine di sinistra - nella vagina da un soggetto così?
- vi fareste piantare, dallo stesso soggetto, degli spilloni come quelli
dell'immagine di destra, anche se fosse per dimenticare l'esistenza di questo governo e della sua corte dei miracoli?


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NOTE

1. Lo speculum prende il suo nome dal verbo "speculare" nel senso di "guardare attentamente, osservare". Dalla stessa origine deriva "speculazione" con l'aggiunta peggiorativa di "pianificare ed eseguire attività economiche molto redditizie ma dannose per gli altri (e talora anche per l'ambiente)". Per ricondurre a unità i significati, in un non troppo futuro mondo più giusto, lo speculum - nella sua versione rettale - potrebbe essere applicato agli speculatori (specialmente a quelli sui prodotti alimentari di base) opportunamente costretti per alcuni giorni alla pubblica gogna e a disposizione della visita di scolaresche che potrebbero utilizzare la dilatazione per il lancio di sputi, zolle erbose, pelli di salame, carte di caramelle o di merendine (ma non miccette od oggetti taglienti, deflagranti o dirompenti).

2. Il simpatico signore spillato dell'immagine di destra si chiama "Pinhead" ed è uno dei personaggi della serie cinematografica Hellraiser, nella sua qualità di capo dei Supplizianti, demoni (o angeli) della dimensione Cenobita, in cui il confine tra piacere e dolore è stato superato: chi viene catturato dai Supplizianti (in genere perché riesce ad aprire una scatola cubica detta "La Configurazione del Lamento") viene sottoposto per l'eternità a torture atroci e perversissime, tipo la visione di "Radio Londra" di Giuliano Ferrara.
La serie completa di film è costituita, al momento da:
- Hellraiser: Non ci sono limiti (Hellraiser), Clive Barker, 1987
- Hellraiser II: Prigionieri dell'inferno (Hellboumd: Hellraiser II), Tony Randel, 1989
- Hellraiser 3: Inferno sulla città (Hellraiser III: Hell On Earth), Anthony Hickox, 1992
- Hellraiser 4: La stirpe maledetta (Hellraiser: Bloodline), Alan Smithee, 1996
- Hellraiser 5: Inferno (Hellraiser: Inferno), Scott Derrickson, 2000
- Hellraiser 6: Hellseeker (Hellraiser: Hellseeker), Rick Bota, 2002
- Hellraiser: Deader (Hellraiser VII: Deader), Rick Bota, 2005
- Hellraiser: Hellword (Hellraiser VIII), Rick Bota, 2005
- Hellraiser: Revelations, 2011 (previsto)


lunedì 4 aprile 2011

"Ich bin ein Lampedusaner" ovvero "Lampidusanu sugnu"

Il 26 giugno 1963 l'allora presidente americano John Fitzgerald Kennedy in visita ufficiale a Berlino Ovest,
poco dopo la costruzione del muro, pronunziò un discorso dal balcone del Rathaus Schöneberg, che conteneva questa frase che voleva comunicare agli abitanti della città e a quelli della Germania Ovest la vicinanza e l'amicizia degli Stati Uniti e costituire una forma di incoraggiamento morale:
«Duemila anni fa l'orgoglio più grande era poter dire 'civis Romanus sum' (sono un cittadino romano). Oggi, nel mondo libero, l'orgoglio più grande è dire 'Ich bin ein Berliner'. Tutti gli uomini liberi, dovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino, e quindi, come uomo libero, sono orgoglioso delle parole 'Ich bin ein Berliner'»

Il 30 marzo 2011 l'attuale presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi in visita ufficiale a Lampedusa, insieme a un elegante bouquet di promesse fantaeconomiche ai lampedusani (liberazione dagli immigrati, colori alle case, casinò, campo da golf, esenzioni fiscali e premio Nobel per la pace), per dimostrare la serietà delle sue intenzioni ha annunciato che sarebbe diventato pure lui lampedusano, avendo nottetempo acquistato su internet per uno e mezzo-due milioni una villa (peraltro brutta e invenduta da quaranta anni per l'adiacenza all'aeroporto e le conseguenti persistenti rumorosità e puzza di kerosene).
E' un po' come se Kennedy, alla fine del suo discorso, avesse annunciato ai Berlinesi che per concretizzare la sua affermazione aveva acquistato un elegante e arrogante attico sul Kurfürsterdamm: ci sarebbe stato un massiccio passaggio all'Est con scavalcamento del muro al contrario.
A Lampedusa no, tutti i piccoli proprietari plaudenti a sognare l'indotto turistico. E dire che, a guardare con un minimo di realismo la carta geografica, le uniche promesse credibili avrebbero potuto essere:
  • lo spostamento di tutti gli abitanti su altre isole, in Sicilia o sul Continente
  • lo spostamento dell'isola a nord o a est della Sicilia: per questo sarebbe stato sufficiente rivolgersi a quelli del Progetto DHARMA (acronimo di Department of Heuristics And Research on Material Applications), visto in Lost: un po' di elettromagnetismo, un po' di antichi saperi e il gioco era fatto (e pensate come ci sarebbero rimasti i migranti).
Ma, aldilà di queste considerazioni, quello che salta all'occhio è la triste, disperata, inemendabile visione del mondo del cavaliere, con buona pace di Fromm e compagni: "compro dunque sono", per "essere devo avere", per essere Lampedusano devo avere un pezzo di Lampedusa.

Proprietari di tutto il mondo, unitevi!


Postilla: si può essere sicuramente stronzi anche senza essere miliardari, però aiuta molto.