c'è un intruso!

c'è un intruso!
come fregare il cacciatore

domenica 30 maggio 2010

La morte e il cavaliere

La morte non è cinefila. E dire che il cinema la ha sempre corteggiata, rappresentata, evocata, spesso lusingata, raramente sbeffeggiata. La ha fatta correre sul fiume, messa al lavoro, mandata a Venezia, fatta cavalcare a Rio Bravo, spedita in vacanza, sospesa, messa in diretta, dietro il cancello, alle calcagna, fatta bella, le ha persino fatto fare l'uovo, incontrare carogne, amici, commessi viaggiatori, maestri del tè, matematici napoletani e fanciulle. Per non parlare delle partite a scacchi in bianco e nero. Le ha persino dato il volto di Brad Pitt, che se non è un captatio benevolentiae questa non so. E' vero che le ha pure dato la faccia reaganiana con tanto di bozzo sulla guancia del bastardissimo redneck che spara a Billy e a "Capitan America", ma era una metafora.
E' che a noi il cinema, certo cinema, serve: serve a capire il mondo, la vita, serve a strappare bambagia dal cervello, filtri dal cuore, specchi dall'anima, serve a sopportare non consolatoriamente questa realtà e questo tempo di merda in cui ci tocca vivere, serve a progettare alternative a volte anche fragili. Ci fa andare avanti.
E allora ci vorrebbe un po' più di riguardo, che so, fare invecchiare più lentamente, far morire da vecchissimi chi il cinema lo fa: attori, registi (Truffaut è morto a 52 anni, ma siamo pazzi?), sceneggiatori e tutti gli altri, elettricisti compresi. Un privilegio, certo, ma un privilegio utile per noi (for the rest of us), che se poi si vuole parlare di privilegi, di categorie da colpire prima mica ce ne sono poche. Ad esempio, se proprio la morte voleva prendersi un cavaliere, ce ne era uno della stessa età qui in Italia, che non aspettiamo altro. E se voleva un Dennis, poteva prendersi Denis Verdini: c'è una enne in meno, è vero, ma di peccati ce n'erano incommensurabilmente di più. Ci avrebbe guadagnato contemporaneamente la storia d'Italia e la storia del Cinema.
Ciao, Dennis, che la terra ti sia lieve. Take it easy, rider.

venerdì 28 maggio 2010

Tanto per precisare

e poi basta


Il signor Briatore in persona ha spiegato a un attonito intervistatore che per il piccolo ha scelto il nome Falco perché in tutte le lingue del mondo resta Falco, non si traduce. Secondo lui non si traduce, resta Falco…non me ne faccio persuasa…questo ha capito la globalizzazione a modo suo.
Il cuneese è la lingua ufficiale del pianeta terra.
Nathan invece suona magnifico in calabrese estremo…
E adesso basta sul serio, preferisco Mannarino band, l'ultima puntata della Dandini ? Gasp!

giovedì 27 maggio 2010

FOTOVOLTAICO

Da tempo penso al fotovoltaico per la casa di campagna: ha un'esposizione ideale - sud pieno - non ho ostacoli di nessun tipo attorno; potrebbe essere un paradigma dell'energia solare, la capanna. Inoltre paghiamo bollette assurde per il metano e ogni volta è un soprassalto. Quindi grazie a Luxus ieri mi sono attivata, cosa non semplice, credevo bastasse una telefonata per avere almeno un preventivo, un appuntamento...Tutto quello che sono riuscita ad avere è il numero di telefono di un installatore vicino, ma...non risponde. Nel frattempo (quando voglio sono una panzerdivision, una dannata rompicoglioni) ho visto il blog di Alessandra (il banner è visibile su questo blog: vi prego di copiarlo e diffonderlo anche se non vi interessa l'argomento, per piacere fatelo): a quanto pare la bontà del progetto è inquinata da norme che sono assolutamente contrarie al consumatore (e ti pareva). Sarebbe il caso di stare molto attenti, vi pare?


P.S. Spero di interessare anche i marziani...quelli che hanno più visibilità di me, povera venusiana che sono…

P.P.S. Spero che il folletto notturno venga a correggere le mie virgole.

P.P.P.S. La grandezza del testo non riesco a regolarla, io sono presbite e tendo al grande (strizzare gli occhi fa venire le rughe): caro Blogger, non è che puoi mettere una roba che sia MEDIA? Grazie.

Deliverance


Lo scialletto, finito e messo li ancora da lavare e rifinire...
Quel bastardo glicine che dopo 10 anni è fiorito dalla parte della scarpata e sui soli due rami che non avevo potato, per vedere i grappoli rischio la vita sdraiandomi in derapage. Bianco, oddiomio ho un glicine albino! e lo scopro dopo 10 anni!
Lola...non ho trovato le foto della sua infanzia, ma il musino è lo stesso, solo gli occhi sono offuscati dalla cataratta.
Ho fatto uno schifo di post, vero?

Cuore di mamma

La notizia è di quelle che fanno tremare i polsi: dopo l'arrembaggio della Guardia di Finanza allo yacht a tre piani "Falcon Blue" (FB) di Flavio Briatore (a destra nella foto: una spietata critica
all'evoluzionismo e contemporaneamente una dimostrazione scientifica dell'inesistenza di Dio), la moglie Elisabetta Gregoraci (a sinistra nella foto: ventiquattresima al concorso di Miss Italia nel 1997, presente nel 2006 nell'inchiesta "Vallettopoli" per sospetto scambio di favori sessuali in cambio di raccomandazioni in Rai, passata nel 2005 a Mediaset e su richiesta di Emilio Fede alla conduzione delle previsioni del tempo nell'edizione delle 19 del Tg4) ha dichiarato che il trauma le ha fatto perdere il latte con cui nutriva il figlioletto di due mesi Nathan Falco (o Falco Nathan) che si è dovuto abituare in fretta e furia a quello artificiale. "E sì che lo avevo allattato da subito, pure con sacrifici, perché allattare è una cosa bellissima, ma è anche stancante, un neonato mangia ogni due-tre ore, svegliarsi di notte per accudirlo non è uno scherzo" (per tacere del cambio di pannolini). E fosse solo questo: "Il nostro bambino è quello che ha risentito di più di questa situazione, di questo brusco cambiamento: da quando siamo usciti dalla clinica di Nizza dove ho partorito, ha vissuto a bordo dello yacht: ora non è più tranquillo e sereno come prima, sente la mancanza della sua cameretta bianca, dei suoi spazi, che lo hanno protetto fin dai primi giorni". Forse per attutire il trauma la neo-mamma potrebbe in albergo tenere in funzione l'idromassaggio per simulare lo sciabordio dei flutti sul bagnasciuga dello yacht. Sono comunque cose che lasciano il segno: da grande, oltre a domandarsi tutti i giorni perché gli abbiano affibbiato un nome così cretino (Nathan l'ha scelto lei perché significa "dono di Dio", con qualche riferimento a San Giuseppe, mentre Falco l'ha voluto lui in onore di Ken Falco, cartone animato degli anni Ottanta) dovrà vedersela con l'Edipo sconvolto dalla nostalgia della cameretta bianca: c'è di che diventare impotenti.
In tutto questo dramma non deve però rimanere nell'ombra la dichiarazione di un'ignoto milite della Guardia di Finanza che alla domanda della mammina in ambasce "Volete dirmi che cosa sta succedendo?" ha risposto: "Io forse glielo spiego, ma lei non capirà". Standing ovation.

lunedì 24 maggio 2010

Mangia la carnina...


Questa è la copertina del libro Indovina chi c'è nel piatto. Ecco perché non mangiamo gli animali, scritto e illustrato (benissimo) da Ruby Roth e pubblicato dalle Edizioni Sonda, Casale Monferrato, 2010, 52 pagine, € 14,90; è la versione italiana dell'originale uscito nel 2009 negli Stati Uniti. Riporta a epigrafe in seconda di copertina una frase di George Bernard Shaw ("Gli animali sono miei amici, e io non mangio i miei amici") e in terza di copertina una di Leonardo da Vinci ("Fin dalla tenera età ho rifiutato di mangiare carne e verrà il giorno in cui uomini come me guarderanno all'uccisione degli animali nello stesso modo in cui oggi si guarda all'uccisione degli uomini").
Il libro si rivolge direttamente ai bambini a partire dai cinque anni fino agli otto-nove (per quanto riguarda i consigli contenuti nelle ultime pagine Cosa puoi fare tu?) e lo fa in maniera estremamente chiara e semplice, ma non semplicistica. Parte dalle situazioni di cui i bambini hanno diretta esperienza per allargare il discorso piano piano al mondo intero in brevi capitoli (Gli animali di casa, Le famiglie di animali, I polli, I tacchini, Le quaglie, Le anatre e le oche, I maiali, Le mucche, L'oceano, I pesci, La foresta tropicale, Le specie in via di estinzione).
Riporto come esempio il capitoletto sui maiali:
"Dovrebbe essere un complimento essere chiamato 'maiale'! I maiali sono tra le specie animali più intelligenti, pulite e sensibili del pianeta. I maiali liberi vivono con la loro famiglia e i loro amici. Fiutando e grugnendo, riconoscono anche da lontano le voci gli uni degli altri. Rovistano in giro per cercare il cibo, lottano e giocano alla luce del sole, ma diversamente da noi non sudano quando si agitano. Si rotolano nel fango per rinfrescarsi. Un maiale ricoperto di fango è un maiale saggio che si prende cura di sé.
Negli allevamenti i maiali rischiano di trascorrere tutta la vita da soli, ingrassando in un recinto così minuscolo che non permette loro nemmeno di girarsi. Un maiale libero non fa i propri bisogni dove mangia o dorme, ma se è prigioniero in un allevamento non ha altra scelta.
I maiali hanno bisogno di luce, suoni, e di contatto con gli altri. A volte si rannicchiano così vicini che è difficile separarli.
L'amore fa parte della loro natura."
Tutte le pagine sono illustrate, anzi il testo è spesso inserito all'interno delle illustrazioni, che non sono mai edulcoratamente realistiche né ricattatoriamente crude: l'autrice ha privilegiato un realismo psicologico ed emotivo che riesce a essere sottilmente perturbante e spesso struggentemente poetico (le immagini dei tacchini che guardano la luna o delle oche in gabbia che sospirano il cielo, ad esempio).
Nelle ultime pagine, come accennato, sono riportati una serie di consigli utili per innescare una "guerriglia vegetariana" in famiglia e a scuola, per la quale, se il libro non è per voi e i vostri figli ma è un regalo per vostro/a nipote, sarete profondamente odiati da quella stronza di vostra cognata (sì, quella che si chiama Deborah o Jessica, che dice al pargolo "amorrre, mangia la carnina con la sua impanatura croccantina" e che è tanto simile al personaggio "oglioìre" - lì ancora in fase pre-parto - di cui al primo flusso di coscienza del bel racconto di Zio Scriba "PUNTIDIVISTA")

giovedì 20 maggio 2010

CLASSICI RUSSI

Nikolaj Vasil'evic Google (1809-1852), scrittore ucraino di lingua russa.

Opere principali:
- Il diavolo zozzo (1830-31)
- Sarà il Bulbo (1835-52)
- Racconti di Dietroburgo (1842), tra cui Il vaso, Il rifatto, Lo scialle
- Il patrimonio (teatro, 1835)
- L'Ispettore Colonnello (teatro, 1836)
- Il paletot (famil. Il paltò) (1842)
- Le anime corte (1835-52)

(A cura dell'Ufficio Cultura della Presidenza del Consiglio)

martedì 18 maggio 2010

TRA MOGLIE E MARITO...

Non so quale sia il segno zodiacale di Claudio Scajola, ma deve essere uno di quelli sfigatissimi quest'anno, con mezza dozzina di pianeti contro e trigoni vari.
Non bastasse la faccenda del mezzanino vista Colosseo pagato a sua insaputa, ci si è messa pure la moglie Maria Teresa Verda (il tipo "più ricca che bella", non so se avete presente, quantunque anche lui non è che sia uno schianto: forse con un po' di botox nelle labbruzze stirate e magari un taglio di capelli più scalato e meno da democristiano...), che è caduta nell'imboscata del giornalista di "Repubblica" infilatosi surrettiziamente nella chiesa di Sant'Anna di Diano Serreta per intervistarla dopo la messa. E qui la signora sì è lasciata scappare affermazioni tipo: "La posizione di mio marito è quella di un granello. Un granello rispetto a una tempesta di sabbia" e (riferendosi al non andare a testimoniare a Perugia) "Se non parla ancora, è per non creare problemi a persone molto più coinvolte di lui in questa vicenda".
Il povero Sciaboletta (chiamato affettuosamente così per effetto del suo fisico non slanciato, sul tipo di quello di Vittorio Emanuele III, la cui bassa statura - 1,53 - avrebbe reso necessaria la forgiatura di una sciabola particolarmente corta, per evitare che strisciasse sul terreno o ci inciampasse) è stato costretto a rilasciare una dichiarazione in cui prende le distanze dall'intervista "asseritamente resa" dalla moglie di cui dice di non condividere il contenuto, precisando inoltre che "le uniche persone titolate a rilasciare dichiarazioni in merito alla nota vicenda sono io e il mio legale". Conclude pregando la stampa di "non cercare di ottenere dichiarazioni dai miei familiari, i quali stanno vivendo un momento di comprensibile difficoltà di cui si deve avere rispetto".
Non solo gli pagano la casa di nascosto, ma si fanno anche dichiarazioni a quei maliziosi di Repubblica: ma "perbacco, chi è che porta i pantaloni in questa casa?"
Fossi la moglie, dopo questa sputtanata, gli metterei il Guttalax nelle trenette col pesto.

domenica 16 maggio 2010

...SI CONTEMPLA SAN CIRILLO...

In una delle versioni dei Misteri goliardici (per alcuni parte della Messa goliardica, per altri opera a sé) nel primo mistero lussurioso si contemplava appunto questo santo che con il lingam "fatto a spillo" praticava la sodomia sui microbi (sinite parvulos, si vede che per certi pervertiti più piccoli sono e più gusto c'è).
Non è chiaro se si trattasse di uno dei cinque + uno Cirilli martiri (l'ultimo, del 1934, un po' sospetto, avendo a che fare con la guerra civile spagnola), dei quattro vescovi (Gerusalemme, Alessandria, Treviri, Antiochia), di quello di Costantinopoli o di quello che col fratello Metodio evangelizzò i popoli slavi (da cui l'alfabeto cirillico). Considerato l'"acume" con cui si accanì contro Nestorio, arcivescovo di Costantinopoli nel 428, sulla questione se la Madonna fosse madre di Cristo o madre di Dio (sul sesso degli angeli ci si sarebbe accapigliati alcuni secoli dopo), propenderei per Cirillo d'Alessandria.
Questo Cirillo, oltre che per questioni teologiche sottili, era noto per sete di potere, amministrato da un vero esercito privato di monaci fanatici, i cosiddetti parabolani (formalmente dei barellieri-infermieri) e per l'invidia feroce nei confronti di Ipazia, filosofa neoplatonica, matematica, astronoma (alle sue indicazioni si deve la costruzione dell'astrolabio e dell'idroscopio), un personaggio assolutamente eccezionale. Tanto che con spirito cristiano Cirillo la fece uccidere nel 415 in maniera atroce dai suoi parabolani scatenati: la scarnificarono viva staccando la carne dalle ossa con conchiglie o cocci e le strapparono gli occhi prima di farla a pezzi e bruciarne i resti, poi si accanirono contro la sua biblioteca distruggendo tutto quello che trovarono. Con un po' di corruzione il caso, dopo l'apertura di un'inchiesta, fu archiviato (prescrizione breve). Cirillo fu poi (1882) proclamato dottore della Chiesa da papa Leone XIII.

La domanda è: non sarebbe giusto che la Chiesa nella sua attuale opera di pulizia degli armadi dagli scheletri contenutivi cominciasse a dare una ripulita anche al database dei santi e sbattesse fuori dal calendario (se non dalla tomba) indifendibili pezzi di merda come questo (le notizie sono tutte confermate da contemporanei cattolici) e (ma sarebbe troppo) proclamasse invece santa ad honorem e martire Ipazia, come avvenne durante l'Illuminismo?

Per chi volesse approfondire la questione sono facilmente reperibili:
- il film Agorà, di Alejandro Amenabar, 2009
- i libri Ipazia muore di Maria Moneti Codignola, La Tartaruga, 2010 (già pubblicato da Longanesi nel 1999, col titolo Ipazia e la notte con lo pseudonimo di Caterina Contini); Ipazia. Vita e sogni di una scienziata del IV secolo di Adriano Petta e Antonino Colavito, La Lepre, 2009; Ipazia. Donna colta e bellissima fatta a pezzi dal clero di John Toland, Clinamen, 2010.

L'ACUME DEI POTENTI

lunedì 10 maggio 2010

Kanellos il cane anarchico sulle barricate in Grecia



Visto stasera a blob, me ne sono innamorata perdutamente…




vorrei metterlo a destra, come banner fisso ma non ci riesco..aaah ma ce la faccio, 'spetta me che sia meno stanca..

BACIARE LA BRAMBILLA

Se tu baci la Brambilla
non ti scocca la scintilla,
non si innesca il movimento
che può renderti contento,
non fluisce, non s'impenna,
non bramisce come renna:
le famose autoreggenti
fanno sol cadere i denti,
i capelli pitturati
fan pensare ai carri armati
e le labbra strette strette
ti ricordan le puzzette;
sotto il mare calma piena
niente brividi alla schiena,
sopra il mare calma piatta
erotismo da ciabatta:
resta il gusto sul palato
di un salmone surgelato.

POST "RUBATO" CON GRAN GUSTO

Tullix ha detto...
Karl Marx nei "Manoscritti economico-filosofici del 1844" ("Proprietà privata e comunismo") sosteneva a proposito del rapporto uomo-donna che "in base a questo rapporto si può dunque giudicare interamente il grado di civiltà cui l'uomo è giunto". Tralasciando il fatto che di strada da fare ce ne è ancora moltissima - e non solo nel mondo islamico tradizionale - sarebbe ora di aggiungere che è anche dal rapporto uomo-animale che andrebbe giudicato il grado di civiltà. E sarebbe anche ora di smettere di considerare esseri umani, solo perché di umano hanno il sembiante, quelli che maltrattano o uccidono animali incolpevoli per il piacere di farlo. Se i camorristi o altri subumani vogliono allenarsi con dei bersagli mobili usino i loro figli, che prima si sterminano e prima si fa "pulizia etica".












sabato 8 maggio 2010

BONDI versus DRAQUILA

Non andra' a Cannes, non lo vedremo sulla Croisette: pover'omo, è sconcertato e qualcos'altro che non ricordo, ma sempre in tema sconcerto e smarrimento. CE NE FAREMO UNA RAGIONE.

Noi il film lo vediamo, lo stravediamo, lo pubblicizziamo, lo comperiamo, lo guardiamo in rete a spizzichi e bocconi se non riusciamo a vederlo al cinema (cosa possibile: in una città come Torino solo due sale lo programmano).

Anzi mi auguro che nessuno del governo vada al Festival del Cinema di Cannes, sfigurerebbero e ci farebbero sfigurare e...basta, che di vergogna ci stanno sotterrando abbastanza.

E che nessuno tocchi la signora DANDINI, ma questo è un'altro film...

http://www.draquila-ilfilm.it/

BACIARE SALLUSTI

Immaginate di dover baciare Sallusti: vi avvicinate a lui sempre di più, sentite l'afrore che sale dalle sue ascelle, vedete i punti neri sul suo naso, ascoltate l'ansimare delle sue froge, sempre più vicino, ora percepite la sua prorompente virilità pulsare laggiù, avvertite la fragranza fecale del suo respiro (tipica di chi abitualmente grufola nei prodotti ultimi del metabolismo umano e animale), osservate lo schiudersi delle sue labbra ondulate, intravvedete il luccicare opaco dei suoi denti putrescenti e poi il contatto, mucosa contro mucosa. La lingua rasposa e lutulenta che si avvinghia alla vostra, il labbro meduseo che vi penetra e avvolge, la saliva catarrosa che vi invade e cola. Il respiro vi viene rubato, l'anima non resiste e perdete i sensi: l'orrore, l'orrore...

Ecco, se proprio dovete immaginare l'inferno, questa è una cosa che probabilmente molto si avvicina. Fatevi un esame di coscienza e cambiate vita. Si può usare anche - in dosi omeopatiche - come metodo rieducativo.

venerdì 7 maggio 2010

IL LUSSO DI SCEGLIERE

Non me ne voglia Anita Nair che amo teneramente, non si offenda Marco e nemmeno l'Antonelli che mi intriga parecchio, ma credo proprio che stanotte mi porto a letto (oddio, solo il libro) Nicola alias zio scriba. Che meraviglia poter scegliere...

giovedì 6 maggio 2010

ORSI DELLA LUNA

questi sono veri e quasi vivi, quasi...
Mi piacciono gli orsetti di pezza da sempre: ne ho tanti, a ciascuno ho dato un nome e cognome, quelli piccolini abitano le mie borse.
Quelli che amo di più, quelli che mi portano via il cuore, sono gli orsi della luna, abitano in Cina e non se la passano bene per nulla. Anzi.
Così mi è passata la voglia di fabbricare l'ennesimo simulacro con la lana e i ferri ecc., mando anche pochi soldi a chi sta cercando da anni di salvarne qualcuno e cerca di far finire questo schifo trattando con il governo cinese (ci si prova, a parlare solo non succede tanto no? e in questo campo di gente che dà aria alla lingua ce n'è troppa).
Il governo cinese non è poi così "stellare", come tutti, comprendono solo il linguaggio dei soldi, ma anche lo sputtanamento mediatico funziona…
Vi piacciono gli orsi? Forza, almeno una firma…
Saperne di più è semplice, Google vi racconta tutto, tutto: ORSI CINA BILE e si apre un inferno.
A che serve la loro bile? A qualche sciampo, a pseudo medicine...a fare pacchi di soldi.

martedì 4 maggio 2010

una manciata di cazzi miei

Sono stanca,ma così stanca che nemmeno riesco a indignarmi a sentire Sallusti il perfido schifido cativo perso.
Sono partita con la pioggia e rientrata con il diluvio e un freddo porco,il mio perfetto corpiciattolo con 4 strati di maglioni mi fa somigliare a una mongolfiera,e debbono averlo notato perchè nella posta ho trovato un sacco di tisane "perdi 12 k in 15 giorni.."mi vien voglia di provare,49 meno 12 quanto fa? ok segnalo spam..
Alla capanna avevo 2 gomitoli di lana verde e ho cominciato a giocarci,e mentre lavoravo ho pensato ma cazzarola è verde lega! Li odio anche per questo,mi hanno scippato uno dei miei colori preferiti,dannatissimi stronzi.Dannati ignoranti.Dannati e basta.
Ecco adesso vado a ripicchettare ventimila piantini di mimulus, Edo che pensiero gentile!, e vado in terrazzo con gli stivali di gomma e poi mi schianto serena che domani è un altro giorno e ci penserò domani appunto.


Avrò messo le virgole giuste?

nemmeno una, e neanche i punti e virgoli e nemmemo le parentesi: -BOCCIATA senza pietà.

domenica 2 maggio 2010

FUORI DAL CORO

LIBRI A MARGINE

Dalla cloaca di libri inutili, copia-e-incolla, consolatori, omogeneizzanti e omogeneizzati, edulcorati, furbastri, onanistici, disonesti, passatisti, new age, mocciosi, saccenti e desolatamente brutti (secondo la legge di Sturgeon il 95 % di tutto è spazzatura e il campo editoriale non fa eccezione: posso dirlo - ahimè - dalla trincea dei miei quasi trent'anni di esperienza da libraio) qualche volta affiora qualcosa che riesce a coniugare originalità e approfondimento, leggerezza e illuminazione, stimolo e comprensibilità.
Questo tipo di libri merita, secondo me, uno spot di luce, perché può dare "un po' di benzina all'anima", un po' di alimento alla resistenza che ci tocca portare avanti, per aiutarci a "passà 'a nuttata".
L'intenzione sarebbe quella di segnalare uno o due volumi alla settimana, non in maniera rigida e secondo quello che si riesce a scovare: magari andateveli a cercare in qualche sopravvissuta libreria non di catena, fateveli procurare, sfogliateli, soppesateli, comprateveli e, quando avrete il tempo, leggeteli.

Il primo è:
Giuseppe Antonelli, Ma cosa vuoi che sia una canzone. Mezzo secolo di italiano cantato,Il Mulino, 2010, pp.254, € 16.00.
Come dice il sottotitolo, viene esaminata l'evoluzione (e l'involuzione) della lingua italiana attraverso l'analisi del testo delle mille canzoni più vendute negli ultimi cinquant'anni, il tutto in maniera mai accademica e pallosa. Dal "ma però" (ora assolto) di Lucio Battisti, Paolo Conte, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Mina, Adriano Celentano, agli accordi dissonanti di De Gregori (in Buffalo Bill "il paese era molto giovane/i soldati a cavallo era la sua difesa") o Vasco Rossi (in Un senso "voglio trovare un senso a tante cose/ anche se tante cose un senso non ce l'ha"), dal conformismo grammaticale sul passato remoto usato ancora all'inizio degli anni Sessanta per riferirsi a fatti molto recenti, all'uso di "ciò" al posto di "quello", e così via.
Giuseppe Antonelli è un linguista appassionato di canzonette, già autore di opere "toste" tipo "L'italiano nella società della comunicazione", "Tipologia linguistica del genere epistolare nel primo Ottocento" o "Lingua ipermedia. La parola di scrittore oggi in Italia", ma non bisogna lasciarsi spaventare: il nuovo libro è spumeggiante senza perdere in rigore, curioso e documentatissimo. E (cosa da non trascurare) aiuta anche a fare i conti con le proprie insicurezze grammaticali.